CAPITOLO 7

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Casablanca - Marocco
Zulema.

Le indicazioni sulla chiavetta USB ci hanno portato nella periferia di Casablanca, una città del Marocco occidentale situata sulla costa dell'Oceano Atlantico, nel bel mezzo del deserto.

Casablanca non vanta un vasto patrimonio storico ed artistico molto antico, ma a differenza di tutte le altre città messicane, ha sperimentato nel corso del XX secolo vari stili di architettura moderna rendendola una delle città più belle di questi Paese a mio parere.

Ma non siamo di certo venute qui per fare un giro turistico.

In una via stretta con gli ingressi tutti uguali mi soffermo su uno in particolare e un sorriso di sfida comparare sul mio volto "È questo il posto" dico ridacchiando appena.

Riccia mi raggiunge "Cosa te lo fa pensare?" Indico la porta sulla quale Macarena ha appeso un piccolo foglietto bianco sul quale ha lasciato l'impronta delle sue labbra nella tonalità del rossetto che mi ha lasciato "Quella stronza.." stacco il foglietto scuoto la testa incredula.

La porta è aperta, entriamo in quella che si scopre essere una villa dall'architettura moderna e una piscina del giardino esterno.

Sembra vuota finché una testa bionda non risale in superficie, ci dà la schiena ma sono sicura che sappia della nostra presenza.

Riccia alza un sopracciglio e mi prende in giro "Non dirmi che ti sei già presa una cotta.."

"Non.." sto per rispondere a tono ma Macarena esce dalla piscina con un costume nero che le sta benissimo, afferra l'asciugamano a bordo vasca e si avvolge il corpo mentre si avvicina a me. Le parole che volevo dire mi muoiono in gola ancora prima di riuscire a pronunciarle.

Mi sorride e con quel suo sguardo intenso mi chiede "E cosa vi ha spunto fin quaggiù a Casablanca?"

Con due dita le porto il biglietto con il suo bacio davanti agli occhi, lei mi sorride divertita.

Lei.. È qualcosa di nuovo.
Ed è sorprendente per una come me che ne ha viste di ogni tipo e che non si stupisce mai di nulla.
Ha la capacità di sorprendermi.

Riccia si schiarisce la gola "Capisco il momento di relax.. ma è arrivato il momento di lavorare" Entrambe ci voltiamo per fulminarla con lo sguardo "Che ho detto?!"

Entriamo dentro e Macarena indossa una vestaglia di seta mentre ci conduce nel salotto, dietro a uno sportello scopre uno schermo gigante e inizia a parlare "Il suo nome è Solomon Lane. Ha creato lui il Sindacato"

"Da dove viene?" Chiedo appoggiandomi al muro e incrociandolo le braccia al petto.

"Era un agente dei Servizi Britannici.." mi spiega e dal tono non ne sembra molto contenta.

Riccia si siede sul divano "Uno dei vostri.. interessante" poi porge una domanda ingenua "Se voi sapete del Sindacato, perché non lo dicono alla CIA?"

Macarena mi guarda ed io rispondo al suo posto "Perché non vogliono che si sappia che il Sindacato sia stato creato proprio da uno dei loro"

Lei annuisce e mi rivela la verità "Ero sotto copertura per guadagnarmi la fiducia di Lane e identificare i membri dell'organizzazione" un lavoro che sicuramente è stato duro perché Lane non mi sembra il tipo che si fida facilmente "E per la prima volta in due anni sto per scoprire chi sono: Lane aveva un registro che conteneva le identità dei suoi operativi, dei terroristi che lo appoggiano, l'intera strutta interna del Sindacato. Uno dei suoi agenti lo ha rubato per riscattare Lane. Lo custodiva in una struttura informatica sicura, per precauzione. È morto pur di non rivelare il codice d'accesso, lasciando Lane nei guai"

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