Chapter 9 - Louis e Sophia

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-Dov'è che possiamo parlare?- chiese nervosamente Ashton.

-Vieni alla stazione, lì potremo incontrarci- rispose la voce al telefono, poi riattaccò.

Il ragazzo sbuffò e si chiese il motivo della scelta di quel luogo così insolito, ma poi sospirò rendendosi conto che era di lui che stava parlando.

Si guardò intorno furtivo. Ashton e Lauren avrebbero dovuto vedersi solo all'ora di pranzo, e di certo il ragazzo sarebbe riuscito a tornare per quell'ora, quindi non c'era alcun bisogno di avvertirla che, quel mattino, avrebbe marinato la scuola per andare a trovare il tizio che avrebbe rovinato la sua relazione con Calum. Cosí si allontanò cercando di non dare nell'occhio.

Arrivato alla stazione del treno Merrylands si guardò attorno in cerca di un volto familiare.

Alla stazione c'era poca gente, qualcuno aspettava il proprio treno fissando il cellulare, altri correvano affannati verso il binario che dovevano raggiungere, nessuno faceva caso ad un ragazzo solo che si guardava intorno. "Meglio così" pensò.

Non vide da nessuna parte la persona che stava cercando, ma sentí una voce provenire da un angolo in ombra.

-Ashton Irwin, da quanto tempo... -

Ashton sobbalzò e si guardò ancora intorno.

-Cosa posso fare per te amico? -

-Non sono tuo amico- ribatté acido il biondo scrutando nella direzione da cui proveniva la voce.

-Come vuoi...-. La figura che comparve dall'ombra era alta e snella.
Il volto del ragazzo rimase però nascosto. - Louis - disse il fratello di Lauren salutandolo.

-Ashton, è un piacere rivederti-

Era chiaro come il sole che era una bugia, ma Ashton ignorò il colpo e si affrettò a spiegare la situazione. Però prima che potesse concludere Louis lo fermò interrompendolo.

-Permettimi prima di presentarti una persona... Sophia, vieni-

Un'altra figura si fece avanti. Era un po' più bassa del giovane, e quando il volto venne alla luce Ashton rimase incantato dalla bellezza della ragazza che aveva affiancato Louis.

Aveva i capelli rosso fragola e una spruzzata di lentiggini sul naso. Gli occhi erano verdi ed erano coperti da un paio di Ray Ban neri e contornati da trucco scuro, sulle labbra portava un'espressione un po' corrucciata un po ' imbronciata.

-Sono Sophia Mountain- disse. Aveva un volto stranamente famiare, poi Ashton la riconobbe, tuttavia preferì far finta di non averla mai vista.

-Dunque perché siamo qui? - chiese la ragazza allontanandosi un poco da Ashton e avvicinandosi a Louis.

Il biondo fece finta di nulla e disse: -Louis, ricordi Calum Hood? Voglio che tu lo tenga lontano da mia sorella, puoi farlo? -

Louis sorrise beffardo. - Sarà un piacere! -

Ashton pensò di aver risolto il problema, ma Sophia intervenne: -E noi cosa ci guadagnamo? -

Il fratello di Lauren rimase interdetto davanti a quella domanda inaspettata.

-Beh, non lo so, cosa volete di preciso?-

Louis sorrise beffardo. - A me basta sapere che quello che farò darà fastidio a Hood-

-Oh, ci puoi scommettere- disse Ashton convinto.

Ancora una volta pensò di aver risolto la situazione, poi si ricordò di Sophia, che se ne stava in disparte a studiarsi le unghie.

-E tu cosa vuoi? - chiese esitante il biondo rendendosi conto che la ragazza con i capelli rossi, a suo modo, incuteva timore.

Aveva una posa regale, e in qualche modo somigliava a Martha Summer. Aveva lo stesso carisma e lo stesso sguardo magnetico.

Alzò gli occhi ingranditi dai suoi Ray Ban neri. - Io voglio Calum Hood-

Non poté essere più chiara di così.

La richiesta sembrò singolare, ma Ashton non poteva certo negare che il suo ex-amico fosse il tipo di persona che tutti volevano, compresa sua sorella Lauren. Un moto di rabbia lo assalì.

-Allora, abbiamo un accordo? - chiese Sophia scrutandolo.

-Abbiamo un accordo- accettò il biondo.

Non gli passò neanche per la testa che forse i sentimenti che avrebbe ferito con quel gesto non sarebbero stati solo quelli del suo ex migliore-amico.

****
Lauren era ancora infuriata per quello che era successo alla festa, avrebbe dovuto aspettarsi che Cal fosse inaffidabile e bugiardo come aveva dimostrato di essere la sera precedente.

-Lauren! Lauren!-

Calum le corse dietro, la raggiunse e le si parò davanti.

-Lauren, perdonami- disse il bruno pregandola.

La ragazza non lo guardò perché sapeva che se l'avesse fatto avrebbe ceduto, e Calum non poteva, non poteva, averla vinta così.

-Spostati- disse secca cercando di aprire l'armadietto per posare i libri.
Calum lo fece, però non si allontanò.

-Te l'ho già detto che...- si arrestò a metà frase, titubante.

-Mi hai già detto che ti dispiace? A me non sembra, e comunque non ti crederei affatto se me lo dicessi, era chiaro come il sole che ti piaceva un sacco-

Calum non negò e fece stare Lauren ancora più male. Però le chiese nuovamente: - Cosa vuoi che faccia per farmi perdonare? -

Lauren si fermò a guardarlo, sentí gli occhi bagnarsi e si sentí stupida per quello che disse: -Tu e il tuo maledetto viso mozzafiato, i tuoi capelli spettinati e i tuoi occhi del colore del cioccolato fuso, tu e il tuo maledetto carattere presuntuoso ed egocentrico, non ti rendi conto di quello che hai fatto! Come puoi aspettarti che ti perdoni? -

Si sentí singhiozzare e percepí le lacrime scivolare lungo il viso. Era ancora arrabbiata, ma non come avrebbe voluto essere.

Però improvvisamente si sentí debole, le gambe le cedettero e la nausea si impossessò di lei.

Si accasciò contro gli armadietti sentendo la testa girare violentemente.

Calum le si inclinò accanto, gli occhi spalancati in un'espressione preoccupata.

-Che... che succede?- chiese guardandola.

-Io... non lo so, è che...- scoppiò di nuovo a piangere prendendosi la testa tra le mani, in realtà ben consapevole di quello che stava accadendo.

Gli altri ragazzi si accalcarono attorno mormorando parole che alla sorella di Ashton sembrarono incomprensibili. Li ignorò.

Singhiozzando disse: -È che ero furiosa, ero così frustrata... non credevo che mi avrebbe fatto male. Ce l'avevo troppo con te per rendermi veramente conto di quello che stavo facendo...- disse Lauren parlando a Calum.

Lui aveva un'espressione confusa. - Cosa? Cosa hai fatto?-

Lauren non rispose, nascose il viso tra le braccia continuando a singhiozzare, la nausea che le torceva le viscere e un desiderio che le attanagliava il petto.

-Lauren guardami- Cal le prese il mento tra le mani e la costrinse ad alzare lo sguardo. - Che cosa hai fatto?- chiese serio.

-Io... credo di aver fumato qualcosa- ammise, continuando poi come un treno: - Ero sconvolta, ero... lo so che fa male, ti prego Calum, dimmi perché ne voglio disperatamente ancora-

THE GAMBLE - La scommessa || Calum Hood (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora