A Rea FDFlames
Rea stava correndo. Nuda nella foresta di Wychfirs, con solo un medaglione intorno al collo, correva con le gambe che le bruciavano dal dolore. Non poteva fermarsi. Se avesse ceduto alla sua forma mortale, lasciando vincere la stanchezza, l'avrebbero catturata. Di nuovo. Rea aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo a cui aveva sottoposto negli ultimi nove giorni il suo corpo, la magia che l'aveva prosciugata quasi del tutto. Le faceva male il fianco e non aveva più fiato; persino respirare le costava fatica giunta a quel punto, il cuore che le batteva nel petto più del dovuto. Ma Rea non avrebbe ceduto, non ancora. Mancava davvero poco al confine, per essere al sicuro dalle grinfie di Althran. Varcarlo non significava salvezza, era vero, ma una volta a Ellult avrebbe potuto riposarsi. Giusto un po', quel poco che bastava per riacquistare energia e mutare ancora in qualche animale.
Un boato riecheggiò alle sue spalle. Rea non si voltò e strinse i denti, ignorando la vista appannata e le forze che venivano meno ad ogni passo. Non rallentò. Le sue orecchie mutarono forma, allungandosi in quelle di un lupo. Si concentrò sui suoni della foresta per capire quanta distanza ci fosse tra lei e i segugi di Althran. Poca, realizzò, troppo poca. Le orecchie tornarono umane, l'ultimo residuo di magia consumato del tutto.
«Maledizione!» imprecò, mentre l'aria le sferzava sul viso pallido e sudato. Era stanca, fin troppo, ma non poteva fermarsi: quelle dannate bestie l'avrebbero raggiunta se avesse osato riprendere fiato. Non poteva permettersi di perdere il poco vantaggio che aveva, nemmeno se avesse significato morire di sfinimento. Meglio quell'opzione che tornare a Thornfell, nel suo castello e alla mercé di Althran. Rea aveva giurato di non farci più ritorno, mai.
La foresta si fece più luminosa, i raggi della luna che finalmente riuscirono a penetrare le fitte chiome degli abeti neri. Erano giorni che Rea non distingueva la notte dal giorno, che non vedeva il cielo e che solo alberi e bestie selvagge le facevano compagnia. Avrebbe urlato di gioia in un altro momento, ma si trattenne. Lacrime di sollievo le rigarono comunque le guance, scie salate che pulivano la sporcizia sedimentatasi sulla sua pelle.
Rea obbligò le sue gambe a correre più veloce e ai suoi piedi di ignorare le schegge di legno e i sassi appuntiti. Sapeva che stavano sanguinando, che probabilmente le ferite si sarebbero infettate; era troppo debole a causa delle continue mutazioni perché la magia le guarisse e rimarginasse. Poco a poco gli abeti si fecero meno numerosi, fino a sparire del tutto. Rea venne accolta da una radura, l'erba scura bagnata di rugiada e il vicino scrosciare del fiume. Non c'erano nascondigli, niente di niente. Doveva superarla il più velocemente possibile.
Cercò di fare mente locale. Quello doveva essere il fiume Stosa, che attraversava la foresta di Wychfirs e virava verso sud-ovest, ritornando verso il cuore di Rilgasten, esattamente da dove era venuta. Lei doveva andare invece verso est, ad Ariestria, dalla sua regina, e passare dal regno di Ellult. Aveva perso già troppo tempo con quella missione; nessuno le avrebbe mai restituito i tre anni sprecati tra le segrete e le stanze di Althran, tutto per arrivare a quello stupido medaglione. Rea ne sentiva il peso al collo, la forma circolare che premeva sulla pelle esposta tra i seni e l'oro freddo che la faceva rabbrividire ad ogni contraccolpo. Ne portava ormai il segno del solco, rosso e dalle sfumature violacee, proprio dove si trovava la sua cicatrice. Non vedeva l'ora di liberarsene.
Inciampò, ma non per colpa sua. Qualcosa le si era aggrovigliato al piede, facendola cadere. Fece giusto in tempo a mettere le mani davanti prima di rotolare sul prato. Rea vide nero, poi bianco. Il mondo intorno a lei girava ancora quando finalmente il suo corpo si arrestò. Sopra di lei il cielo era sereno e le stelle brillavano luminose. Distinse la costellazione del Lupo, l'animale sacro di Ariestria, prima che una delle orride bestie di Althran le comparisse davanti.
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The Songs Of The Twin Flame
FantasyRea e Failla non si conoscono, eppure le loro vite sono intrecciate l'una all'altra indissolubilmente. Come legate da un filo invisibile, si rincorrono infatti senza saperlo, pedine nelle mani silenziose degli dei, che sembrano aver deciso per loro...