Chapter 30 - Sei morto

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Calum e Lauren stavano passeggiando tranquillamente per i corridoi della scuola quando Ashton li raggiunse.

I due chiacchieravano serenamente insieme, ormai non passavano un minuto l'uno senza l'altra, quando Ashton Irwin s'intromise.

Non appena fu abbastanza vicino afferrò Calum per la maglietta e lo spinse contro al muro.

I due si guardarono, il fratello di Lauren sembrava cosí arrabbiato, invece Calum pareva quasi... Divertito.

Lauren non poté fare a meno di chiedersi che cosa fosse accaduto di tanto grave da rendere così strani entrambi.

-Cos'è la scommessa?- chiese suo fratello puntando il dito contro Cal.

Lui sembrò per un momento sorpreso. -Come fai a sapere della scommessa?-

-Non è importante!- rispose Ashton.

Il bruno strinse gli occhi e guardó torvo il fratello di Lauren. -Abbi almeno la decenza di rispondermi, già sai qualcosa che non dovresti sapere, almeno dimmi chi te lo ha detto-

- Visto che ti interessa tanto saperlo... Sono stati i tuoi amichetti Luke e Michael -

Se Calum era sorpreso, di certo non lo diede a vedere.

Abbassò lo sguardo. -Ma certo... Quella stupida festa- disse ricordando quello che Sophia gli aveva detto.

Questa volta fu Ashton ad essere sorpreso. -Come lo sai?-

Il bruno sbuffò: -Se vuoi nascondermi davvero qualcosa è meglio che la prossima volta ti impegni di più, è bastato chiedere alle persone giuste e... Voilà-

Il fratello di Lauren cercò di incassare il colpo senza vacillare e ripetè: -Cos'è la scommessa?-

Lauren sbuffò frustata e si intromise: -Ash, vuoi farti gli affari tuoi e lasciare in pace il mio ragazzo?-, era pronta a fare qualsiasi cosa per allontanare da lui suo fratello. Lanció un'occhiata a Cal, che però scosse la testa come per dirle di restarne fuori.

Poi il bruno guardò Ashton e fece un sorriso beffardo. -Già Ash, perché non lasci in pace il suo ragazzo?-

Due a zero per Calum Hood.

-Se la scommessa c'entra qualcosa con Lauren io...-

-Fai che cosa?-

Ashton rimase in silenzio e Cal ne approfittò. Gli si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio: -Non vuoi che riveli tutto alla polizia, vero?-

Il biondo sbiancò e Calum continuò: -Bene, allora mi faresti il piacere di lasciarmi la maglietta e di allontanarti?-

Il fratello di Lauren guardò l'ex-amico negli occhi, gli lasciò la maglietta ma non si allontanò.

Aveva perso, era al punto di partenza, sapeva delle cose che non avrebbe dovuto sapere su quello che Calum e i suoi amici stavano facendo, ma non poteva usare quelle conoscenze per risolvere il problema.

Era inutile, e tutto perché si era fidato di un amico.

-Non ho ancora finito- disse minaccioso Ashton, anche se ormai non ne era più così tanto convinto.

-Be' io invece sì-

Il fratello di Lauren fece per voltarsi ma Calum lo fermò: -Ah Irwin, un'altra cosa... Se Louis si avvicina un'altra volta a Lauren... Sei morto!-

Lauren aspettò che suo fratello se ne fosse andato e poggiò una mano sulla spalla del bruno, prendendogli il mento con le dita e obbligandolo a guardarla.

-Ehi, Louis è okay, non gli permetterò di baciarmi ancora, chiaro?-

Avrebbe dovuto essere arrabbiata con lui per il modo in cui aveva trattato suo fratello, ma una piccola parte di lei pensava che in fondo Ashton se lo meritasse.

Cal abbassò lo sguardo ma Lauren non volle mollare. -Rispondimi, è chiaro?-

-Sì, scusami-

La ragazza sorrise e continuò tornando seria: -Non racconteresti alla polizia la verità, giusto?-

Calum rimase in silenzio, guardandola in faccia con i suoi occhi color cioccolato.

-No, certo che no, non lo rivelerei mai-

La sua regola era non mentire, e aveva tutte le intenzioni di non infrangerla.

****

Calum aveva due semplici idee per non annoiarsi durante la lezione della signora Humber: dormire (scomodo) o osservare lo stupido tic che la professoressa aveva alla parte sinistra della faccia (oh sì, questa era decisamente una buona idea).

Cal ridacchiava ogni volta che la signora Humber faceva quel suo tic che la rendeva soggetta alle prese in giro degli studenti.

Dopo l'ennesima volta che rideva la prof si girò verso di lui. -Cosa c'è che fa tanto ridere Hood?- l'assurdità era che lo sapeva, sapeva il motivo per cui tutti ridevano, e non c'era niente di più ridicolo di lei che faceva finta di non sapere qualcosa.

Per evitare di riderle in faccia Calum sorrise: -Niente, sono solo io ad essere strano-

Una risata generale interruppe la lezione ma il bruno non si unì ai compagni vedendo chi era entrato in classe alle spalle della professoressa.

Lanciò un'occhiata ad Ashton, seduto un paio di banchi più avanti, che era sbiancato. Il ragazzo ricambiò preoccupato lo sguardo dell'ex-amico.
-Signora?-

La professoressa si voltò sorpresa e divenne improvvisamente nervosa quando vide i due uomini.

-Come posso aiutarvi?-

-Vorremmo parlare con Calum Thomas Hood e con Ashton Fletcher Irwin, sono presenti?- chiese il maggiore Braun scrutando tra gli studenti.

Il suo compagno poliziotto si guardò intorno con aria assorta.

La professoressa Humber chiese, non con tono accusatorio, ma con voce gentile rivolta ai due giovani: -Cosa avete combinato ragazzi?-

Calum scosse la testa e guardò Ashton, lui abbassò lo sguardo, nessuno dei due rispose e si alzarono insieme, seguendo silenziosamente gli agenti fuori dall'aula.

L'agente Braun fu attento a non farsi sentire: -Siamo qui per farvi delle domande su Martha Summer. Pensiamo che non si sia suicidata, bensì sia stata uccisa- spiegò. Lanciò un'occhiata ad Ashton guardando poi Calum. -Il tuo amico già lo sapeva, ma tu... Tu non mi sembri sorpreso-.

Il bruno rimase in silenzio.

-Che cosa sai...-

-Niente!-

L'agente Braun rimase stupito. -Non è possibile. Se stai proteggendo qualcuno voglio che tu ci rifletta su, stiamo parlando di un assassino che ha ucciso la tua ragazza. Stai sbagliando...-

-No- Calum scosse deciso la testa. -È lei che sta sbagliando, io non proteggo nessuno-

Lanciò un'occhiata fugace ad Ashton, che con un muto sguardo lo stava scongiurando di non dire nulla.

-Ma non ti interessa sapere chi ha fatto questo?-

Il maggiore, frustrato, tirò fuori una fotografia e la mostrò a Cal.

Il ragazzo non volle guardarla, sapeva cosa c'era impresso sopra, era Martha ed era... morta.

Avrebbe dovuto essere quanto meno sconvolto dell'orrore, ma la foto non gli faceva lo stesso effetto che gli scatenava della realtà, molto più dolorosa da sopportare.

-No- rispose. -Non mi interessa, e se anche fosse, non potrei aiutarvi, io non so niente. Ora, se non vi dispiace, vorremmo tornare in classe-

Si chiese se fosse quello che Martha avrebbe voluto. Probabilmente la risposta era "no", ma era ciò che lui pensava fosse meglio.

Proteggere Ashton, nient'altro. Non era quella la sua vendetta.







THE GAMBLE - La scommessa || Calum Hood (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora