Blaine:
« Scusa Rose, non credevo avessi compagnia. Me ne vado subito. »
Era la sua voce.
Gli occhi di Blaine guizzarono in un attimo alla figura che resta ferma sulla soglia.
Lily se ne stava impalata, completamente a disagio. Ed era bellissima, come sempre. Doveva essere appena rientrata dalla palestra. Un tenue rossore coloriva le gli zigomi e i capelli erano umidi come se li avesse lavati e asciugati un po' di corsa. Blaine da quella distanza poteva sentire il profumo del sapone che aveva usato. Personalmente preferiva sentire l'odore della sua pelle così com'era. Portava un paio di pantaloni neri molto aderenti e una canotta rosa shocking con una scollatura su cui Blaine indugiò più del dovuto.
Anche lei lo stava guardando, i suoi occhi ambrati si immersero in quelli di Blaine per un lungo attimo. Poi, la sua espressione mutò. Se prima sembrava essere attratta dalla sua presenza in quella stanza, adesso sembrava quasi scocciata di vederlo lì. Come se fosse quasi una presenza sgradita. La vide tuttavia soffermarsi sul suo corpo, Blaine non ci aveva nemmeno fatto caso ma in effetti era uscito dal suo appartamento mezzo nudo. Di certo non credeva che Rose gli avrebbe fatto tutte quelle storie. Però adesso il suo ego non poteva che sentirsi lusingato di vederla guardarlo con quello che sembrava essere un'ombra di desiderio nello sguardo.
Poi, Blaine si rese conto che quella carica sessuale veniva da lui e non da Lily, che adesso era completamente assorta da altro. Scambiò qualche parola con Rose, ma lui non le stava ascoltando. Vedeva solo le sue labbra che si muovevano e lui le immaginava sul suo corpo...
Dio, improvvisamente Blaine si rese conto che quei giorni passati lontano da lei non erano stati affatto sufficienti. Aveva ancora voglia di lei, in ogni senso possibile. Ma questa volta non si sentiva affatto poco padrone di sé, anzi ogni fibra del suo essere sembrava ringraziare per ogni istante che Lily se ne stava lì, a spargere il suo profumo ovunque. Era come aria fresca nei suoi polmoni. Lui, i suoi pensieri, era completamente lucido. La voleva, e l'avrebbe presa di peso e portata nella sua stanza se non avesse avuto stampato nel cervello un elenco che aveva stilato mentalmente in quei giorni del perché non poteva farlo.
« Non dire sciocchezze, entra pure. » rispose Rose, e quasi la spinse dentro chiudendosi la porta alle spalle. Sua sorella gli rivolse un'occhiata eloquente, e solo in quel momento Blaine si rese conto di starla fissando con bramosia. Si costrinse a guardarsi le mani, impegnate a rigirarsi nervosamente il bicchiere tra le mani. Non si piaceva vedersi in quel modo, non si sentiva più se stesso. Detestava essere preda di un qualcosa che non riusciva a controllare.
Lily si voltò per posare il suo borsone all'entrata e si accucciò per prendere qualcosa dal suo interno. Si sciolse i capelli, liberando le morbide onde rossicce che riempirono tutta la stanza quel delizioso profumo di lavanda. Le sue narici ebbero un fremito e tutti i muscoli del suo corpo si stesero improvvisamente. Blaine si vergognò di se stesso sentendosi come un maniaco perché non riusciva a distogliere gli occhi da lei.
« Se mi aspetti vado a mettermi qualcosa di decente, così possiamo metterci al lavoro. » sentenziò Rose, scomparendo dietro la porta della sua camera da letto.
L'aria era diventata irrespirabile, faceva di nuovo caldo e il prurito era ricominciato.
Lily si dondolava sulle punte dei piedi, senza dire una parola.
Porca puttana, stava impazzendo.
Poi si avvicinò di qualche passo, per sedersi su una delle due poltrone vicino al divano, quella più lontana da lui. Come se servisse a qualcosa. In mano aveva una penna e un'agendina rossa che aprì sulle gambe e si mise a leggere. La osservò di sottecchi mentre sembrava concentrarsi nella lettura, poi con un click la penna scattò e la osservò scrivere qualche parola. Non gli importava sapere cosa stesse scrivendo, erano i suoi movimenti, il suo respiro regolare, non si perdeva un singolo movimento. Poi, Lily sollevò la pena e mordicchiò il cappuccio.
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THE WHALKER - Il Giglio Scarlatto
Romance" Lo so che lo vuoi quanto me." mormorò, quando si avvicinò e lei cadde a sedere sul letto, paralizzata. Si era chinato, e percorreva con le mani la sagoma delle sue gambe spingendola a divaricarle e con le labbra ricalcava il tragitto di una vena b...