Si rintanò a Villa Rosier insieme a Marigold e Tulip, dove gli incantesimi protettivi di Severus erano ancora attivi. Qui sperò di essere al sicuro, ma dentro di sé sapeva che non avrebbe corso alcun pericolo anche senza barriere magiche di sorta. Severus era ricercato, gli attentati al mondo magico e babbano si susseguivano senza sosta, tra sparizioni, omicidi, rapimenti alla luce del giorno. Charity Burbage, sua collega ad Hogwarts, era una di queste. Di lei ricordava le battute e barzellette imparate dai babbani, che spesso facevano ridere i colleghi e perfino Severus, il quale una volta si era concesso uno sbuffo leggero. Per quanto si sforzasse, Evaline non riuscì a ricordare cosa disse di tanto divertente.
Sola per quelle stanze che non riusciva veramente a percepire come sue, Evaline avvertì tutto il peso delle ultime settimane solo quando, una mattina, si era ritrovata a guardare Marigold nella culla di vimini e si era ritrovata a pensare a Silente. Il preside aveva fatto visita alla bambina il giorno in cui era venuta al mondo, ma Evaline era troppo intontita per realizzare cosa stesse succedendo.
«Una nuova vita dà speranza.» Aveva detto, gli occhi emozionati brillavano dietro gli occhiali a mezzaluna. «Non è vero, Severus?» Aveva poi guardato l'uomo che, in piedi davanti a lui, reggeva la neonata e non aveva occhi che per lei, al punto che si era ritrovato a realizzare in ritardo quanto il preside aveva appena detto. Da sotto le ciglia, Evaline aveva visto il loro scambio di sguardi, qualcosa di non detto era calato su di loro pesante e opprimente come un sudario.
Realizzò in quell'istante che non avrebbe mai più rivisto il preside. A nulla era servito saperlo tra le braccia di Hagrid, al funerale, né la consapevolezza che si trovasse in quella tomba ad Hogwarts. Non ci sarebbe stato nessun discorso di inizio anno, né sorrisi e sguardi divertiti dietro gli occhiali a mezzaluna. Tutto ciò in cui aveva sempre creduto, cioè la consapevolezza che Silente ci sarebbe sempre stato, erano crollate la notte in cui Severus lo aveva ucciso.
«Severus.»
Lo chiamò più volte, pianse il suo nome stringendosi al guanciale freddo al suo fianco, implorandolo di tornare, di dirle perché era arrivato a tanto. Cos'era che non poteva fare? Aveva ucciso Silente perché non era più disposto a stare dalla sua parte? Non aveva senso, non vi era nessuna logica né spiegazione plausibile per quel gesto. Suo marito era un folle? Lo avrebbe saputo, lo avrebbe percepito, lei più di chiunque altro gli era stata vicina in quegli anni.
"Mi odierai, Evaline."
Cos'erano quelle parole profetiche? Che significato avevano? Sapeva che un giorno avrebbe ucciso l'amato preside? No, non poteva saperlo. Inoltre, ed Evaline ne era certa, Severus provava affetto per il preside. In un modo goffo, rigido, distaccato, ma a modo suo voleva bene a quell'uomo dai mille misteri. Da qualche parte, si disse, Severus stava soffrendo per quel gesto. Chi lo sa, forse era sotto maledizione imperius.
Forse, forse.
Doveva credere alle parole di Harry? Harry detestava il suo Severus, non aveva fatto altro che trovare in lui un nemico fin dal suo primo giorno di scuola.
Con la testa che le scoppiava, lasciò a Tulip il compito di occuparsi di Marigold e iniziò a muoversi per la villa come uno spettro nella dimora che aveva infestato. Indossava sempre la sua veste da camera bianca, tessuti svolazzanti che scivolavano fino ai piedi nudi, sporchi di polvere e terra, macchiati d'erba per quel continuo vagare tra le siepi del suo amato giardino. Evangeline svolazzava intorno a lei, muta e presente come una certezza, quando qualcosa attirò il suo sguardo.
Un movimento, un fruscio lontano.
Bacchetta stretta in una mano, speranza nel cuore, Evaline corse fino alla barriera magica che proteggeva la sua casa, dove l'alto cancello con il jobberknoll scolpito nel ferro attendeva i visitatori ad ali spiegate.
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Evaline
FanfictionNon importa quanto stretti fossero gli spazi vuoti del cuore di Severus, lei avrebbe trovato la sua piccola crepa dove scaldarsi, all'ombra del fantasma di una donna che lui non avrebbe mai dimenticato. Evaline Rosier ha il peso di un nome che non h...