CAPITOLO 39

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La raffica dei proiettili non cessa tanto da fare muovere la pistola con dentro il virus di millimetro in millimetro più distante da me.

Non posso recuperarla e distruggere il virus, sono messa all'angolo.

"FERMI IDIOTI!" urla a pieni polmoni Hierro e l'inferno cessa di esistere.

Del laboratorio non c'è rimasto più nulla.

Lo sento spostarsi sui vetri rotti piano piano ma non oserà arrivare fin qui perché sa che non esiterei a piantargli una pallottola nel cranio "Beh, Zahir.. come va?"

"Ho avuto un po' di raffreddore" rispondo sarcasticamente mentre mi guardo intorno alla ricerca di una soluzione.

"Sai qual'è stata la cosa più difficile dell'essere te?" Domanda lui e non sto nella pelle per sentire la risposta "Fare del sarcasmo come un'idiota ogni 15 minuti"

"Io credevo fosse stato reprimere il tuo bisogno irrefrenabile di dar sfogo ai tuoi istinti" controbatto velenosa "Avevi così tanta fretta di eliminare quel 747 da non capire cos'era veramente Chimera"

Trovo un punto più riparato e con un riflesso che mi aiuterebbe a vederlo meglio, si trova proprio a un metro da me, posso arrivarci ma non senza uscire per pochi istanti allo scoperto.
"Sapevo cos'era" mi rivela.

"Ah.. allora sapevi che per Nekhorvich l'unico modo di trafugare il virus vivo era iniettarselo e usare il suo sangue come capsula" gli faccio notare "Sapevi che uccidendolo stavi distruggendo ciò che volevi ottenere?"

Mi sposto con un slancio e riparte la sparatoria contro di me che lui placa all'istante "Fermi! Non sparate! Se colpite quella pistola, diffonderete ovunque il virus!"

Ho le palpitazioni a mille e sono ancora in silenzio radio con la mia squadra, perciò non posso comunicare né tanto meno avvertirle di nulla.

Non ne uscirò facilmente, specialmente perché Hierro ha un esercito con sé mentre la mia pistola non ha colpi illimitati e ho solo due caricatori di scorta.

C'è uno strano silenzio e ho paura che si possano avvicinare approfittando di un mio momento di distribuzione per cui interrompo il silenzio domandando "Eccola lì, ragazzi, l'ultima scorta.. qual'è l'offerta più alta?"

Hierro, ancora ben lontano, ride prendendomi in giro "Perché? Vuoi provare a superarla?"

"Superare 37milioni di sterline?" Domando io a mia volta un po' stupita "Non credo proprio"

"Ah.. qualcuno deve averti passato la nostra posta.." anche se ho appena dato conferma di questo, ho come la netta sensazione che la copertura di Maca sia saltata da un pezzo specie quando Hierro dice "Vieni qui.. bambina cattiva"

Avevo dimenticato che l'aveva portata qui e non ne capisco le ragioni se non per colpire me.

Posso accettare la mia morte ma non la sua.

La vedo attraverso il riflesso, tranquilla e con il sangue freddo, ma so che è preoccupata quanto me per l'ultima pistola con dentro il virus ancora tra i nostri due fuochi "Antonio.. lei non dovrebbe essere qui" io lo dico ma so che non la lascerebbe mai libera "Non c'entra niente. Lasciala andare"

"Non sarebbe qui, se non fosse per te, Zulema.." l'afferra per la nuca con la forza stringendo il suo collo, la sento gemere di dolore e automaticamente la cosa mi fa incazzare "..è qui solo per te, Zahir" ingigantisce i miei sensi di colpa "Da questo momento, sei responsabile di ciò che le accadrà" e la cosa mi spaventa da morire "E se non vuoi che le accada qualcosa, ti suggerisco di consigliarle di raccogliere quella pistola e darmela" la spinge nella mia direzione sapendo che non potrei mai spararle. Non a lei "Ora sta a te, Zahir"

Lei avanza verso la pistola, sento il suo passo cauto sui frammenti di vetro.

Il patto è chiaro: o gli lascio il veleno o lei muore.

Se gli lascio il veleno, gli consegnerò l'arma più potente esistente sul pianeta.

Se seguo i miei ordini e recupero il veleno, lei ci rimetterà la vita.

Una vita contro quella di milioni.
La sua vita.

"Come sai che non ti sparerà quando gliela darai?" Chiedo a Maca non appena è abbastanza vicina da riuscire a vederla senza l'uso dei riflessi.

Lei non risponde.
Mi guarda.
Sta pensando.
A cosa io non posso saperlo.

Hierro risponde spavaldo e arrogante così come lo è sempre stato "Non possiamo ritenere Macarena responsabile delle sue azioni" fa una pausa prima di umiliarla "Tu conosci le donne. Sono come scimmie. Non lasciano il ramo finché non ne hanno afferrato un altro.." Maca si volta per fulminarlo con lo sguardo. Occhi espressivi che conosco bene e che amo intensamente "Prendila, Macarena, ti copro io" aggiunge infine come se fosse una sicurezza.

Maca resta in piedi, eretta, con la pistola ai suoi piedi.

Può calciarla verso di me ma le costerà la vita.
Può darla a lui per salvarsi ma costerà la vita a tutti quanti.

Sono scelte che un essere umano non dovrebbe mai essere costretto a prendere, non così, non a questo prezzo.

Hierro si spazientisce nel vederla così titubante "Sto aspettando.. ricordi quello che ti ho detto che sarebbe successo vero?" Non so bene a cosa si riferisca "Considerati la mia cagna da riporto"

Maca sposta lo sguardo nel mio, alla ricerca di una soluzione che al momento non ho "Le cose non sono andate proprio come avevi previsto, Zulema.." si china per prendere la pistola.

Qualche giorno fa era libera, al sicuro, viveva una vita normale.
Qualche giorno fa viveva.

Scuoto la testa, non so cosa consigliarle o forse sì ma non ho il coraggio di chiederlo "Non farlo.."

Qualche giorno fa stavamo vivendo una sera normale, in un bar qualunque, a parlare di qualunque cosa, insieme.

Sembra un'altra vita, un frammento di ricordo di anni fa che ormai sta sbiadendo.
Mi sembra un miraggio talmente lontano da non essere più raggiunto.

Lei distoglie lo sguardo, interrompe quel contatto, mi allontana dai suoi pensieri per prendere un lungo respiro e non so nemmeno perché mi dica "Non ho altra scelta, mi dispiace"

Nel momento in cui i suoi occhi incontrano di nuovo i miei vedo un'emozione nuova, una determinazione e una freddezza che mi inquieta, un brivido percorre la mia schiena e lo stomaco mi si contorce. È come se il mio corpo riuscisse a prevedere solo in parte le prossime mosse.

Lei in realtà a tre opzioni:
Può calciarla verso di me ma le costerà la vita.
Può darla a lui per salvarsi ma costerà la vita a tutti quanti.
Può fare in modo che il virus non venga mai più usato.. e lei sceglie questa.

Un presentimento.
Una sensazione.
Un altro brivido.

Non mi lascia il tempo di reagire, di parlare, di dire nulla.

Impugna la pistola con il virus, la punta sul suo braccio sinistro e con un gesto secco si inietta per endovena la tossina.

Si condanna così a morte.

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