CAPITOLO 32

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Pubblico ora perché domani ho una giornata piena..
..non ringraziatemi😉
Kiss

Nenne
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Zulema

Lo osservo come se non avessi proprio capito la frase, come se il mio cervello stesse respingendo quest'ultima informazione davvero poco piacevole "Come scusi?"

Lui si appresta a specificare la ragione per cui dovrei inserirla nella missione "Avevano una relazione che per lui era una cosa molto seria. Lei l'ha piantato ma lui non l'ha dimenticata. Per noi, lei è il modo più sicuro e veloce per rintracciarlo.."

Ammesso che io riesca a trovarla e a convincerla a collaborare, cosa che non trovo affatto scontata, mi sfugge il modo in cui dovrei usarla "Dopodiché?"

"Beh.. la ragazza dovrà frequentarlo, guadagnarsi la sua fiducia e tenere lei informata" un brivido di disgusto percorre la mia schiena per tutta la sua lunghezza.

Alzo un sopracciglio, dire che sono contraria è un'eufemismo "Avevo capito che dovevo reclutarla soltanto perché è un'agente capace.."

Lui scuote la testa e cambia le carte in tavola con una mastria degna di una serpe "Forse mi sono spiegato male o lei ha interpretato male le mie parole.. comunque le chiediamo solo di riprendere una vecchia relazione sotto copertura senza fare niente che non abbia già fatto e volontariamente, aggiungerei"

Scuoto la testa.
Non accetto affatto l'idea di ributtarla tra le braccia di un altro, di quello per lo più, ci sono cose che non mi sento in grado di fare perché.. perché si tratta di Lei.

"No.. è sprecata per questa missione.. e non conosce le nostre procedure.." le mie motivazioni non reggono, la mia opposizione è ingiustificata, glielo leggo in faccia.

Ride "Cosa? Andare a letto con un uomo e mentirgli?" Domanda retoricamente "È una donna, ha l'addestramento necessario!"

Non so se sentirmi oltraggiata, offesa, schifata, discriminata, sminuita..

Resto impassibile davanti ad un commento così sessista ma ancora di più davanti a una richiesta che non voglio seguire "Non credo di poterla convincere"

"Intende che sarà difficile?" Chiede.

"Molto" confermo quasi ringhiando.

"Beh questa non è una missione difficile, è una missione impossibile" mi rammenta, così come mi ricorda che si tratta di lavoro perciò non me lo sta semplicemente chiedendo, me lo sta ordinando "Difficile dovrebbe essere una passeggiata per lei" abbasso lo sguardo, devo andare contro me stessa per agire in questa direzione "C'è qualche problema?"

"No, Signore, nessun problema" ringhio alzandomi dalla sedia, esco sbattendo la porta.

Ciò che voglio.. non ha proprio alcuna importanza.

Caminito - Buenos Aires
Macarena

Quando arrivai a Buenos Aires, un anno fa, mi innamorai di questa via-museo nel quartiere de La Boca.
Si tratta di una delle principali mete turistiche della capitale argentina: la via è famosa per gli edifici variopinti in legno, ricostruiti negli anni cinquanta secondo un progetto del pittore Benito Quinquela Martín, progetto che si ispirò allo stile originario delle case popolari degli immigrati de La Boca e che "convertì" il luogo, ormai in degrado, in un museo "a cielo aperto", inaugurato nel 1959. È l'unico museo all'aperto riconosciuto come tale in tutta l'Argentina e ne capisco il motivo perché la via, di carattere pedonale, misura circa 100-150 metri di lunghezza ed ha una caratteristica forma a curva, che ricorda la presenza di una ferrovia in loco.

L'attrazione principale della via sono gli edifici dalle facciate di vario colore come arancione, azzurro, verde, giallo, ocra.. non si tratta ovviamente di "autentici", ma tutti ricostruiti secondo quello che doveva essere lo stile originario. Ammontano ad una trentina di palazzi ognuno diverso dall'altro.

Lungo la via o nei pressi della stessa, si trovano anche numerosi ristoranti, locali per il tango e varie opere d'arte di artisti noti, oltre ad artisti "di strada" che espongono le proprie, musicisti che suonano la chitarra, ballerine che invitano le persone a ballare.

È questa atmosfera di festa che mi ha coinvolta e che non mi ha più lasciata andare.

Sto sorseggiando il mio cocktail quando Manuel, un ragazzo davvero molto attraente che ho frequentato occasionalmente, mi passa accanto, rallenta e mi sorride in quel modo inequivocabile, prima di uscire.

Una serata alternativa è concessa a tutti e la cosa non mi dispiace perché è un modo come un altro per liberare la mente e alleggerire il senso di malinconia che mi soffoca incessantemente da quasi un anno.

Esce dal locale quasi subito dopo ma di lui non c'è più alcuna traccia.

Sono certa che non può essersi volatilizzato e solitamente mi aspetta per andare a casa sua insieme.

Mi guardo intorno quando la sua voce spezza il rumore della musica della mia e mi trafigge il cuore in pieno petto "Lui non c'è.." mi volto e la vedo. Proprio lei. Bella tanto da poter rimanere senza ossigeno per giorni, letale e seducente come nessun'altra "..se n'è andato.. di sua spontanea volontà"

Rido scuotendo leggermente la testa "Ma non mi dire.."

Si avvicina a me, io faccio altrettanto "Ho pensato che io avessi una proposta sicuramente più.. invitante.." mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e il mio corpo va quasi a fuoco nel sentire quel tocco sulla mia pelle "..di qualsiasi cosa volesse fare lui"

La sfido con lo sguardo, c'è una ragione che l'ha portata fin qui ma onestamente non mi interessa sentire quale "Cosa ti fa pensare che dirò di sì? Magari avevo appena incontrato qualcuno di speciale.."

Mi sfida altrettanto, senza lasciarsi intimorire dalle mie parole "Dubito che abbia le mie capacità culinarie"

Rido, è come la ricordavo, forse addirittura più in forma "A tal proposito, visto che mi hai appena cancellato la cena.. perché non andiamo da me? Ti preparo una tipica cena sudamericana, dato che sei nuovo del paese.."

Le sue mani scendono sui miei fianchi e mi tira a sé, non so bene cosa ci sta portando ad essere così in confidenza, ma è così del tutto naturale che non mi importa "Mi sembra un'ottima idea, ma il pericolo mi insegue dovunque vada.."

Lego le braccia intorno al suo collo "Andiamo, ho la casa più sicura di tutta Buenos Aires. Hai idea di quante pistole ho?" Le domando retorica, la sua presa si fa più decisa, non avevo idea che le piacesse così tanto parlare di armi "Tu proteggi me, io proteggo te.." le sussurro sulle labbra che ho tutta l'intenzione di baciare.

Mi ferma appena in tempo "Prima di andare avanti.. Sono qui per un motivo.."

La mia mano scivola sul suo viso che accompagno vicino al mio "Spero che sia quello che penso.." sussurro sulle sue labbra.

"Maca.." mi ferma ancora.

Alzo gli occhi al cielo, ha appena rovinato tutto, mi stacco completamente da lei e incrocio le braccia al petto. Sono pronta a tutto quello che sta per arrivare, o almeno credo "Okay, Zulema, va bene.. che c'è?"

Lei mi osserva dubbiosa, vorrebbe parlare di lavoro ma qualcosa glielo impedisce e finire per chiedermi tutt'altro "..Hai da fare stasera?"

Alzo un sopracciglio, questa non me l'aspettavo "No.. che hai in mente?"

Fa spallucce "Divertirsi" mi stampa un bacio sulla guancia "..ti passo a prendere alle otto"

Mi lascia interdetta "Ma come sai dove abito?"

Le chiedo mentre lei mi dà già la schiena perché se ne sta andando "Sono Zulema Zahir"

..io l'ammazzo...

BELIEVERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora