IX

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«hai paura di non saper baciare bene?» mi provocò tom, buttandomi sulla sabbia.
mi alzai velocemente e lo buttai a mia volta. iniziammo a "picchiarci", ma in modo amichevole.
«il mio obbligo era: baciatevi coglioni, non ammazzatevi» si lamentò bill.
«baciare bambi? non voglio essere avvelenato» rise, iniziando a sibilare come un serpente.
«non sono velenosa. anzi, direi che in questo momento mi sto comportando anche fin troppo bene» mi offesi.
dopo circa mezz'ora il gioco continuò, senza ovviamente il bacio.
e noi, nonostante poco prima ridevamo dopo aver picchiato logan, tornammo ad essere sconosciuti.
eravamo strani. e leggermente lunatici.
«voi non vi meritereste neanche di giocare» ci accusò georg, dopo essere stato obbligato a fare il bagno nudo. per fortuna che era notte.
«amber, obbligo o verità?» mi chiese poi.
«obbligo» dissi, scettica.
«se ora non lo fate vi castro. am, siediti su di tom per tutto il gioco. muovetevi» sbuffai.
«e voi dovreste essere quasi maggiorenni? sembrate dei bimbi minchia delle elementari. fottetevi» risposi arrabbiata.
«noi ci divertiamo così.» ridacchiò bill, che non aspettava altro che il più minimo contatto fisico con tom.
«pesa troppo» disse, per poi mettersi a ridere. lo guardai assassina.
«bambi, calma. il tuo culo pesa troppo, ma non ho mai detto che fosse un male» mi prese in giro, battendo le mani sulle sue gambe, per farmi sedere.
«non ti mangia mica» ridacchiò una ragazza.
«se vuoi lo faccio io per te» scherzò un'altra.
ignorai questi commenti, e mi sedetti su di lui.
«che cazzo hai in tasca?» lo insultai, cercando di mettermi comoda.
«nulla, bambi» e dopo poco realizzai.
tutti scoppiarono a ridere, e io rimasi tipo paralizzata.
provai ad ignorare tutto quanto, ma tom non sembrava rendere il lavoro semplice.
mi continuava a toccare i capelli e mise le sue mani sulla mia pancia, come se stesse tenendo un bambino in braccio.
io non ero mai stata amante del contatto fisico, ma con lui stavo facendo delle eccezioni.
aveva addosso uno dei suoi soliti cappellini, e mentre continuava a stuzzicarmi me lo fece indossare.
«di questo modello ne ho due» disse, accarezzandomi lievemente la coscia.
«mi sono rotto. andiamo in qualche locale?» gridò bill, alzandosi di fretta.
tutti lo seguirono, ma io e tom non sembravamo esserci staccati. sentivo il suo respiro sul mio collo.
«bambi, perché litighiamo così tanto quando possiamo sempre essere così?» mormorò lui, con voce roca.
«perché sei altamente antipatico» dissi per poi alzarmi velocemente e corsi via, insieme agli altri.
«mi fai venire il cazzo duro, bambi» urlò da lontano. quel ragazzino non aveva filtri.
ah, a proposito di logan: non si era ancora svegliato. meglio così.
alla fine tornammo velocemente nella nostra minuscola e condivisa camera, per cambiarci.
decisi di mettermi i miei soliti vestiti oversize, ma bill mi fermò.
«am cara, tu ti cambi subito» mi ordinò.
«mi vesto come mi pare» mi lamentai, mettendo un pacchetto di scorta in tasca.
«stai andando in discoteca, mica alla caritas» gridò gustav.
«avete rotto. ho detto che mi vesto come cazzo voglio. lasciatemi stare» dissi aggressiva, per poi provare ad uscire.
c'era tom che bloccava la porta.
«bambi, cambiati. hai delle tette da mostrarmi.» disse, per poi sorridermi.
lo guardai malissimo, e provai a staccarlo dall'uscita.
«anche se volessi non mi sono portata vestiti» dissi, alzando gli occhi al cielo.
ma una ragazza delle tre mi prese dal braccio.
«cazzo mi tocchi?» urlai, girandomi di scatto.
«te ne presto uno io» disse, facendomi l'occhiolino.
sbuffai, e alla fine lasciai perdere. la seguii verso la sua valigia, che aveva più vestiti che mutande secondo me.
ci misi una vita a scegliere, ma alla fine decisi di esagerare. tanto una volta mi capitava.

«me lo dai il tuo numero?» mi gridò tom, imitando i tipi che me lo urlavano in continuazione, iniziando poi a ridere

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«me lo dai il tuo numero?» mi gridò tom, imitando i tipi che me lo urlavano in continuazione, iniziando poi a ridere.
«sei divina» mi disse la ragazza che mi prestò il vestito. era gentile.
«ora siamo veramente tutti pronti» esclamò georg soddisfatto.
uscimmo e trovammo un locale bellissimo.
gli italiani si sapevano divertire, a quanto pare.
«diamoci dentro» urlò l'altro ragazzo, l'amico di logan, per intenderci, che spesso rimaneva in silenzio.
annuimmo e iniziammo tutti a bere, fumare e a ballare.
feci anche amicizia con qualche ragazza.
una in particolare aveva attirato la mia attenzione, si chiamava noemi.
ecco, il mio inglese non era ottimo, ma lo stesso trovavamo il modo di parlare. ci scambiammo addirittura i numeri, ma ero così ubriaca che non stavo nemmeno più ragionando.
«georg, versa ancora» urlai.
sì, mi stavo assolutamente divertendo da matti.
avevo fatto bene a venire.
tom invece girava con ragazze diverse e non si capiva più con chi stava.
«bambi, mi fai da traduttore?» urlò, e io andai ad aiutarlo.
«dovresti sapere l'inglese.» lo sgridai.
«fammi provare...» disse, girandosi verso una di quelle ragazze che aveva sedotto.
«let's fuck» disse, ridendo poi come un cretino.
la tipa rise e fece un accenno con la testa, per poi prenderlo per la mano.
«no no. stop. i was... i was, scherzando. bambi, come dico scherzando?»
lo guardai arrabbiata. era sempre il solito.
«you are ugly. i was not real» disse con il suo inglese non molto avanzato e il suo accento tedesco marcato, per poi scoppiare di nuovo a ridere.
«sono bravissimo» si lodò da solo.
«fai pena pure agli analfabeti» sbuffai.
lui rideva ancora. probabilmente aveva bevuto così tanto da non riconoscere nemmeno più gli insulti.
non parliamo di bill poi. era diventato il re della musica, dopo che aveva spinto via il dj dalla postazione.
iniziò a mettere soltanto le canzoni dei tokio hotel, e a tutti piacevano.
io mi allontanai da tom e conobbi un ragazzo.
mi salutò in italiano, ma io risposi in inglese. lui mi prese e mi portò sulla pista.
provò a baciarmi, ma io mi levai.
«ci speravi eh» dissi, per poi fargli l'occhiolino.
sentii qualcun'altro prendermi con forza dal polso.
mi spinse al muro e si avvicinò sempre di più.
«mi devi ancora baciare, bambi» mi sussurrò all'orecchio.
«nemmeno da ubriaca mi avrai» mormorai, sorridendogli.
«ti odio.» disse, sghignazzando e spingendomi via.
«io di più» urlai, facendogli il dito medio.
lui però non sembrò troppo infastidito, dopo poco già cercava un traduttore per le sue nuove "vittime".

spazio autrice
LA TENSIONE FRA QUESTI DUEEEE😍
non si capisce più un cazzo BAHAHJA
ci speravate in un bacino? no no no no🙅🏽‍♀️
pazienza cuori, pazienza 😉
ditemi se vi é piaciuto💗 spero di avervi fatto contenti con 3 parti oggi ❤️🫶🏼

incasinati - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora