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Nessuna festività batte il Natale, o almeno questo è quello che penso.

Non l'ho mai festeggiato, a meno che, per festeggiare non si intenda assistere alla messa di paese per poi andare alla cena alla mensa della chiesa per poi aspettare la mezzanotte farsi gli auguri a vicenda.

Questo è come passavo il Natale in Minnesota.
Sicuramente non lo avrei passato con i miei "genitori" visto che passavano la vigilia come tutti i giorni della loro vita, rubando e facendosi fino a scordarsi i propri nomi o il mio,per poi continuare con il bere.

Non volevo passare il natale così, non lo volevo io e non lo volevano le persone che conoscevano me e la mia situazione famigliare.
Molte volte mi sono stati regalati vestiti come pensierini di Natale dalle persone della palestra o anche quaderni e libri per la scuola.
Non ho mai avuto modo di ripagarli per i loro sacrifici per me, che non ero nemmeno parte della loro vita.

Sorrisi mentre osservavo il piccolo pupazzo a forma di geco regalatomi un Natali di molti anni fa dalla Signira Smith, una donna che frequentava pilates in palestra.
Gli avevo persino dato un nome "Sandy il Geco" lo portavo sempre con me, era il mio piccolo amico che dormiva ancora con me sotto il cuscino.

Mentre infilo i jeans penso a tutte le commissioni da fare oggi, perché ovviamente, chi si doveva ridurre a fare i regali di Natale il giorno della vigilia?! Proprio io.

Noah è stranamente silenzioso, se ne sta sul letto a leggere un libro di gialli , precisamente "La spia che venne dal freddo" di John Le Carré.
Afferrò il mio cappotto e gli lascio un dolce bacio prima di scendere frettolosamente le scale dove mi sta aspettando Ally.

Saluto urlando ai ragazzi che stanno giocando alla play mente le luci con cui abbiamo decorato la casa riscaldano piacevolmente l'ambiente attorno a noi.

Mentre imbocchiamo le strade di Santa Monica ricoperte da poca neve ormai sciolta io ed Ally pensiamo e ripensiamo a cosa regalare ai ragazzi.
Ally non ammette ancora di essere ad un punto ormai penso ben stabile con Liam, ma fa la gnorri , e pur sapendo la verità le lascio credere che io non mi sia accorta di come si guardano o di come siano attaccati l'uno all'altra.

Parcheggio davanti al centro commerciale e devo reprimere immediatamente la mia folle corsa verso Primark.
Passiamo a salutare la signora Annie, la nostra titolare che gentilmente ci ha permesso di passare le festività in ferie.
E si, so che ho vinto parecchi soldi con le gare, ma quelli ho deciso di metterli in un fondo che potrò sbloccare solo quando avrò finito l'università.
Non voglio agevolazioni, sono arrivata qui con l'idea di costruirmi una vita.
E per me questo equivale ad andare all'università e lavorare, laurearmi e trovare in lavoro nel mio ramo.
E si,se mi servirà un aiuto lo avrò con i soldi vinti, altrimenti rimarranno li.
Ho vissuto ventuno anni senza un soldo, non è un problema vivere con uno stipendio.
Anzi e già anche troppo per me.

Dopo aver preso tre anellini uguali per me Asher e Aron, manca solo il regalo per Liam e Noah.
Per Liam opto per un paio di occhiali alla John Lennon, molto nel suo stile.

Ma Noah è il mio problema nei regali.
Potrei regalargli tutto o niente.
Sarà per sempre un incognita per me quel ragazzo.

Dopo aver girato tutto il centro commerciale per ben tre volte decido di entrare in una piccola gioielleria.
Un signore dalla folta barba ci invita ad entrare.
Osservo ogni oggetto fino a che il mio occhio non cade su un orologio piccolo e fine in argento.

"Mi scusi posso incidere qualcosa sul retro?!" Chiedo gentilmente al signore che dopo aver acconsentito mi rivela che quello è un orologio molto ricercato ma che comunque poche persone notano la sua bellezza.
Proprio perché non è adatto a tutti.

HEART OF ICE AND LIMONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora