Capitolo 8

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Le riunioni dell'Ordine prevedevano principalmente aggiornamenti circa i movimenti nel mondo magico, in modo da capire quanti erano disposti a fronteggiare la minaccia imminente. Il Ministo Fudge continuava a tenere la testa sotto la sabbia, ogni sua dichiarazione era sempre più veemente, decisa, l'atto disperato di un folle che non vuole credere di non avere il controllo.

«Dolores Umbridge sarà la nuova insegnante di Difesa. Non è esattamente ufficiale, ma Fudge è deciso a mettere becco negli affari di Hogwarts.» Shacklebolt riusciva a dare pessime notizie con voce che al contempo era profonda e rassicurante. Severus si irrigidì al suo fianco e non proferì parola, al contrario di Evaline che si era fatta più spigliata e non perdeva occasione di chiedere chiarimenti o dire la sua.

«Il fatto che lavori per Fudge non implica che non possa essere dissuasa, no?»

«Non lavora solo per lui.» Fu Remus a rispondere, il viso segnato da una stanchezza malsana. «Lei sarà i suoi occhi e le sue orecchie. Si batte per un mondo dominato dai purosangue, Evaline. Non serve il Marchio Nero a renderti un seguace di Voldemort, i suoi sostenitori più accaniti sono proprio persone come Dolores Umbridge che negano la sua esistenza.»

Un anno intero in compagnia di una fanatica, che delizia. Severus al suo fianco non spiccicò parola, limitandosi ad annuire quando Silente gli diede il compito di fare un ulteriore sopralluogo tra i suoi contatti. Tutti i membri dell'Ordine lasciarono Silente e Severus da soli, come sempre alla fine di ogni riunione. Evaline li vide smaterializzarsi o soffermarsi nella cucina che Molly aveva reso accogliente e profumata del porridge mattutino, che spesso distribuiva insieme a frutta, marmellata e miele.

«Harry è già arrivato, è su con Ron ed Hermione.» Fece la donna, porgendo ad Evaline un paio di scones avanzati dal giorno prima. «Povero ragazzo, ha un bel da fare con l'udienza imminente.»

«Il Ministero non ha controllo sui Dissennatori, mi chiedo come possano negare l'evidenza.» Bofonchiò Evaline con rabbia, addentando lo scone senza badare all'eccesso di marmellata che le colava tra le dita. Le ripulì quando nessuno guardava, per poi passare la mano sotto il getto fresco del rubinetto. In quell'istante, Severus uscì dalla stanza delle riunioni e, marciando verso l'ingresso, diede ad Evaline un rapido cenno con il capo, richiamandola a sé. I presenti la videro trottare via, con Sirius che non si trattenne dal fare una faccia schifata, che lei sperò che passasse inosservata.

«Questa volta starò via pochi giorni.» Severus ruppe il silenzio quando si furono chiusi la porta alle spalle, approfittando del silenzio del salotto per fronteggiare Evaline. Istintivamente, la donna posò una mano sul suo braccio, stringendo leggermente la presa con dita esitanti. «Dico sul serio.» Ribadì lui, la voce più bassa e il profilo rivolto a lei. Percepì la sua tensione e si concesse di sfiorarle la guancia con la mano libera. «Tra poco comincerà la scuola e non mi allontanerò.»

«Avrei voluto che passassi un po' più di tempo con me.» Ammise, un sorriso triste sulle labbra. Prima che lui potesse rispondere, lei si sollevò per stampargli un rapido bacio sulle labbra. «Sì, lo so.» Lo rassicurò, la voce dolce e tiepida. «Ti chiedo solo di stare attento. Se non per te stesso, fallo per me. Non reggerei se...»

«Lo so.» Fu lui a zittirlo, la voce bassissima, probabilmente timoroso di essere ascoltato in uno dei rari momenti di intimità che si concedeva. «Credimi, lo so.» Continuò in tono più grave. «Ho bisogno che tu sia più salda, però.» Fece una pausa, probabilmente si insinuò nel suo sguardo, nei suoi pensieri, leggendo le paure tenute a freno, lo sforzo che faceva di non cedere alla paura che la mordeva, la torturava ogni giorno. Forse comprese che, in fin dei conti, Evaline stava già dando più di quanto si potesse pretendere da lei. Socchiuse gli occhi, posò la fronte contro quella della donna e rimase in silenzio, la mano sulla sua guancia e il profilo accostato al suo.

EvalineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora