Lily:« Tu non sei ciò che mi è stato promesso. » aveva detto una voce cristallina, dalle profondità di quell'enorme spazio bianco che di fine sembrava non averne affatto. « Non dovresti essere qui. » la sua voce era tagliente ma allo stesso tempo attraente alle orecchie di Lily, che stava riemergendo dal torpore mortale, scoprendosi con stupore di avere ancora un corpo in carne e ossa.
Non era morta.
Non ancora perlomeno.« Tu sei Azazel? » riuscì solo a dire Lily, con la voce arrochita dallo sforzo. All'improvviso un fruscio alle sue spalle la fece sobbalzare.
« Non pronunciare il mio nome. » il fiato gelido del demone aleggiava sulla sua nuca, e quando Lìly schizzò nella direzione opposta, ne scatenò l'ilarità e con un ghigno le mostrò una schiera di denti piccoli a appuntiti che a nulla si addicevano a un viso dall'apparenza angelica; i tratti delicati come quelli di una ragazzina appena entrata nell'adolescenza, circondati da una lunga scia di riccioli biondi che ricadevano sulle spalle di un corpo androgino, privo di qualunque indumento.
« Il nome è potere, stupida ragazzina. Dimmi il tuo, e toglierò la sofferenza dal tuo fragile corpo mortale. » asserì con quella che le parve irritazione, poi passò una mano lungo la sua ferita aperta dal quale non si era accorta che aveva continuato a sgorgare sangue, che impregnò il palmo del demone, che parve assorbirlo come un unguento.
« Stai soffrendo, non è così? » disse ancora, al suo orecchio, senza permetterle di allontanarsi. Era come se le sue parole riuscissero a farle percepire la realtà, e la vita che man mano scorreva via dal suo corpo. « E tu non vorresti porre fine a tutto questo? Io posso farti vivere in un dolce sogno per l'eternità, dimmi il tuo nome e te lo darò. » Azazel passò una mano di fronte ai suoi occhi annebbiati.Sentiva il rumore del braccio di un vecchio giradischi abbassarsi, la puntina toccare il vinile e una canzone illuminò la stanza con i suoi ricordi più preziosi, sentì la voce di sua madre che canticchiava sotto voce mentre le spazzolava i capelli come faceva sempre quando era piccola. Sentiva il suo profumo di fiori e la sua risata cristallina. Come se non fosse mai andata via.
All'improvviso sentì di nuovo il profumo di terra appena mossa, e una brezza delicata le muoveva i capelli.
Non devi avere paura .
Quella voce. Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime, sentendosi tremendamente in colpa per aver lasciato che il tempo rendesse quel suono sempre più sbiadito.
Devi solo coprirle delicatamente. così. Aveva detto, accompagnando le sue mani impacciate e cicciottelle a ricoprire delle radici di un piccolo arbusto con della terra.
Un piccolo alberello di magnolia, per l'esattezza. Aveva sempre amato le piante.
Ecco brava, così. Le sorrise incoraggiante scoprendo due fossette sulle guance, così simili alle sue. I suoi lunghi capelli del colore del miele erano raccolti in una spessa treccia dalla quale sfuggivano alcune ciocche ribelli, e che lei cacciava via sbuffando.
E adesso cosa facciamo? domandò una Lily assai più piccola, quando ancora aveva bisogno di sollevare la testa per guardarla negli occhi ambrati, gli stessi nei quali si specchiava ogni giorno.
Adesso dobbiamo solo aspettare. E dargli tanto amore, acqua e calore, così lei ci ringrazierà con dei fiori bellissimi. Sorrise di nuovo sfilandosi i gli spessi guanti e tirando Lily sulle sue gambe. Funziona così, amore. Bisogna prendersi cura di ciò che amiamo perché diventi forte e bellissimo. Le spiegò pulendole il viso da qualche macchiolina di terra.
Come fai tu con me e con Seth? Domandò la lei bambina, in uno slancio di innocenza.
Io... Ci ho provato. La sua voce tremolò per un momento, e i suoi occhi si spensero come se stesse pensando a qualcosa.
Mamma?
Non è nulla, tesoro. Sobbalzò e le prese le mai, baciandola proprio dove una linea sottile ma di un rosso vivo le circondava entrambi i polsi.
Lo farò sempre meglio, lo giuro. Ogni cosa accada sarò sempre con te.Ma era solo una bugia.
Lei non ci era riuscita. Quella era solo un illusione.
« No. » sussurrò cercando di sfuggire con tutta se stessa da quel calore immaginario e allungò una mano alle sue spalle, proprio in direzione del demone, che lui scacciò infastidito.
« Non voglio! » urlò con tutte le sue forze, calore improvviso, proveniente dal suo ventre raggiunse ogni estremità del suo corpo, ricoprendola come una seconda pelle, aderì ad ogni centimetro di lei, rafforzando il suo corpo e poi si riversò all'esterno, rilasciandosi come un elastico e colpendo in pieno tutto ciò che la circondava, compreso il demone che con ringhio bestiale si allontanò da lei come se avesse toccato fuoco.
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THE WHALKER - Il Giglio Scarlatto
Roman d'amour" Lo so che lo vuoi quanto me." mormorò, quando si avvicinò e lei cadde a sedere sul letto, paralizzata. Si era chinato, e percorreva con le mani la sagoma delle sue gambe spingendola a divaricarle e con le labbra ricalcava il tragitto di una vena b...