Chapter 15 - Loro sanno!

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Angolo autrice

In questo capitolo le cose cominciano a complicarsi, ma in un certo senso anche a farsi più chiare.
Buona lettura!

Ashton seguì i due poliziotti lungo la via, non camminando a lungo, si fermarono ad un tavolino sotto il gazebo di un bar. Il sole splendeva alto.

Gli uomini si sedettero.

-Facciamo due chiacchiere- disse l'agente Braun.

-Casa volete sapere?- chiese incerto Ashton.

Il poliziotto si spiegò parlando lentamente, pronunciando parole strascicate: -Innanzitutto dobbiamo trovare Calum Hood e parlare con lui, ma ora dedichiamoci solo a te che sei già qui, che ne dici?-

Il biondo era nervoso, sentiva le gambe tremargli sotto al tavolo e le mani sudargli.

Quei poliziotti non erano lì per lui ma per Martha, eppure non riusciva a calmarsi, come per paura che i poliziotti scoprissero qualcosa che non avrebbe dovuto essere scoperto.

Di punto in bianco Braun chiese in tono leggermente miaccioso: -Sei mai stato così ubriaco da non essere più lucido?-

-C... come?- chiese Ashton sudando freddo.

-Ho detto sei mai stato così ubriaco da non renderti più conto di nulla? Da non accorgerti che stavi facendo qualcosa di terribilmente sbagliato come spingere un ragazza giù dal balcone?-

Il biondo strabuzzò gli occhi.

-Io no ho fatto niente. Dove volete arrivare? Non starete mica insinuando che Martha non si è suicidata?-

-Rispondi alla domanda- intervenne Smith.

Ashton esitò a lungo. Aveva paura a rispondere qualsiasi cosa, sia a negare sia a dire la verità. Poi disse sinceramente: -Sì, mi sono ubriaco talmente tanto da non reggersi neanche più in piedi. Ma questo che c'entra?-

-Niente, assolutamente niente. E dimmi, la sera in cui Martha Summer è morta avete fatto una festa tu e i tuoi amici?-

-N... no- Ashton scosse la testa sentendo il cuore che aumentava il suo battito.

-Ne sei certo?- chiese incalzante l'agente Braun.

-Beh ecco... ok, abbiamo festeggiato, ma non c'erano alcolici e poi Martha non si è... sì, insomma, suicidata durante la festa, mica glie lo avremmo lasciato fare-

-Calum oddio come mi dispiace, non l'ho mica fatto apposta...- aveva detto Ashton con le lacrime agli occhi.

-Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?- aveva sbottato il bruno guardando con rabbia il suo migliore amico. -Stai parlando come se avessi rotto un bicchiere, ma non è così, tu hai... hai...- Cal non era riuscito a terminare la frase, gli era mancata la voce.

Ashton si era passato una mano tra i capelli, ricordando quello che era successo: -Io non volevo, ma lei era lì...-

I poliziotti osservarono a lungo il ragazzo, poi dissero: -Okay, per il momento può bastare, ma tornermo, inoltre dovremo parlare con il tuo amico Calum- detto questo si alzarono e si allontanarlo senza salutarlo.

****
Il giorno seguente Calum stava passeggiando tranquillamente per i corridoi della scuola. Finalmente era venerdì, il giorno dopo se ne sarebbero stati tranquillamente a casa, senza pensare a tutto il resto.

Il bruno voleva organizzare una festa. Luke e Michael suonavano in un bar il sabato sera, e ognuno aveva deciso di invitare le rispettive ragazze. Cal voleva invitare Lauren, ma avrebbe dovuto convincere Ashton a lasciarla andare.

Mancava un'ora al pranzo.

Lauren Irwin vide Calum avvicinarsi e lo salutò: -È stata bella la punizione quella di ieri?- chiese ironicamente.

-Uno splendore...- il ragazzo sorrise. Era un po' indietro nella scommessa rispetto a Luke e Mike, lui e la sorella di Ashton si erano scambiati un solo bacio fino ad allora, ma aveva ancora tempo per farla cadere ai suoi piedi. E poi...

Lauren aveva una voglia tremenda di baciare Cal, non sapeva esattamente per quale motivo. Sentiva come una morsa in petto, e una piccola e fastidiosa vocina la incitava ad abbaracciarlo e baciarlo come aveva fatto alla festa, secoli prima.

Calum la guardò negli occhi e sorrise e la sorella di Ashton si sentì sprofondare.

-Ehi, senti, questa sera Luke e Michael suonano in un bar qua vicino, ti va di venire?-

Lauren annuì. -Certo, volentieri...- ma poi si ricordò di una cosa.

-Oh no, mi dispiace, questa sera devo andare con Louis al cinema, me lo ha chiesto questa mattina appena ci siamo visti e io ho accettato. Mi dispiace, non lo sapevo, avrei rifiutato altrimenti...-

A Lauren fece malissimo vedere la delusione farsi strada negli occhi di Cal. Avrebbe preferito mille volte andare con lui ad ascoltare Luke e Michael, ma ormai aveva accettato l'invito di Louis.

-Tranquilla, non importa, andremo a sentirli la prossima volta...- disse Calum nascondendo la tristezza.

Perché si sentiva così male? Non c'è n'era motivo, anzi meglio, avrebbe avuto la serata libera.

Ma non era la stessa cosa. Per la prima volta da quando aveva fatto quella scommessa aveva davvero voglia di passare del tempo con Lauren.

Scosse il capo. Doveva togliersi dalla testa quei pensieri.

-Scusa- mormorò Lauren. Poi la campanella suonò e tutti dovettero rientrare nelle classi.

Calum lanciò un'occhiata alla folla che tornava nelle aule. Non aveva voglia di fare l'ultima lezione della mattina, così silenziosamente si allontanò dalle classi.

Andò in bagno e aprì l'acqua, la lasciò scorrere in silenzio, ricordando quando lui e Martha giocavano insieme per i corridoi della scuola.

-No, no, no farlo!- aveva urlato Martha coprendosi la faccia con le mani.

-Troppo tardi!- aveva detto Calum tirando l'acqua che aveva in mano addosso alla sua ragazza.

Lei si era bagnata la maglietta e un po' i capelli.

-Questa me la paghi!- aveva urlato Martha correndo in bagno a raccogliere dell'acqua.

Si bagnò la mano e se la passò tra i capelli neri, ripensando al pomeriggio. Non era andato a trovare Martha da quasi un anno.

Ma ora basta pensare a lei. Non aveva senso, la domanda di Louis l'aveva sconvolto, non aveva neanche saputo dargli una risposta completa.

"La amavi?"

Ma che risposta era "Non ne sono sicuro"?

Scosse la testa e fece per uscire dal bagno ma quando aprì la porta si trovò di fronte una ragazza che aveva un aspetto familiare.

-Sophia?-

-Calum...- disse la ragazza dolcemente gurdando il bruno. -Da quanto tempo-

-Cosa fai qua?- chiese lui.

Non vedeva Sophia Mountain dal giorno del funerale di Martha, era strano vederla lì, rivedere i suoi capelli rossi e i suoi occhi verde smeraldo ingrandito dalle spesse lenti dei Ray Ban neri.

Era più bella di quanto ricordasse.

-Dopo la lunga pausa che mi sono presa ho pensato che fosse il momento di tornare... da te-

Si avvicinò prudentemente a Calum. Gli accarezzò delicatamente il mento posandogli poi la mano sul petto.

Lui non si ribellò.

-Mi sei mancata- le disse lui stringendola tra le braccia muscolose.

Ma ben presto furono interrotti dallo schianto della porta che sbatteva. Ad averla spalancata era stato Ashton, agitato e sudato.

Gli occhi nascondevano a stento la paura. Non si preoccupò di salutarlo ne di scusarsi per la brusca interruzione.

Disse solo: -Loro sanno!-

THE GAMBLE - La scommessa || Calum Hood (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora