Severus provò a rimandare più che poté la visita a villa Malfoy, ma Evaline sapeva che la madre di Draco aveva più volte scritto che desiderava, anzi pretendeva, d'incontrare la novella sposa.
«Non essere nervoso, andrà bene. Alla gente piaccio.»
«Non sono nervoso.» Aveva obiettato lui, punto sul vivo. «Sì, piaci molto, è vero. Il problema è che Narcissa è molto più capace di Lucius a scovare una bugia.»
«Il signor Malfoy non mi piace.» Ammise lei, un sorriso mesto mentre sceglieva cosa indossare. Si muoveva per la stanza con addosso la sottoveste bianca che le arrivava poco sotto le ginocchia, scendendo liscia e leggera come acqua.
«Non dispiacerti.» Lui rimase seduto sul bordo del letto, osservandola con aria distratta mentre recuperava un vestito azzurro e poi lo riponeva insieme agli altri. «Con lei potrebbe essere diverso. Lei è...»
Non continuò, neppure sotto lo sguardo curioso di lei che lo vide avvicinarsi ai vestiti scartati e prenderne uno verde scuro, di cotone leggero. Era un modello castigato come gli altri, ma accentuava una linea sagomata sui seni, dove un cenno di scollo liberava il petto chiaro. A questo punto lui recuperò una collana a caso da un cassetto e gliela mise intorno al collo in gesti tanto semplici e distratti da apparire complici, intimi. Alla fine, la mise via, lasciando colla e gola nudi, liberati ulteriormente dai capelli sollevati dal fermaglio.
«Ad ogni modo...» Una volta pronta, lei si voltò e cercò la sua guancia, lasciandovi un piccolo bacio sulla pelle. «...staremo un po' insieme. Sono contenta.»
Lo sentì ammorbidirsi al suo tocco, farsi più leggero, distratto. Per un momento chinò il profilo contro il suo collo e lei l'avvertì indugiare, prima di ritrarsi e prenderla sottobraccio.
«Forza.»
Villa Malfoy custodiva lo stesso sfarzo della dimora dei Rosier, ma pareva più cupa, un'eleganza barocca che pareva fatta per incutere timore. Furono accolti da Draco, il quale esitò prima di prodigarsi in un mezzo inchino ad entrambi e un'occhiata rapida alla mano di Evaline. Pareva turbato, ma il tutto durò poco, perché venne presto raggiunto dalla donna che era stata oggetto di tanta curiosità.
«Finalmente mi concedi l'onore, Severus.» Aveva la voce bassa, vellutata, un balsamo fatto per accarezzare i timpani. Evaline rimase folgorata da lei, che definire bella sarebbe stato assai riduttivo. In lei vide tutto ciò che improvvisamente desiderò essere: alta, snella, elegante senza alcuno sforzo. Avvertì un pressante senso di inadeguatezza coglierla l'istante in cui la donna posò lo sguardo su di lei, che vide occhi di un blu bellissimo, screziato di viola, scaldati da un sorriso appena accennato, su cui un velo di rossetto riempiva le labbra.
«Sei graziosa come mi è stato detto.» Cinguettò lieta, insinuandosi tra lei e Severus, con l'intento di prendere il suo braccio. «Oh, tuo marito raggiungerà il mio insieme a Draco. Io voglio mostrarti i miei fiori.»
«Volentieri, sì.» Non le fu difficile mostrarsi lieta, perché lo era davvero. Percepì lo sguardo di Severus su di sé mentre si inoltrava con lei per i viali del parco, le braccia accostate come due amiche che non si vedevano da molto tempo.
Fu un susseguirsi di chiacchiere frivole, leggere, un flusso continuo in cui Narcissa faceva da padrona, destreggiandosi su questa e quella questione, senza mai lasciar cadere dei punti morti. Fu facile parlare di Draco e quando l'altra percepì il suo sincero trasporto nei confronti del figlio, Evaline l'avvertì farsi più morbida, bendisposta. Era bello parlare con lei, ma furono molti gli episodi in cui l'indole di Narcissa traspariva, prepotente e capricciosa.
«Ho sempre immaginato Severus come un perenne scapolo, sai?» Si sedettero in un delizioso gazebo posto al centro del parco, godendo della frescura dei glicini che vi si arrampicavano intorno. «Mi chiedo cos'abbia visto in te.»
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Evaline
FanficNon importa quanto stretti fossero gli spazi vuoti del cuore di Severus, lei avrebbe trovato la sua piccola crepa dove scaldarsi, all'ombra del fantasma di una donna che lui non avrebbe mai dimenticato. Evaline Rosier ha il peso di un nome che non h...