quarantaduesima parte.

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sta notte alla fine ho dormito comunque di merda, ai soliti pensieri riguardanti Christian si é aggiunta anche Susanna.
Ho passato tutta la mattinata a studiare anche se a metà é arrivato il moro con due cornetti e due cappuccini.
Che fai? Te ne privi?
Dopo un po' é andato via, a sua detta aveva da fare.
ora sono le 18:00
io cosa mi metto sta sera?
Cerco nei cassetti un qualcosa di decente e trovo per puro caso un corsetto bianco discretamente carino che ovviamente abbinerò a un qualsiasi pantalone nero.
Decido di chiamare Alexia per aggiornarla sugli avvenimenti della mia vita.

...
io<e niente, questo é quanto>
dico dopo una buona mezz'ora al telefono con lei.
A<non ci sono io e succedono le cose più interessanti, che palle>
io<comunque l'ipotetico outfit per stasera é approvato?>
A<yes, sarai bellissima, mi manchi tanto>
io<anche tu, dai ora ti lascio andare che inizio a prepararmi>
A<va bene, vado, ciao ciccia>
io<ciao ciao!>

Chiudo la chiamata e decido di farmi una doccia veloce, indosso l'outfit prestabilito.
Carino, semplice, ma carino.
Sento il campanello, é impossibile che siano già le nove.
Controllo l'orario e sono solo le otto.
Scendo al piano inferiore e apro la porta.

C:"buonasera"
entra in casa senza lasciarmi tempo di parlare.
io:"esci"
dico mantenendo la porta aperta.
C:"mhhh, no"
io:"Christian esci"
scuote la testa salendo al piano superiore ed entrando nella mia stanza.
Lo seguo.
Inizio a truccarmi sotto il suo sguardo attento.
C:"a che ora ti passa a prendere quello?"
io:"alle nove e comunque si chiama sempre Luca"
alza gli occhi al cielo.
C:"ti si vede tutto con quella roba lí"
dice riferendosi al corsetto.
io:"bugiardo, non si vede nulla"
C:"questo é perché non guardi con un occhio attento"
mi giro verso di lui con uno sguardo omicida.
Mi fa l'occhiolino.
Mi rigiro finendo la base per poi passare agli occhi.
C:"se ti dovessi annoiare casa mia é sempre aperta"
io:"non mi annoierò, tranquillo"
C:"io non ne sarei così sicuro, però, come vuoi"
io:"perché sei qui?"
C:"mi annoiavo"
io:"certo, ti annoiavi"
C:"cosa vuoi insinuare?"
si alza dal letto appoggiandosi allo schienale della sedia dove sono seduta io per truccarmi.
io:"che sei geloso da fare schifo"
C:"io geloso?"
annuisco.
scrolla le spalle e si risiede sul letto.
Finisco il make up aggiungendo un rossetto rosso.
C:"si dice che il rossetto rosso sia anti bacio"
io:"io infatti non devo baciare nessuno"
dico alzandomi dalla sedia e prendendo le mie décolleté nere.
C:"i tacchi non sono da te"
io:"nemmeno il rossetto rosso"
indosso i tacchi e mi alzo in piedi.
C:"e anche così sei più bassa di me"
io:"non te la tirare, sei solo quindici centimetri più alto di me, se metto i tacchi ci separano solo 5 centimetri"
C:"ma sono comunque più alto"
scrollo le spalle e recupero la borsa.
C:"é in ritardo, male male"
dice guardando l'orologio appeso al muro.
io:"é tipico di Luca"
rotea gli occhi.
Scendo al piano di sotto recuperando la giacca e posandola sopra lo sgabello in cucina.
Intanto mi verso un bicchiere d'acqua.
C:"ho sete anch'io"
io:"tu non dovresti nemmeno essere qui"
dico versando l'acqua nel suo bicchiere.
Mi arriva una chiamata.
Poso il mio bicchiere sul bancone e rispondo.

io:<oi Lu, dove sei?>
L:<Emi scusami ma non passo a prenderti>
io:<perché, é successo qualcosa?>
dico preoccupata.
L:<no no, diciamo che ho chiamato Elena per una cazzata e ora ci ritroviamo in macchina insieme diretti all'evento. Mi dispiace>

mi spunta un sorriso.
Loro sono fatti per stare insieme.

io:<tranquillo anzi, goditi la serata e poi raccontami tutto nei minimi particolari, non fare cazzate, a lei piaci ancora"
L:<lo so, ora vado, scusa ancora>
io:<tranquillo tranquillo, saluta Ele>

chiudo la chiamata e mi giro verso il moro che mi stava già guardando.

C:"che c'è? Il principe azzurro si é dimenticato di passarti a prendere?"
io:"no mio caro, il principe azzurro sta portando un'altra principessa all'evento"
C:"peggio per lui, non vedrà quanto sei bella sta sera"
io:"solo sta sera?"
dico avvicinandomi.
C:"no, tu sei sempre bella"
sorrido.
io:"ti dirò, io voglio uscire"
dico sedendomi sullo sgabello accanto a lui.
C:"allora usciamo"
dice alzandosi e aprendo la porta.
io:"aspetta, cambio scarpe"

levo i tacchi e metto le mie amate AirForce.

io:"ora possiamo andare"
ridacchia e fa uscire prima me chiudendosi la porta alle spalle.
C:"ti porto in un posto"
dice aprendomi la portiera della macchina.
Facciamo un breve tratto di strada in silenzio.

io:"mi stai rapendo?"
ridacchia.
C:"non ti rapirei così, farei qualcosa di più tranquillo"
io:"mh, interessante"
...
io:"mi manca Alexia"
dico guardando fuori dal finestrino.
C:"non é morta eh, é in vacanza con il fidanzato"
io:"mi manca pur sapendo che é in vacanza"
C:"voi avete un rapporto strano"
io:"cioè?"
dico voltandomi verso di lui.
C:"anche se non vi chiamate o non vi incontrate tutti i giorni l'una c'è sempre per l'altra, non é scontata come cosa"
io:"per me é la sorella che avrei voluto avere, purtroppo la mia é finita nel giro sbagliato"
C:"non hai sue notizie?"
io:"no, niente di niente"
C:"sai che forse non mi hai mai detto il suo nome?"
io:"Susanna, si chiama Susanna; uno dei nomi preferiti di mio padre"
annuisce osservando la strada.
C:"e tu invece, perché ti chiami Emilia? Non é molto usato come nome"
io:"mia mamma e mio papà prima di avere me e mia sorella fecero un patto: la prima figlia l'avrebbero chiamata con un nome scelto da mia madre, la seconda con un nome scelto da mio padre. Sapevano già che avrebbero avuto due femmine"
C:"quindi il tuo l'ha scelto tua madre"
io:"già, peccato che ad oggi potrebbe anche essersi dimenticata della mia esistenza"
dico guardando fuori dal finestrino.
C:"basta, cambiamo argomento"
annuisco.

io:"no davvero, dove mi stai portando?"
ridacchio mentre osservo che imbocca una stradina vicina al piccolo bosco fuori città.
C:"aspetta e vedrai"
ferma la macchina in un viale disperso nel nulla.
io:"ma dove siamo?"
esco dall'auto.
C:"nel mio secondo posto preferito"
io:"il boschetto?"
dico confusa.
C:"no scema, vieni"
mi prende per mano e mi porta vicino ad un albero.
io:"non capisco"
C:"guarda su"
alzo la testa e noto una piccola casa sull'albero.
C:"l'abbiamo costruita io e papà quando avevo nove anni"
io:"é bella"
sorrido.
C:"sei la prima persona che porto qui oltre ad Alexia" dice grattandosi la nuca.
lo guardo e sorrido nuovamente.
C:"vieni, saliamo"
io:"ma sei sicuro? Ci regge?"
C:"fidati di me"
recupera una scala in legno appoggiata all'albero e sale, così faccio anch'io.
Ci sediamo l'uno accanto all'altra guardando dalla piccola finestra, che si trova sul tetto, il cielo.
C:"visto? Non ti devi fare mille domande prima di fare qualcosa"
abbasso la testa sorridendo.
C:"il tuo sorriso mi manda fuori di testa"
mi sussurra all'orecchio.
arrossisco.
io:"smettila"
dico dandogli un pugno sul ginocchio.
C:"di fare cosa?"
io:"di provocarmi"
C:"e perché mai?"
dice a pochi centimetri dalle mie labbra.
io:"perché se lo facessi io non riusciresti a controllarti"
C:"scommettiamo?"
lo guardo confusa.
C:"provocami, se cedo ti pago la cena"
io:"d'accordo"

telepatia ||Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora