23.

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Che settimana da dimenticare santo cielo.
Ho passato la mia settimana tra lezioni, studio e lavoro.
Un loop continuo.

Tralasciando il fatto che non sono mancate le minacce da parte di Williams e le sue ancelle.
Mi fanno molto ridere, e sicuramente molti mi crederanno una pazza fuori di testa, e magari lo sono anche.
Ma proprio non riesco a prendere sul serio quel ragazzino viziato che si atteggia per i corridoi della scuola ubriaco come un asino e drogato come un drago.

Dopo la sua scenata in mensa che figuriamoci se non mi rendeva protagonista, molta gente ha iniziato a raccontare storie su storie.
C'è chi dice che ha ucciso tante persone, chi invece dice che la sua famiglia ha il mondo tra le mani, ma quella che mi ha fatto più ridere è stata quella che: " se vuole farà sì che tu non sia mai esistito"

A quella seriamente sono scoppiata a ridere.
I soldi possono insabbiare parecchie cose ma una persona? Credo proprio di no.
Anche se ci sono molti casi ancora aperti, di persone scomparse anche per essersi messe contro "la gente sbagliata".

Ho paura per me? No.
Ho paura per le persone a me care se queste voci dovessero rivelarsi veritiere? Si.

Ma lui ha puntato me ed Ally e da una settimana a questa parte punta a farci cadere come un castello di carte.
I primi pedoni che ha mosso?
Beh, ovviamente Asher e Liam che non capisco il cazzo di motivo per cui non si ribellino.

Sono sicura di una cosa: c'è qualcosa sotto e sono davvero motivata a capire cosa.
Li tiene ai suoi piedi come degli schiavi e loro subiscono pure.
Non è una cosa molto normale.

Il discorso che ha fatto Williams nel capannone mi ha fatta rimanere abbastanza basita.
"Hai scelto lui è non me, lui sapeva"...

Cosa vorrebbe dire? Che aveva imposto a Asher di non provarci con me? Cosa siamo tornati alle elementari?

È veramente un sociopatico e se nessuno gli ha mai detto di smetterla beh, ci penserò io.

Immersa nei miei pensieri non mi sono nemmeno resa conto che sono arrivata davanti a casa di Nonna Minerva.
Ho così paura della sua reazione che mi sono portata Ally con me.
Mi sudano le mani e non voglio nemmeno parlare delle mie ascelle.

La casa è proprio come me la ricordavo, c'è ancora l'altalena dove nonna mi portava da piccola quando i miei genitori iniziavano a litigare.
Il grande prato che costeggia la villetta è tagliato all'inglese e la casella postale è a forma di casetta.

La porta d'ingresso è di un color rosso vinaccia.

Si nonna ha la passione per i colori.

"Andiamo piccina"
Ally mi spinge verso il piccolo vialetto che conduce alla porta.

Titubante con il dito a mezz'aria rimango a fissare il campanello, suono o non suono?

Non faccio in tempo nemmeno a formulare una risposta che la porta davanti a noi si spalanca.
Davanti ai miei occhi si palesa la mia nonna.

La mia nonna finalmente.

Ha i capelli corti stile anni sessanta di un color mogano.
Una maglietta con una stampa floreale ed una gonna che le arriva alle ginocchia.
La sua cagnolina che non la abbandona mai mi osserva da sotto la sua gonna.
Ha il pelo lucido ed è color caramello ha due occhioni enormi, la barbetta bianca segna la sua età che pero non da a vedere visto come abbaia a pieni polmoni!

"Ella?" La sua voce è dolce e decisa proprio come me la ricordavo.
"Ciao nonna" dico più in imbarazzo che mai.
Magari le sto dando fastidio, oppure anche solo vedere la mia figura le fa ricordare il fallimento che ho come "genitori".

HEART OF ICE AND LIMONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora