CAPITOLO 19

121 17 12
                                    

Varchiamo la soglia insieme ma nel momento in cui entriamo ci separiamo senza dirci più una parola.

Non sono mai servite fra di noi.
So che mi guarderà le spalle.

La vedova bianca è sul palco, impegnata a tenere un discorso, indossa un abito bianco perla aderente e lungo fino al pavimento che le fascia elegantemente il corpo esile, slanciato da un paio di tacchi alti. I capelli biondissimi sopra le spalle sono ondulati, le incorniciano il viso.
È senza dubbio una gran bella donna, sensuale, dai modi eleganti e raffinati.

L'intera stanza è piena di uomini e donne letteralmente catturati dalla sua essenza ma non riesce a catturare me.

Perché sono concentrata sulla missione e semplicemente perché i miei occhi sono impegnati a esaminare l'intera situazione: dove sono le uscite, chi c'è, chi potrebbero essere i mercenari.. e Macarena che sta facendo la stessa cosa ma dall'altra parte della stanza.

Lei, vestita con un completo maschile e con i capelli raccolti in una coda alta, supera qualunque bellezza sotto ogni aspetto.

Maca mi guarda.
C'è una piccolissima parte di me che si sta chiedendo se sta pensando lo stesso, vorrei che fosse così. Anche se non c'è una vera ragione ma vorrei che la pensasse come me.

È stupido? Forse è solo umano.

Le parole della vedova rieccheggiano nel silenzio generale "Questo evento di beneficenza è in onore di mia madre. Chi di voi l'ha conosciuta ha visto la sua forza, la sua tenacia, la sua risolutezza. Ma c'era un altro aspetto di lei. Un aspetto rimasto sconosciuto alla maggioranza. È quella parte del suo spirito che ci ha riunito tutti insieme stasera. Lei era una specie di paradosso" mi vede. Mi guarda ed io guardo lei, occhi negli occhi "Lei aveva un'attrazione per i paradossi, un'attrazione che ha trasmesso a me. Lei non si faceva illusioni sul mondo in cui viviamo noi oggi ma lei sognava un futuro molto diverso, un futuro in cui suoi unici talenti non fossero più necessari ma quel futuro non è ancora arrivato. Stasera le vostre donazioni ci hanno portato un po' più vicino" sorride smagliante e incantatrice "Grazie della presenza, godetevi il party" cammina fluttuando, scende dal palco e mi raggiunge.

Ci guardiamo, senza dire una parola, si sta chiedendo se sono io Lark.

Si siede al bancone del bar ed io la raggiungo, si ordina da bere "Tu non puoi essere John Lark.."

Io la osservo "Non lo sono, infatti. È uno pseudonimo"

"È sempre meglio di John Doe.. o forse dovrei dire Jane.." non è tanto ciò che dice ma il come lo dice "C'è qualche altro nome che preferisci?"

Mi guardo intorno, ho gli occhi puntati addosso da almeno cinque uomini e nessuno di loro mi infonde particolare fiducia "C'è un posto in cui possiamo parlare?"

Ignora la domanda "Capisco perché fai in modo che ti credono un uomo in questo mondo maschilista.. il fatto è che a me piace Lark.. suona bene" sorride ammaliatrice, sta flertando con me o solo giocando per vedere se cederei.

"Guarda che non abbiamo molto tempo" l'avverto dura.

Lei è ancora scettica "Perché devo essere onesta con te.. vista la tua reputazione, mi aspettavo qualcuno di più.. orrendo.."

L'afferro violenta per un polso e la tiro a me, la sfido duramente con lo sguardo e le ringhio nervosa "L'apparenza inganna, io sono l'orrore assoluto" questo in qualche modo sembra piacerle, non so se è più scaltra o psicopatica, magari entrambe le cose "..e anche io devo essere onesta con te: la tua vita è in pericolo"

"Non toccarla" la voce di un uomo alle mie spalle mi fa voltare.

"Rilassati.. è mio fratello" mi informa annoiata prima di rivolgersi a lui "L'ospite è sacro, Zola"

"È ora di andare" le ordina.

Sbuffa ma non si muove di un centimetro "Evitiamo le scenate.." non ha alcun tipo di rispetto e fiducia in lui, mi è piuttosto chiaro.

"E non ti presentare con questa" aggiunge schifato riferendosi a me come se non ci fossi prima di andarsene.

Ancora una volta lei resta impassibile "Che dicevi?"

"La tua vita è in pericolo" l'avverto.

Le mento.
Presto mi attaccheranno e voglio che dubiti sulle motivazioni per fare in modo che si fidi di me.

Sembra non credermi "E chi vorrebbe uccidermi?"

"Gli americani, per cominciare.." sicuramente una come lei è scomoda.

"Se così fosse, lo saprei" controbatte ancora più scettica.

"Pensi di essere l'unica ad avere spie al governo? Qui c'è più di una persona a cui questo incontro non piace" la mia sicurezza la fa dubitare ma questo non basta, ci deve crede "Non mi credi? Guarda tu stessa" lei si volta e vede tra la folla di invitati gli stessi ceffi minacciosi che vedo io "Lo so a che cosa pensi.. forse non sono qui per te. Forse sono qui per me" ed è così ma non deve crederci fino in fondo, deve avere il dubbio abbastanza concreto da spostarci di qui "Sei disposta a correre il rischio?" Domanda che resta senza una sua risposta "Tu hai qualcosa che voglio. Il che fa di me l'unica persona di cui ti puoi fidare e che ci tiene che tu esca di qui viva" ed è una cruda verità "O preferisci affidarti a tuo fratello?" Opzione che non le sembra piacere.

Lei valuta e poi prende una decisione "Andrei a casa se non le piace, Miss Lark.."

Ci scambiamo uno sguardo e poi ci muoviamo, prima io passo tra un paio di tavolini, uno si alza con un coltello ma io sono pronta: gli giro il polso e conficco la sua lama nel suo petto prima di rimetterlo seduto dov'era.

Andiamo avanti e uno lo si scaraventa contro, lo schivo all'ultimo, inciampa in un tavolino e sbatte la testa.

Il terzo mi arriva alle spalle, armato, riesco a placcarlo e la vedova tira fuori un coltello a serramanico dal suo reggicalze e lo spianta nel petto.

Le arriva uno dietro, tira fuori la lama e lo sistema.

Ci guardiamo.
Non è solo un bel visino, questo mi porta a rispettarla ma niente di più.

Ormai nella scala si scatena l'inferno, gli invitati fuggono da ogni lato terrorizzati, vedo con la coda dell'occhio uno dirigersi verso di me a passo deciso.

Macerena lo attacca da dietro, gli sale in groppa con le gambe e gli spezza il collo prima di scivolare via come un'ombra.

Questo.. è il genere di gesto letale e sensuale che mi provoca un brivido lungo la schiena.

Lei non avrà mai rivali.

Ci scambiamo uno sguardo in lontananza.

Dobbiamo prendere due strade diverse per il momento ma non ho dubbi che la rivedrò, tra di noi non è ancora finita. Quando la vedo sparire tra le persone vengo assalita da una sensazione di vuoto che scaccio nell'immediato.

Afferro la vedova e la porto via ma uno si piazza davanti alla porta con un pistola.

Walker compare dal nulla e con una spallata me lo leva dai piedi.

Noi tre usciamo dal locale correndo sul retro, saliamo sulle macchine della vedova dirette alla sua villa.. il piano sta funzionando bene.

BELIEVERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora