I gradini di marmo bianco sembravano moltiplicarsi e diventare sempre più ripidi sotto i suoi piedi. Lily si sentiva incredibilmente piccola e indifesa, e non sapeva proprio il perché quel luogo risvegliasse in lei sentimenti tanto familiari quanto malinconici. Eppure, non ci era mai stata prima.Il calore del corpo di Blaine che camminava di fianco a lei le suggeriva razionalmente che niente avrebbe potuto scalfirla, ma una voce continuava a strepitare di correre il più lontano da là.
« Tutto bene? » domandò Blaine, voltandosi verso di lei. Non si era resa conto di essersi quasi fermata.
Quei giorni con lui erano stati intensi quando brevi, e al solo pensiero che tutto quello potesse venirle potato via le faceva pungere terribilmente gli occhi. Era arrivato il giorno della sua valutazione, ma Lily non si sentiva affatto pronta.
« E se vedessero che non posso trasformarmi? Vorrei solo avere più tempo e poi... » mormorò, tra i denti.
« Lily... »Blaie sospirò, e d'istinto le accarezzò i capelli, perso in pensieri forse troppo profondi perché volesse condividerli. Forse anche lui pensava la stessa cosa. « Senti, io non so come andranno le cose là dentro, però posso prometterti una cosa con certezza. » Le disse poi, dopo averle afferrato saldamente le spalle « Qualunque cosa accada io resterò al tuo fianco. » Quelle parole, erano quanto di più inaspettato potesse aspettarsi da lui, quasi più dell'abbraccio che seguì. Lily si beò di quella stretta, un calore le avvolse le membra e per un attimo pensò di avere una piccola possibilità.
Poi, ogni suo pensiero per un istante fu spazzato via da un figura, alle spalle di Blaine.
Una donna stava uscendo dal luogo dove erano diretti, l'enorme porta di ebano si era appena chiusa alle spalle.
La sua pelle era talmente pallida da sembrare un foglio di carta, creando un acceso contrasto con i capelli corvini striati d'argento, stretti in una lunga treccia e fermati alla base del capo con un fermaglio dorato. Indossava degli abiti decisamente spartani, di un grigio tortora insignificante. Aveva il polso vicino alle labbra, come se lo stesse leccando.
Quando passò al loro fianco però qualcosa richiamò anche lei, e i suoi occhi nero caffé sfiorarono per pochi attimi quelli di Lily, prima di abbassarsi rapidamente.
« Guerriero. » mormorò con una piccola riverenza, e continuò a scendere le scale.
Quella donna, lei la conosceva.
« Lily, mi hai sentito? » non si era nemmeno accorta che Blaine aveva interrotto il loro abbraccio, lei sussultò in tutta risposta.
« Scusami, mi sono distratta, dicevi?»
Lui la guardò torvo, come se avesse capito qualcosa, ma qualunque cosa avesse percepito, non fece domande. « Ti ho detto che è ora di entrare. »
Lily annuì, riprendendo a salire quei gradini infiniti, e aprirono la grande porta finemente intarsiata, con simboli che Lily non aveva mai visto prima, un idioma antico che la portava a tempi sconosciuti e lontani.
Un grosso salone incredibilmente luminoso ma senza finestre si allargava davanti a loro, un unico grande oblò sul soffitto rivelava un cielo nero senza stelle né luna.
Il pavimento anch'esso di marmo bianco era attraversato da un lungo tappeto color vino che arrivava all'estremo opposto della stanza, fino a toccare il muro affrescato con miti e leggende che la rimandavano alla sua infanzia, quando suo padre leggeva ad una piccola Lily seduta sulle sue ginocchia storie su come l'universo aveva avuto origine per loro, ma questa era un'altra storia.
Seduto su un grande seggio di avorio e alabastro c'era un uomo dall'aria altera, incredibilmente somigliante a Rose, dai lunghi capelli biondi che arrivavano quasi alle spalle, e i lineamenti severi, ma dietro degli occhiali con una montatura sottile c'erano occhi grigio ferro che Lily sapeva di conoscere già. William, il fratello di Blaine e Rose, il fratello di cui nessuno dei due parlava mai e il diretto successore di suo padre era di fronte a lei. E la squadrava come se fosse un animaletto curioso, a metà tra l'annoiato e l'infastidito.
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THE WHALKER - Il Giglio Scarlatto
Storie d'amore" Lo so che lo vuoi quanto me." mormorò, quando si avvicinò e lei cadde a sedere sul letto, paralizzata. Si era chinato, e percorreva con le mani la sagoma delle sue gambe spingendola a divaricarle e con le labbra ricalcava il tragitto di una vena b...