Chapter 20 - Gusti difficili

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Din don.

Quando il campanello suonò la persona ad essere più agitata nella casa era la signora Irwin.

-E se non gli piace quello che abbiamo cucinato?- chiese preoccupata facendosi aria con un pezzo di carta nonostante fosse inverno.

-Gli piacerà- rispose Lauren cercando di rassicurare sua madre mentre si precipita va ad aprire la porta a Calum.

Se Ashton non avesse aggiunto a bassa voce: -E se anche non fosse così se lo farebbe piacere lo stesso- calmare Anne Marie sarebbe stato più facile.

Lauren cercò di ignorarlo aprendo la porta di casa e ritrovandosi davanti un ragazzo bello come il sole.

Cal indossava una camicia a quadri, sbottonata con le maniche arrotolate fino al gomito, portata sopra ad una maglietta bianca terribilmente aderente.

I suoi soliti pantaloni neri questa volta non erano strappati sulle ginocchia, e invece delle Vans indossava degli anfibi di pelle nera.

A Lauren piaceva da morire.

-Ciao- disse assumendo un colore rosso acceso.

-Ciao anche a te!- fece Calum di rimando sorridendo. La ragazza sentì il cuore cominciare a batterle ad un ritmo così forte in petto che non riusciva a sentite nient'altro a parte quello.

Anne Marie si precipitò dal bruno con un sorriso radioso. L'abbracciò senza attendere la risposta alla domanda: -Posso abbracciarti?- che lei aveva posto.

Calum imbarazzato sgusciò gentilmente via dalle braccia della donna e scrollò le spalle. Si limitò a rivolgere ad Ashton un cenno del capo come saluto, poi tornò a guardare Lauren mentre la signora Irwin e il figlio si dirigevano in cucina per sistemare le ultime cose sulla tavola.

Cal si avvicinò alla ragazza, fissandola negli occhi e sorridendo le chiese: -Dove posso mettere questo?-

Mostrò alla sorella di Ashton il basso che gli era stato detto di portare.

-Grazie di averlo portato!- disse lei ricambiando il sorriso e sentendosi felice come non mai.

-Figurati-.

Lauren indicò il divano che c'era in salotto di fronte alla TV. -Poggialo pure là, dovrebbe essere al sicuro-

Calum ridacchiò e fece come gli era stato detto, posò il delicato strumento musicale sui cuscini poi seguì Lauren nella sala da pranzo.

La stanza era larga e ampia, le pareti erano di un rosa pallido e i mobili erano di legno bianco. La tavola era apparecchiata per quattro persone e qualche piatto colmo di cibo era già sul tavolo.

-Siediti pure dove preferisci caro- disse la signora Irwin, intenta a mescolare qualcosa che ancora cuoceva sul fuoco.

Ashton lanciò un'occhiataccia a sua madre. Non sopportava l'idea che lei fosse così estasiata dal fatto che Calum Hood fosse a cena con loro. Di nuovo dopo tanto tempo.

Calum si sedette accanto a Lauren, lei lo guardò e sorrise.

-Che hai nei capelli?- chiese ad un tratto la ragazza, passando le dita tra i capelli neri di Calum e prendendo una piumetta bianca.

-Oh, è colpa di Luke- era la verità, anche se non del tutto completa. Però non c'era nessun motivo di rivelare tutto.

-Che cosa può aver mai fatto per infilati delle piume tra i capelli?-

Calum scosse la testa. -Solo uno stupido gioco- disse mentre Anne Marie portava in tavola il primo.

Ben presto i piatti furono pieni.

-Ti piace caro?- chiese ansiosa la donna quando il ragazzo assaggiò il cibo.

Cal fece una faccia strana. Mandò giù il boccone poi agrottò la fronte. -È un po' strano ma... non è male-

Lauren si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il fiato.

Assaggiò il cibo. Niente male, almeno per il momento.

Trascorsero un po' di tempo a parlare, con Anne Marie che raccontava episodi esilaranti dell'infanzia dai figli.

Il secondo piatto era a base di una salsa piccante. Lauren aveva pregato la madre di cucinare cose semplici, ma non c'era stato nulla da fare: la donna aveva insistito per cucinare specialità tipiche di chissà dove.

Ancora una volta toccò a Calum assaggiare per primo. Quando portò la forchetta alla bocca per poco non si sentì andare a fuoco la bocca. Detestava il piccante, a malapena riusciva a mangiarne un boccone.

Sì, era molto difficile nel scegliere il cibo, c'era un sacco di roba che non sopportava.

-Com'è?- chiese la signora Irwin.

-Ecco... È un po' piccante- dire "un po'" era riduttivo, anche Lauren se ne accorse, infatti dopo aver sentito ciò che Cal aveva detto decise di assaggiare il piatto a sua volta.

-Ma questa roba è capace di farti prendere fuoco!- sbottò.

Sta di fatto che alla fine non mangiarono niente di quella roba super piccante, così passarono direttamente al dolce. Neanche Ashton ebbe il coraggio di mangiare quelle fiamme.

-Scusa mamma, ma questo è davvero troppo- fece il biondo spingendo via il piatto.

La donna tuttavia non si scoraggiò e si precipitò al frigorifero, estraendone un bel dolce pieno di... panna.

Calum non poté fare a meno di pensare: "è uno scherzo". Non poteva essere vero! Detestava la panna montata, perché se la ritrovava ovunque? Aveva già rifiutato quasi tutto, non poteva rifiutare anche quello.

-Ma che cosa ti avevo detto?- sbottò Lauren. -Ti avevo detto "Non cucinare nulla con la panna che a Calum non piace", possibile che non mi abbia ascoltato!-

-Scusa tesoro, pensavo fosse uno scherzo, che ne sapevo che mi stavi dicendo la verità?- ribatté la madre poggiando sulla tavola il dolce e cominciando a servirlo.

Arrivò il turno di servirlo a Calum. -Ne vuoi caro?-

Il bruno esitò. Se c'era una cosa che non riusciva proprio a mangiare era la panna montata, una volta ci aveva già provato, con il risultato che per poco non vomitava. Alla fine se l'era mangiata Lauren la panna del caffè viennese che avevano ordinato insieme da Starbucks.

Il problema era che aveva fame, non aveva mangiato quasi nulla, a parte qualche forchettata del primo, che aveva assaggiato prima di rendersi conto che quel cibo non gli piaceva affatto.

-Le chiedo scusa signora Irwin, ma ho dei gusti troppo difficili per apprezzare sul serio le cose che lei cucina. Non è colpa sua, il problema non è il suo cibo, ma i miei gusti, sono veramente poche le cose che mi piacciono-.

-Non preoccuparti...- disse comprensiva la donna, sembrava dispiaciuta, ma lo nascondeva dietro ad un bel sorriso. -Va bene lo stesso-

Calum non riuscì a fare a meno di provare un poco di dispiacere a sua volta. Si sentiva un colossale idiota, e la sensazione non gli piaceva affatto.

THE GAMBLE - La scommessa || Calum Hood (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora