"L'amore e l'odio sono due sentimenti ambivalenti e complementari, sono due forti passioni che dominano la vita di ognuno di noi"
(ambientata fuori Amici)
mi sveglio abbastanza presto, mi cambio e faccio colazione. Decido di mettere un post su Instagram, ogni tanto resuscito dai.
@emiliaa_rota
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aspetto che carichi e mando il buongiorno ad Alexia.
🎤:<giorno cuore, sto già studiando e la situazione é tragica, ti aspetto a casa, resti anche a pranzo vero? Comunque ieri sera ho scritto a mamma, non ha nemmeno visualizzato il messaggio ma non mi stupisce, di Susanna non ho nessuna notizia tanto per cambiare, te invece?>
invio il vocale e mi arriva una notifica. Leggo dalla schermata iniziale il suo nome: Stefanelli👀
lo apro o non lo apro? Lo apro o non lo apro? Basta, lo apro.
C:<so che non ti aspetterai questo messaggio ma volevo scusarmi per ieri sera> io:<perché dovresti scusarti? Tanto volevo dire quello no?>
mi lascia il visualizzato, non mi stupisce per niente.
mi arriva una notifica
A🎤<giorno amo, guarda, non so se riesco a venire oggi, per pranzo si ma prima non riesco, devo sistemare la scuola e cercare alcuni documenti verresti ad aiutarmi? Comunque per tua madre non preoccuparti, starà sicuramente bene, Susanna invece mi ha iniziata a seguire su Instagram, sembra apposto da lì, poi non so. Aggiornami per dopooo>
io🎤<allora per pranzo ok, confermato. Dammi il tempo di salire in macchina e ti raggiungo così facciamo più in fretta. Per mia madre non so, penso di chiedere a mai cugina se sa qualcosa. Comunque tu non preoccuparti, arrivo subito>
prendo le chiavi di casa e esco salendo subito in macchina. Intanto le parole della canzone in radio, nonché "Quello che fa male" di LDA, rimbombano nella mia testa.
io:"E PERCHÉ AMIAMO QUELLO CHE FA MALEEE, CIÒ CHE FA BENE LO LASCIAMO ANDAREE, É CHE IL MIO PIANTO SEMBRA UN TEMPORALE PROMETTO CHE IO LO TERRÒ LONTANOO"
é così vera questa parte di canzone. Intanto arrivo di fronte alla "Scuola dei sogni".
Entro vedendo la porta aperta e sento qualcuno che, dopo la mia entrata, la chiude a chiave.
io:"ALÉ MA COSA TI SEI FUMATA!?" C:"tu che ci fai qui?"
oh no. no no no.
io:"tua sorella mi ha detto di venire a darle una mano a sistemare delle cose ma ci ha chiusi dentro" C:"stai scherzando?"
si dirige verso la porta e prova ad aprirla, niente da fare.
C:"ALEXIA APRI" A:"PARLATE, POI FORSE VI APRIRÒ" io:"non ci posso credere"
cammino avanti e indietro per il corridoio che separa le varie sale mentre lui é seduto a terra.
C:"la vuoi smettere di fare avanti e indietro?" io:"preferisco fare avanti e indietro piuttosto che parlare con te" C:"te la sei presa così tanto per ieri sera?" io:"te la sei presa così tanto per ieri sera? TE LA SEI PRESA COSÌ TANTO PER IERI SERA!? MA TU STAI SCHERZANDO O COSA? MA TI RENDI CONTO DI CIÒ CHE MI HAI DETTO?" C:"stai ingigantendo la cosa, come tuo solito" io:"basta, é inutile parlare con te"
dopo ciò vado in una sala a caso, mi basta stare lontano da lui.
C:"ragazzina guarda che ti perdi" io:"ma non riesci a starmi lontano?" C:"si guarda, se ti sto lontano mi manca il respiro"
provo a chiamare Alexia ma il telefono non prende.
io:"perché non prende il telefono?" C:"qui a scuola non prende quasi mai" io:"perfetto" C:"balliamo?" io :"che?" C:"balliamo?" io:"io non ci ballo con te, scordatelo proprio" C:"che scassa cazzo che sei oh"
va verso la cassa e mette una canzone. Klan di Mahmood. ok, lo ammetto, é bravo. Finisce di ballare e sorride, si vede che si sente bene quando balla, sembra completamente un'altra persona.
C:"che dici?" io:"non sei male" C:"detto da te é un complimento" ridacchio. io:"quanto sarebbe bello tornare a ballare" C:"tu balli!?" io:"ballavo, ho smesso quattro anni fa" C:"dopo..." io:"la morte di mio padre, si"
gioco con le mie mani per l'imbarazzo che mi provoca l'argomento, ero bravina, nulla di che.
C:"perché hai smesso?" io:"non mi sentivo più bene quando ballavo, mi ricordava lui e non riuscivo a fare mezzo passo senza piangere così ho deciso di smettere e di non mettere più piede in una sala da ballo, ma eccomi qui" C:"rincomincia da capo, riprova" io:"no no no, non mi ricordo nulla, non é il caso, non ero nemmeno così brava" C:"provaci almeno" io:"devo proprio?" C:"si"
sbuffo, spero di non fare una figuraccia se no avrà da prendermi in giro per i prossimi due anni. Facevo modern in una scuola a Milano, ero tra le più brave della mia scuola ma a me importava fare felice mio padre, non spiccare, ha sempre creduto in me ed era come una sorta di ringraziamento.
levo le scarpe e mi sistemo la tuta che ho addosso, faccio una coda momentanea e scelgo una canzone del mio cantante preferito: Ultimo.
"Piccola stella" potrei crollare a piangere da un momento all'altro ma decido di mandare la base senza pensarci troppo.
ballo pensando a lui che in questo momento mi starà guardando da lassù, fiero di me, fiero di quella che sono. Finisco di ballare con gli occhi lucidi. Mi manchi papà.
C:"e menomale che non eri brava" ridacchio mentre mi rimetto le scarpe. C:"ricomincia, fallo per lui, per te" dice avvicinandosi, io intanto mi alzo in piedi. io:"no, non ho il tempo, non sono più in forma, no no" fisso il pavimento. C:"Emilia" lo guardo dritto negli occhi. C:"smettila di essere insicura per tutto" io:"non lo so, ci penso" C:"é già un passo avanti"
si gira per prendere una felpa, dato il freddo che fa nelle sale.
io:"Christian"
si gira e mi guarda.
io:"grazie" C:"di cosa?" io:"di avermi ascoltata"
mi sorride. Perdo un battito.
Sentiamo la porta aprirsi. Mi affaccio nel corridoio e vedo la grandissima stronza.
io:"Alexia" A:"Amori miei!" C:"ma mi spieghi come ti vengono in mente ste cose?" A:"dovevate risolvere, avete risolto?" io:"diciamo di sì" C:"già" A:"meglio così, meglio così"
usciamo tutti insieme dalla scuola.
io:"tu vieni con me giusto?" mi riferisco ad Alexia. A:"yesss" C:"dove dovete andare Alé?" A:"a casa sua, pranziamo insieme" C:"ah, capito"
va verso la sua macchina ma si blocca.
C:"ragazzina" mi giro. C:"pensa a ciò che ti ho detto" io:"ci penserò"
sale in macchina e va via salutandoci con un cenno della mano.
A:"CHE VI SIETE DETTI?" io:"nulla di che" A:"e perché non ti credo nemmeno un po'?" io:"pazienza" le faccio la linguaccia e lei mi imita. Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso casa mia. Ci penserò, promesso.