Capitolo 9. Preda ⚜️

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Lily:

Alla luce artificiale le sue zanne sembravano dei piccoli coltelli affilati, pronte per raddoppiare di dimensioni e affondare nel suo collo. Lily deglutì rumorosamente e mentalmente ripassò tutte le mosse di autodifesa che conosceva, pronta a tirargli un cazzotto sul pomo d'adamo attese che lui rivelasse le sue intenzioni.

«Se devi uccidermi smettila di farla tanto lunga.» mascherò il suo timore, e fece la spavalda alzando il mento in segno di sfida.

Blaine sorrise, di nuovo, per nulla colpito.

«In primo luogo, non sei tu a dovermi dire come e quando dovrei ucciderti. In secondo, non gioco con il cibo. Mai. E, terzo» si fermò un attimo, come se gli costasse molto continuare a parlare,  e si avvicinò ancora. «io non sono qui ucciderti.»

«Che cosa?» le uscì con un tono forse un po' troppo acuto perché ebbe come la sensazione che lui avesse capito che ci aveva creduto davvero.

«Ho detto,» rispose quasi seccato. «che non voglio ucciderti.» lo ripeté come se fosse una cantilena, impaziente.

«E perché non vuoi ?» chiese, contrariata, consapevole che il suo tono aveva un che di dispiacere.

«Oh no, è qui che sbagli.» la fermò subito, con un sorrisetto che non prometteva niente di buono. «Mi piacerebbe tanto bere il tuo sangue, ma non posso.»

«Perché?»

Il vampiro l'afferrò per un braccio, all'improvviso, trascinandola in una delle aule vuote

«Zitta.» le posò una mano sulla bocca per impedirle di parlare.

La porta socchiusa davanti faceva filtrare un sottile filo di luce tremolante, che permise loro di vedere una decina di ragazzi dirigersi verso una delle aule di scienze chiacchierando fra loro.

Premuta contro il suo corpo duro come pietra a niente servì il suo divincolarsi e cercare di assestargli un calcio negli stinchi. Lui non si mosse di un millimetro.

Più restava in quella posizione, più continuava a fissarlo, certa che lui non la vedesse, concentrato com'era nell'evitare di essere visto. Era innegabile che fosse bello da togliere il fiato, forse un po' troppo scavato sulle guance, ma certamente attraente. La sua pelle era molto chiara, senza un'imperfezione, il taglio della mascella era accentuato dall'ombra della ricrescita accennata della barba, ma non ancora evidente. Le labbra erano ben disegnate e doveva essere sicuramente illegale che un assassino, tra le altre cose, avesse delle labbra così belle e sensuali. Aveva anche un ottimo profumo. Era così bello quanto pericoloso. O era lei a star soffrendo di una qualche forma strana di sindrome di Stoccolma?

Lui che non si era nemmeno accorto dei suoi tentativi di divincolarsi, si lasciò scivolare dentro un'aula vuota, portandosela dietro come se non pesasse nulla.

«Che modi.» replicò aspra quando le tolse la mano dalla bocca e riuscì finalmente a respirare. Lui non parve farci caso, si limitò a chiudere la porta, avvolgendoli nel buio più completo.  « Non vedo niente!» replicò Lily, infastidita.

«Io ci vedo benissimo.» borbottò lui, senza la minima intenzione di muoversi.  «Ma vuoi stare ferma?» lui l'afferrò con prima che cadesse a terra in un tentativo di trovare l'interruttore della luce, senza permettere che sfiorasse con la testa il pavimento dal quale si sentiva tanto vicina.

Con una mano dietro la sua nuca e una alla base della schiena la stava tenendo sospesa, avvertiva il respiro di Blaine solleticarle la pelle delicata del collo. Lo sentì irrigidirsi improvvisamente e inspirare a fondo, dalla sua gola un suono gutturale simile a un ruggito sommesso le fece mancare un battito.

THE WHALKER - Il Giglio ScarlattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora