Quanto tempo era passato?
Lo aveva sentito scorrere tra le dita, come il sangue dalle ferite. Aveva sentito fluire via ogni frammento di sé, sabbia di una clessidra al termine del suo corso. Il dolore venne dimenticato quasi subito, perché a fargli più male non erano le ferite mortali, bensì l'oblio che stava divorando ogni parte di lui. Forse era morto l'istante in cui aveva consegnato i suoi ricordi preziosi a Potter, nella speranza che lo aiutassero a capire. Nella speranza che, alla fine, sua moglie e la sua bambina non sarebbero state per sempre additate come la famiglia del codardo traditore.
Sua moglie e sua figlia.
Aveva davvero avuto una moglie e una figlia, nella sua vita al servizio di Lily? Aveva davvero due anime legate a lui da un legame tanto forte? Aveva permesso a qualcuno di fargli compagnia nel suo cammino di redenzione?
No, nessuna redenzione. Lui non la voleva, la redenzione, non se ne sarebbe fatto nulla. Lui voleva soffrire, pagare per il suo più grande peccato: aveva privato il mondo di Lily Evans.
Con che coraggio, lui, l'avrebbe dimenticata per concedersi un po' di ristoro?
Evaline Rosier che speranze poteva avere, lei, contro quel desiderio di autodistruzione? Nessuno, proprio nessuno, illusa di una donna.
Eppure, Evaline era diventata sua moglie, in un modo o nell'altro. Evaline, la sua bella Evaline, ogni momento trascorso insieme a lui l'aveva passato rincorrendolo con lo sguardo, occhi che lo accoglievano con mille frasi stupende impresse nei suoi occhi innamorati. Sciocca Evaline, cos'è che aveva visto in lui? Cos'è che adorava in modo così spasmodico, assurdo, a tratti violento? Non c'era niente di amabile in Severus Piton, non c'era nulla di delizioso, nessuna tenera attenzione, non aveva mai compiuto un vero sforzo per farla felice. Brutto, sgradevole, perfino repellente, per qualcuno.
Perché?
Perché lei sembrava essere felice già così, sapendolo al proprio fianco. Felice di vederlo ogni mattina, felice di sorridergli, di dargli il buongiorno. La verità è che lui era diventato dipendente da quello sguardo, assuefatto dalla sua radiosa dolcezza. Era come un ragazzino che non aveva mai assaggiato qualcosa di buono e di colpo lo voleva tutto in una volta.
Evaline, mia dolce Evaline. Lo ripeté nella sua mente annebbiata per chissà quanto tempo.
Che ne sarebbe stato, di lei?
«Severus.»
La sentiva, poteva udire il suo richiamo addolorato. Vivi, avrebbe voluto dirle. Vivi, trova uno scopo, coltiva la vita, cresci nostra figlia. Dille che suo padre, in un modo assai contorto, l'ha amata dal primo istante in cui l'aveva vista per la prima volta. Non avrebbe mai creduto di essere in grado di generare qualcosa di bello, lui, eppure Marigold divenne la testimonianza vivente che lui, in fondo, era stato capace di realizzare un meraviglioso capolavoro.
«Severus?»
Vide l'oblio avanzare, ma il richiamo di Evaline lo riportò a lei. Sentì il profumo di melograno, lo stesso che lei si cospargeva addosso in un unguento che applicava ogni notte. Gli piaceva guardarla, lei che, non vista, perdeva tanto tempo a cospargere quell'unguento sul suo bel corpo fatto di curve che aveva imparato a memoria.
Fu quell'odore a riportarlo alla Stamberga Strillante, al calore del corpo di sua moglie contro il proprio. La vide inerme, abbandonata su di lui e pronta a morire a sua volta. Avrebbe tanto voluto avere la forza di parlare, sentiva il sangue in gola, ma tentò comunque, rigurgitando le parole.
Per un attimo, un terribile attimo, ebbe l'impressione che fosse morta.
Cosa sarebbe accaduto, nel mondo, se Evaline fosse sparita? Inaudito. Sarebbe stato inaudito, un mondo senza di lei. Marigold non avrebbe più rivisto la più amabile e tenera madre che sia mai esistita.
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Evaline
FanfictionNon importa quanto stretti fossero gli spazi vuoti del cuore di Severus, lei avrebbe trovato la sua piccola crepa dove scaldarsi, all'ombra del fantasma di una donna che lui non avrebbe mai dimenticato. Evaline Rosier ha il peso di un nome che non h...