CAPITOLO 15

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Berlino - Germania.
Due ore dopo.

Riccia tamburella il piede contro l'asfalto da circa venti minuti e mi sta rendendo parecchio nervosa "È un ritardo. Non fa mai tardi" la voce tesa quasi quanto lei.

Alzo gli occhi al cielo "Arriverà.."

Scuote la testa mentre si guarda intorno in questo vicolo buio in piena notte fonda "Non mi piace.. c'è qualcosa in lui che mi mette i brividi"

La guardo malissimo, incredibile che una fifona del genere faccia l'agente "Okay ma rilassati"

"Sono rilassata!" Esclama colpita nell'orgoglio.

Sbuffo una risatina "Tu non sei rilassata.. Saray, a te sembra rilassata?" Chiedo in cuffia collegata a distanza di qualche metro alla mia migliore amica nascosta in un van.

"Mi sembra più terrorizzata"

Risponde alquanto divertita.

"Non sono terrorizzata.. sono solo agitata!" Si difende Riccia sentendosi minacciata da entrambe.

La guardo curiosa "Non eri quella rilassata?"

"È possibile essere rilassati e agitati allo stesso tempo" si giustifica ma a mio parere è una gigantesca stronzata.

Scuoto la testa "Non direi"

Mi punta il dito contro "Tu lo fai sempre!"

Spalanco lo sguardo "Io? No!"

Lei è ancora più convinta "Si! Tu!"

"No, lei no"

Sorrido compiacente come per dire: visto?!

Riccia non ci sta "Vorresti farmi credere che sei bella rilassata stando proprio qui ora in una stradina buia per comprare del plutonio dal mercato nero da uno psicopatico?"

"Riccia.. con me non ti toccherà nessuno" le rispondo sicura.

"Okay" controbatte ma non si rilassa per niente.

"Vedi Riccia? Sei al sicuro!"

"Facile parlare stando in un van" commenta lei infastidita.

"Volevi fare l'operativo ed eccoti qua!"

"E stasera, Saray, preferirei stare nel van!" Strilla lei lamentandosi.

Un fruscio di vento mi insospettisce, li zittisco con un gesto della mano destra. Resto in ascolto e poi dichiaro "Lui è qui"

"Oh, Dio" sussurra Riccia, ho come la sensazione che stia per svenire a momenti.

"Tieni pronti i soldi, Saray" ordino in auricolare.

Tutto deve andare liscio.

"Ricevuto"

Due berline nere avanzano nella nostra direzione fino a parcheggiare a qualche metro da noi. Sette uomini scendono armati fino ai denti e il capo, colui che devo incontrare stanotte, avanza verso di me mentre mi guarda con sospetto.

Silenzio.
Attimi di puro silenzio.

Non mi intimorisco "Vogliamo dare un senso o no?"

Lui mi squadra "Se sopravvivo in questo business è solo grazie ad una voce nella mia testa. Questa voce non sbaglia mai e quando mi incontro con te dice sempre la stessa cosa.."

"E cioè?" Chiedo.

"Niente" dichiara.

Scrollo le spalle disinteressata "Sono qui per affari. Dì alla voce di decidersi"

Lui con un cenno fa portare la valigetta, viene aperta davanti ai nostri occhi e ci mostrano le tre sfere.

Riccia tira fuori la barra e si avvicina "Cos'è?" Chiede lui.

Lei risponde "Una bara di perilio che sta causando una reazione con il plutonio dentro al nucleo" ne verifica il contenuto prima di dichiarare "Sono loro"

"I soldi?" Mi domanda l'uomo.

Annuisco "Certo" appoggio la mano all'orecchio e dico "Porta i soldi"

Niente. Nessuna risposta.

"Saray, porta i soldi"

Niente. Silenzio assordante dall'altra parte

Qualcosa non va.

"Li dobbiamo pagare, Saray.."

Lui non esita nemmeno un secondo "Uccidetele"

Nel giro di trenta secondi scoppia l'inferno ma invece di venire travolte da una pioggia di proiettili, sono loro a cadere come mosche davanti ai nostri occhi.

Non perdiamo tempo a interrogarci sugli avvenimenti.

Riccia afferra la valigetta "La prendo io!"

Ci rifugiamo dietro a un muro mentre cerco di ricontattare Saray "Saray mi ricevi? Saray rispondi!"

Ma invece della sua voce ne sento un'altra.

"Saray non c'è al momento"

Prima di chiedermi chi c'è dietro..

"Che possono fare gli Apostoli per te, Zahir?"

Ringhio "Che cosa vuoi?"

"Sei in trappola, Zahir. Dacci il plutonio e vai via"

Non se ne parla neanche, guardo Kabila "Riccia, l'auto"

Lei si sporge e scuote la testa "Non ce la posso fare! È lontanisisma!"

La guardo male, non riesce proprio a capirmi "Riccia... Ho detto: l'auto"

Si illumina d'immenso solo adesso "Ahhh!" Tira fuori lo smartphone e la guida come una macchinina telecomandata fino da noi.

Ho il plutonio, una macchina e la via di fuga.

Ma loro hanno Saray.

"Facciamo un patto Zulema: dacci il plutonio e noi non uccideremo la tua amica"

Sento la voce di Saray in lontananza "Non farlo, Zule! Non per me!"

Mi sporgo e la vedo mentre la tengono sotto tiro.

Sul regolamento c'è scritto che in caso di cattura la precedenza è la missione.

"Conterò fino a tre. Uno.. due.. tre.."

Sbuffo guardando il cielo, se esiste un Dio probabilmente mi odia "Saray.. ti chiedo scusa"

Mi volto e sparo contro lei e loro, cadono come birilli. Riccia mi segue a ruota lasciando la valigetta accanto all'auto.

La raggiungo di corsa "Scusami.." lei tossisce forte, il giubbotto le ha salvato la vita ma di sicuro non ha attutito i colpi "Non sapevo che altro fare.."

"Perdonata" mi sorride appena.

"Andiamo.." l'aiuto ad alzarsi "..stai bene?"

Annuisce "Potevo morire.."

Riccia interviene "Potevamo tutti morire!"

La guardo male "Ma siamo vive.."

Ma è proprio questo il problema.. perché siamo ancora vive?

È troppo facile.

Saray ci guarda "Dov'è il plutonio?"

Torniamo dall'auto e della valigetta non c'è più nemmeno l'ombra "È andato.."

Adesso abbiamo un problema..

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