CAPITOLO 13

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Zulema.

Mi insegue sparandomi contro.

Cerco di evitare i proiettili finché uno mi sfiora in superficie alla gamba.

Gemo di sofferenza quando sento quel dolore che mi lascia quasi senza respiro.

Sfondo una vetrina di un palazzo e lui mi raggiunge come un'ombra.

Nel pavimento sconnesso c'è una piastrella alzata che lascia una via di fuga come un pozzo scavato nel suolo.

Ci scivolo dentro senza esitare e lui.. mi segue.

Io sono per terra davanti a lui.
Il suo sguardo di vittoria, il suo sorriso beffardo e la mano che impugna la pistola carica si alza verso di me.

Non c'è via di fuga quando preme il grilletto.

Il proiettile però, anziché colpire me, rimbalza nel vetro trasparente che ci separa.

E poi tre rumori mettalici.
Tac. Tac. Tac.

Tre pareti di vetro nel buio si alzano intorno a lui.

Tac.

Il coperchio.

Non ci mette molto per capire che l'ho chiuso in una scatola di vetro infrangibile antiproiettile.

Rido mentre mi alzo in piedi e vado vicino al vetro.

Nonostante i suoi numerosi sforzi per distruggerlo.. il vetro nemmeno si graffia.

Si dice: chi la fa, l'aspetti.

"Fa male, lo so" gli dico mentre lo osservo. Lui mi guarda con odio. Nel buio compaiono prima Riccia, più Saray e infine alle mie spalle ki raggiunge Macarena.

"Ecco a voi Solomon Lane" lo presento "Signor Lane.. le presento l'IMF" la mia squadra.

Lui mi ringhia contro come un animale in gabbia "Non finisce qui, ci rivedremo!"

Alza la pistola me la punta contro e scarica il caricatore mirando alla mia testa senza però ottenere alcun risultato.

È simbolico.

Mi vuole morta.

Il gas nervino entra nella scatola e lui lotta finché non cede completamente alla sonnolenza che lo neutralizza.

È finita.

Dopo aver sistemato il corpo, la cerco con lo sguardo e la ritrovo qualche metro più avanti, in piedi accanto alla berlina, con lo sguardo verso l'uscita.

Vuole andare via.
Cambiare vita.

Mi ha chiesto più volte di andare con lei ma io non posso, non me la sento.
Perché ho già vissuto quella vita una volta e so che non posso rifarlo.
Non voglio perderla ma so che sarei solo un'egoista se le chiedessi di restare con me.

Mi avvicino "Sei libera" lei si volta mi sorride. Dio solo sa com'è riuscito a formare una creatura così e mi sento persa ogni volta che i suoi occhi finiscono nei miei. Penso che stia pensando lo stesso perché mi guarda nello stesso modo: persa. "Dove andrai?" Le chiedo sapendo che è finita.

Scuote la testa facendo spallucce "Non lo so.. ho fatto la mia parte"

"Sì.." confermo, so come ci si sente.

Le sirene della polizia sono sempre più vicine e dobbiamo assolutamente fuggire da qui. Ma stavolta non lo faremo insieme, lo sappiamo entrambe che ci stiamo salutando.

La voce di Riccia alle nostre spalle ci interrompe "Zulema, andiamo su!"

Macarena apre la portiera ma non lascerò che se ne vada prima di aver fatto l'unica cosa che ho davvero voglia di fare.

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