La fine dell'anno giunse senza ulteriori eventi degni di nota ed Evaline risultò l'allieva più brillante della scuola. Non ci fu gioia in quel traguardo, perché Piton non sembrava colpito, ben lontano dal favorire ulteriori avvicinamenti tra loro. Nessun incontro, nessun contatto tra loro che non fosse quello che lui riservava agli studenti. Di tanto in tanto le regalò dei punti, unica Tassofrasso a godere di tale privilegio.
I compagni non notarono la sua assenza nella calca di studenti che si affrettavano a prendere posto all'Hogwarts Express. Per lei fu strano trovarsi al castello con la sola presenza di fantasmi e ritratti ad accompagnare il suo peregrinare per i corridoi in attesa di essere convocata. Faceva caldo e abbandonata la divisa all'interno dei bagagli si trovò a disagio tra gli abiti acquistati l'anno prima. Era cresciuta di qualche centimetro, il vestito azzurro le scivolò addosso fino a sfiorare le ginocchia pallide e magre. Si sentiva braccia e gambe troppo lunghe per il corpo che si era ritrovata a contemplare con un cipiglio perplesso, come se il riflesso che vedeva appartenesse a qualcuno che non era lei. Capelli legati in una coda bassa, vagò a lungo prima di essere raggiunta dalla professoressa McGonagall, che la invitò a raggiungere l'aula di difesa contro le arti oscure.
Luogo azzeccato, pensò amaramente mentre si avviava lì con le orecchie che fischiavano.
Ad attenderla, come previso, Moody, Silente e Piton. Sapeva di non aver tempo per i convenevoli, né aveva orecchio per altro se non la voce di Piton che le chiese di prendere posto su una delle due sedie poste una di fronte all'altra.
«Il preside ha chiesto che fossi io ad eseguire anche l'ultima parte dell'incanto.» Disse in tono monocorde mentre prendeva posto davanti a lei. «Una volta iniziato non potremo interromperci finché non avrai portato alla luce il ricordo rimosso. Incontreremo delle resistenze, sarai tu stessa ad innalzarle. Si tratta di una precauzione che hai preso per salvaguardare il tuo benessere.» La voce era asciutta, pratica.
«Sia messo agli atti che io non sono d'accordo.» Moody aveva una voce più tetra del solito. «La mia presenza è necessaria, però. Alla fine.»
Silente rimase dritto a pochi passi da loro, le mani intrecciate sotto la lunga barba d'argento. «Procedi, Severus.» Lo invitò con pacatezza.
Evaline per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo incollato sul viso di Piton alla ricerca di tentennamenti, ansie, paure. Nulla. L'uomo era fermo, saldo, padrone di sé, una sicurezza da cui lei trasse conforto. Con il cuore più leggero, sorrise un'ultima volta al professore di pozioni, occhi fiduciosi e tiepidi.
«Ho fiducia in te.»
Lui annuì meccanicamente. Tirata in su la manica della mano destra, puntò la bacchetta in mezzo alla sua fronte e un mormorio lieve prese a recitare gli incanti che fino ad allora aveva ripetuto nella sua mente. Intuì che lo stesse facendo per render conto di ogni passaggio ai due maghi che lo stavano osservando. Guardò ancora una volta il viso concentrato di lui, poi le palpebre divennero pesanti e lei sprofondò in un luogo rassicurante, bellissimo. Era il cantuccio in cui era stata imprigionata per tutti quegli anni, un luogo lontano in cui si sentiva protetta.
Fu come essere stata privata dei colori, ma ad un secondo sguardo capì che tutto era stato ovattato da una nebbia sottile che ingrigiva tutto. Guardò le proprie mani semi trasparenti e prive di bacchetta, assenza che la mise in allarme, tanto che per un po' si mise alla ricerca tastando il pavimento su cui era accasciata.
"Non ti servirà." Disse la voce di Piton. Lo cercò, trafelata. "Non ne hai bisogno. Cerca di orientarti. Capirai da sola dove andare."
La voce dell'uomo non proveniva da nessun luogo, si trovava all'interno di lei che parve avvertirlo nella mente, nel petto, ovunque. Si alzò, quindi, scoprendo i piedi nudi e una veste da camera che scendeva fino alle caviglie. Non capiva perché era vestita così, ma ignorò l'impulso di chiedere e cominciò a camminare alla cieca.
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Evaline
FanfictionNon importa quanto stretti fossero gli spazi vuoti del cuore di Severus, lei avrebbe trovato la sua piccola crepa dove scaldarsi, all'ombra del fantasma di una donna che lui non avrebbe mai dimenticato. Evaline Rosier ha il peso di un nome che non h...