CAPITOLO 44

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Macarena

Chiudi gli occhi e penso a Lei, ad ogni più piccolo dettaglio del suo viso, lo disegno nella mia mente.

Voglio ricordare il primo vero bacio che ho sentito con lei: noi due in quello stanzino dopo aver litigato a causa di Lane.

Saray mi aveva detto di lasciarla perdere senza capire che per me era impossibile farlo.

La lotta tra i nostri sguardi, il fuoco acceso, era inevitabile che esplodesse in qualcosa di fisico seppur ancora innocente.

Quel bacio ha cambiato tutto per me.

Sorrido all'idea che forse in un'altra vita avremo l'occasione di stare più tempo insieme senza dover fuggire per la paura dei nostri sentimenti.

Una paura che mi sembra così stupida adesso.

Il rumore di un elicottero sopra di me che si abbassa, apro gli occhi e vedo la faccia di Saray in primo piano proprio davanti a me "Ehi, Biondina.. stai meditando o volevi farti un bagnetto?"

Guardo l'orologio "Non c'è più tempo.."

"Lei ha l'antidoto.." le parole giuste in un momento come questo, lei mi sorride "ti porto da Zulema.." sorrido a mia volta mentre la sentono nominare, non so se avrò le forze ma lotterò fino alla fine, barcollo mentre lei mi aiuta a salire a bordo. Mi controlla il polso, sa che ho il battito debole, mi controlla la temperatura e dalla sua faccia capisco che scotto. Non è una bella situazione, lo sappiamo tutte e due "Parti Riccia" le ordina mentre mi passa la maschera dell'ossigeno che trova nel kit di pronto soccorso "Risolveremo tutto questo ma tu devi restare sveglia, hai capito?"

Annuisco debolmente mentre prendo dei lunghi respiri profondi.

Zulema

Tiro fuori l'ultimo coltello dalla cinta e mi metto in posizione, ho una voglia incredibile di vedere il suo sangue macchiare la sabbia.

Lo guardo con odio, c'è sfida nei miei occhi.

Lui sorride, è così spavaldo da non temere la fine "Forza Zulema usalo!" Mi incita indicandosi il petto "Non è un brutto modo per crepare.." pensa a voce alta mentre il suo ghigno si fa sempre più ampio, l'odio che provo per lui non ha eguali "..sempre meglio di come morirà quella puttana"

Sorrido.
Quasi rido.
Mentre scuoto il capo e nella mente c'è solo ed esclusivamente una frase: io ti uccido.

Getto il coltello che si conficca nella sabbia. Non morirà così facilmente, ho intenzione di fargli passare le pene dell'inferno prima.

Gli vado incontro mentre lui viene verso di me, il primo pugno in faccia è il mio, dritto sul detto nasale che gli rompo nel momento in cui le nocche sbattono violentemente contro il naso.

Barcolla all'indietro mentre il sangue gli sgorga dalle narici arrivando alle labbra, se lo lecca via con la lingua.

Mi viene contro, i primi due colpi li schivo e gli piazzo un pugno nel costato, lui ne approfitta per prendermi di peso e sollevarmi per poi lanciarmi per terra. La sua forza supera di gran lunga la mia. Tira fuori ma pistola dalla cinta, con un calcio la faccio volare lontano da noi. Mi rialzo di scatto ma lui è pronto per colpirmi in faccia. Il dolore che sento alla tempia. Mi passo una mano come controllo e vedo sangue, mi ha rotto il sopracciglio. Il suo sorriso arrogante è parecchio irritante. Mi avvento su di lui, colpisco dove riesco ma ad ogni mossa lui placca o schiva.

Siamo due agenti ben addestrati dopotutto, non è scontata la vittoria di nessuno dei due, abilità e corporature diverse ma nessuno dei due è debole. Nessuno dei due prende davvero il sopravvento sull'altro.

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