Riuscire a far arrivare vivo Potter per il diploma si stava rivelando l'impresa più difficile che avesse mai affrontato. Se non fosse stato figlio di Lily lo avrebbe strozzato con le sue mani, quell'ingrato bastardo. Perfino Evaline sembrava astiosa nei suoi riguardi, questo fu un piccolo conforto, ma era anche strano sentirla borbottare insieme alla professoressa Sprout. Erano così avvilite da dimenticare la scommessa in atto e per un po' non si parlò della sua penitenza. La speranza per Tassofrasso di essere per una volta al centro dell'attenzione venne abbattuta da quel piccolo egocentrico, la cui colpa per una volta non era da attribuire a lui, bensì a chi aveva messo il suo nome nel calice.
Chi?
Igor Karkaroff aveva molti motivi per riscattarsi agli occhi del Signore Oscuro, ma era anche un codardo opportunista e non avrebbe mai osato tanto sotto il naso di Silente. Uno dei suoi studenti, forse.
Forse no.
Piton si tenne alla larga da Moody, che si aggirava per la scuola come un mastino pronto ad azzannarlo, l'occhio vigile e la bacchetta pronta.
Fin troppo pronta, in verità. Venne a sapere della trasfigurazione di Draco in furetto poche ore prima di ricevere una lettera da Narcissa, che lesse frettolosamente, saltando a piè pari l'elenco di maghi e streghe di sua conoscenza che avrebbero reso la vita di Moody un inferno. Non erano neppure alla vigilia della prima prova del Torneo e già il suo stomaco era inacidito come latte rancido.
Trovò Draco nei sotterranei, seduto su uno dei tavoli dell'aula di pozioni, in compagnia di Evaline, seduta al suo fianco. Li sorprese a parlare a voce bassa, con lui che, a capo chino, fissava le proprie scarpe e lei che gli parlottava con dolcezza. Fu Evaline a notarlo per prima, accogliendolo con un sorriso sospirato, un po' stanco.
«Eccolo.» Disse, il tono più incoraggiante, la mano contro la sua schiena lo accompagnò mentre scendeva dal tavolo. Draco covava negli occhi una rabbia da poco repressa, tenuta a freno più per merito di Evaline.
«Ho chiesto a mio padre di non intervenire.» Sbirciò il volto di Evaline, combattuto, quindi guardò Piton che se ne stava rigido, silenzioso, in attesa che continuasse. «Ma se Potter dovesse di nuovo azzardarsi...»
«Stagli alla larga.» Consigliò Piton, interrompendolo con voce flemmatica. «Finché Moody sarà insegnante, non avrai modo di far valere le tue...ragioni. Sii più furbo la prossima volta che affronti Potter.»
Draco si infiammò nuovamente, ma si ritrovò a dargli ragione con un cenno del capo. Sbirciò verso Evaline, una traccia di timidezza sul viso affilato e orgoglioso. «Professoressa.» La salutò con voce più bassa, defilandosi dall'aula. Sentirono i suoi passi farsi più lontani oltre la porta, dopodiché rimasero in silenzio per un po'. Stranamente, lui non si sentì a disagio, né angosciato all'idea di starsene lì con lei. Le rimase davanti, il capo leggermente chino, occhi fissi sul dondolio dei suoi piedi che sbucavano dalla veste gialla. In quei giorni era solita sfoggiare con fierezza i colori di Tassofrasso e lui pensò che una nota ancora più dorata le avrebbe donato.
«Cos'è che ti piace tanto in quel ragazzino viziato?» Chiese dopo un po', la voce bassa, incapace di sollevare il mento per trovare i suoi occhi. Lei continuò a dondolare i piedi nel vuoto, standosene seduta sul tavolo con le pieghe della veste che oscillavano mollemente.
«Mi piacciono tutti gli studenti. Hanno tutti un dono, capacità pronte a sbocciare.» La sentì sorridere. «Draco non sa ancora cos'è che vuole. Mi si spezza il cuore nel saperlo confuso, vorrei aiutarlo.»
La sua risposta aveva senso, se la fece andar bene, senza indagare oltre. Dopo un po' fu Evaline a rompere il silenzio, con la dolce grazia di cui era capace.
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Evaline
FanficNon importa quanto stretti fossero gli spazi vuoti del cuore di Severus, lei avrebbe trovato la sua piccola crepa dove scaldarsi, all'ombra del fantasma di una donna che lui non avrebbe mai dimenticato. Evaline Rosier ha il peso di un nome che non h...