Lily:Lily non aveva mai pensato a come sarebbe morta. Dopo che sua madre se ne era andata, proprio quando forse avrebbe avuto più bisogno di lei, aveva semplicemente smesso di pensarci ficcando tutte le sue paure in un cassetto. E aveva sempre fatto così per tutto ciò che la terrorizzava, pur di mantenere il sangue freddo. Il punto era che a forza di stipare tutto ciò a cui non voleva pensare in quel fottuto cassetto, ormai faticava a chiudersi e ormai come tanti piccoli post it abbandonati le sensazioni stavano iniziando a sfuggire al suo rigido controllo.
Con la vista offuscata dalle lacrime, si spinse a cercare il caricatore della sua glock che ovviamente non le avevano requisito dato che senza pistola non sarebbe stato molto ultile. Si accucciò a terra, tirò fuori un proiettile affusolato e con l'aiuto del coltello cercò di aprirlo proprio dove c'era la camera piena di argento liquido. Lily lo versò sulla lama, facendolo colare con attenzione, il liquido a contatto con il metallo freddo si solidificò immediatamente, aderendo come una pellicola. Ripeté il procedimento con un altro paio di proiettili finché non ebbe completamente coperto la lama.
« Hai rovinato un ottimo pugnale. » commentò Samantha che osservava di sottecchi la porta, aspettando i nemici da un momento all'altro. « Ma hai avuto una bella pensata. » ammise, per poi irrigidirsi. « Arrivano. » disse, assumendo una posizione accucciata degna del migliore dei predatori. Erano sorprendentemente in anticipo considerando che loro ci avevano messo parecchio tempo a trovare la porta giusta, anche se a mente lucida i suoi segni con il rossetto dovevano avergli dato una grossa mano.
Quando il primo vampiro uscì dal corridoio ed entrò sul palco Samantha balzò, afferrandolo per il collo e trascinandolo a terra, iniziando a colpirlo a mani nude con ritrovata energia. I pugni chiusi colpivano senza pietà frantumando tutte le ossa del suo viso dopo ogni cazzotto.
Il secondo vampiro non si fece attendere e si scagliò sulla lupa, con le zanne sguainate. Lily però era pronta e lo attaccò alle spalle, colpendolo alla schiena, e facendolo cadere a terra con un urlò bestiale.
Samantha continuava a colpire il vampiro senza sosta, finché non smise di ribellarsi e perse i sensi.
Ma non era ancora finita, perché un terzo vampiro, una donna con il viso completamente distrutto dall'argento l'attaccò alle spalle a sua volta, brandendo un enorme sciabola in direzione di Lily che di spalle sembrava non averla sentita arrivare.
« Attenta! » urlò Lisa, facendo sì che Lily si spostasse di quel poco necessario perché la mancasse. Indietreggiò mentre quella continuava a fendere l'aria nella sua direzione. Lisa, disobbedendo a tutti gli ordini corse verso di lei e la tirò per la lunga coda di capelli neri costringendola a piegarsi all'indietro, quel tanto che bastava perché Samantha si alzasse da terra e le piantasse la sua stessa sciabola ad altezza dello stomaco inchiodandola a terra, che si divincolava rantolando e cercando di togliersi la sua stessa arma di dosso. Poi si voltò e assestò un potente calciò alla nuca del vampiro che Lily aveva azzoppato, assicurandosi che non si realizzasse nei prossimi minuti.
« Okay, ne mancano due. » ansimò Samantha facendo scrocchiare le mani. « Se non contiamo quella di prima che probabilmente hanno prosciugato per ritornare in forze. » Lily annuì inorridita a quell'eventualità. « Torna al tuo posto, Lisa. » disse poi la ragazza, riprendendo la propria posizione, al lato della porta.
Dal corridoio il rumore di passi le fece tornare sull'attenti. Samantha le fece cenno di passarle il pugnale e Lily, senza esitare obbedì, lanciandolo alla ragazza che lo afferrò e scattando come un felino colpì al collo un grosso vampiro che non era ancora entrato, quello si posò una mano sulla gola annaspando, ma non si fermò nonostante la ferita e cercò di colpire Samantha e lo pugnalò altre volte al petto, mancando di proposito il cuore. Non potevano ucciderli, solo metterli fuori combattimento, ma la cosa si stava rivelando sempre più difficile.
Poi, entrò l'ultimo vampiro che si scagliò su Samantha cercando di farla smettere. Lily si lanciò alle spalle dell'uomo, replicando l'attacco di qualche minuto prima quando sentì Lisa urlare.
Il vampiro a cui Lily aveva reciso i tendini era di nuovo in piedi, un po' a fatica e avanzava verso la ragazza, con i canini sguainati pronto a morderla.Non c'era tempo per pensare, e Lily balzò sul vampiro proprio come le avevano insegnato, con un salto lo afferrò per le spalle e si diede la spinta per spezzargli il collo con un volo che terminò con la loro caduta a terra, ma perlomeno il vampiro era inerme. Non una presa da manuale ma aveva sortito l'effetto sperato.
Lily si rialzò in fretta per correre da Samantha che stava combattendo contro due vampiri contemporaneamente e colpiva con il pugnale ruotandolo come un mulinello, facendo friggere la loro pelle sotto il tocco della lama.
Ma, poi qualcosa andò storto. Sentì una sensazione di dolore provenire alle spalle ma qualcosa le impediva di voltarsi, qualcosa di viscido e caldo le colò sulla spalla. Era il suo sangue? Sentì la vista farsi all'improvviso sempre più offuscata finché non cadde a terra, priva di forze. Di fronte a lei la vampira che avevano creduto immobilizzata dalla stessa sciabola si stava avvicinando a Samantha alle spalle, ma la voce le moriva in gola nonostante avesse provato a urlare con tutte le sue forze.
Con la testa rovesciata all'indietro poteva vedere oltre la parete di plexiglass, Blaine si era alzato in piedi e cercava di raggiungerla anche se una forza invisibile lo spingeva verso il basso, il pubblico applaudiva in estasi mentre i loro si divincolavano sulle sedie urlando.
Non riusciva a sentire le voci, e uno strano calore iniziò a insinuarsi dalle punte dei piedi sino a quelle delle mani.
Quindi era quella la fine?
Blaine:
Te l'avevo detto.
Ghignò quella voce nella sua testa.
Te l'avevo detto che sarebbe finita così.E la cosa che più lo faceva incazzare era che aveva ragione. L'aveva sempre saputo che era una cattiva idea lasciare che Lily si avvicinasse troppo a lui, e alla fine tutti i suoi timori avevano trovato certezze.
Il suo corpo giaceva a pochi metri da lui, esanime in un lago di sangue.
Sangue che come attratto da un magnete, scorreva verso il sigillo dorato disegnato su quel palco che era appena diventata la sua tomba e che, goccia dopo goccia, aveva assunto un colore sempre più accecante.Lei se ne stava andando.
Lei che aveva accettato tutto di lui senza chiedergli niente in cambio, lei che lo amava nonostante tutto, senza riserve.
E lui si sentiva un'idiota ad aver cercato di allontanarla così a lungo, e nonostante questo di aver fallito miseramente.Lui rovinava tutto ciò su cui posava gli occhi, era la sua condanna. La cosa che a tutti quelli come lui riusciva meglio di tutto il resto, portare caos.
Distruzione.
Morte.Lui, che avrebbe solo dovuto proteggerla l'aveva condotta al patibolo.
Io sono te, tu sei me.
Fammi uscire.
Disse la voce.Fammi uscire, e non sentirai più niente.
Perché no, che cosa aveva da perdere in fondo? In quel momento niente aveva più senso. E l'oblio era certamente una soluzione più dolce a tutto quel dolore che sentiva nel petto.
Aveva passato anni a reprimere quel lato di sé, a farsi di verbena ogni giorno soffrendo come un cane pur di non perdere di nuovo il controllo. Ma in quel momento, l'unica cosa che Blaine desiderava era non sentire più niente se non una cosa sola.
Uccidere.E, senza indugiare oltre, ruotò gli occhi all'indietro e accolse con perverso piacere quell'ira che pervase ogni suo muscolo, e il dolore che ne seguì ad ogni singolo muscolo del suo corpo che si ingrossava, si allungava e si tendeva, pronto per radere al suolo quel luogo.
I suoni si fecero ovvattati, tanto che le urla di Rose nella sua direzione non divennero che lontani sussurri, e quando sentì un ringhio ferale farsi strada dalle profondità della sua gola seppe di essere pronto. Svincolò con estrema facilità le invisibili catene che lo tenevano ancorato alla sedia e lasciò che il dolore alla sua schiena si placasse, e sentì con piacere la terra iniziare a tremare sotto i suoi piedi.
Il Whalker era tornato.
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THE WHALKER - Il Giglio Scarlatto
Romance" Lo so che lo vuoi quanto me." mormorò, quando si avvicinò e lei cadde a sedere sul letto, paralizzata. Si era chinato, e percorreva con le mani la sagoma delle sue gambe spingendola a divaricarle e con le labbra ricalcava il tragitto di una vena b...