Capitolo 43

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La strada che Neynik aveva indicato era tutto fuorché accessibile, ma quantomeno li teneva ben al riparo dal freddo dei monti e dai mostri che li stavano sorvegliando. Rea aveva un sacco di domande in testa, ma non sapeva quale porre per prima. In primo luogo, Cillian era un fottutissimo principe. In secondo luogo, aveva già visto l'Altra Rea in passato, Neynik, il Doppio, qualunque fosse il suo stupido nome. Rea poteva ancora percepire la risata rimbombare nella grotta e seguirli nella rientranza che avevano imboccato, scendendo nelle profondità delle montagne. Perché li aveva aiutati? Decise di partire da lì con le sue domande.

«Allora,» si schiarì la voce «secondo te perché ci sta aiutando?»

Cillian, che ancora la teneva in braccio, si irrigidì. «Non ci sta aiutando, non illuderti»

Sempre molto vago nelle sue risposte, constatò. Rea alzò gli occhi al cielo. «Giusto per informazione, posso camminare. La gamba non mi fa così tanto male» disse quindi. Forse con un approccio diverso sarebbe stato più propenso a parlare.

«Scordatelo» rispose brusco il drago «La ferita non sta guarendo»

Rea fu tentata di fargli il verso. Si limitò a sospirare, abbandonando la testa all'indietro. La grotta proseguiva in cunicoli strettissimi, era piuttosto certa che presto Cillian avrebbe dovuto metterla giù comunque. Dove diamine li aveva mandati quell'idiota di un dio, per Ulfr?

«Drago, mi annoio» continuò, cingendogli il collo con le braccia «Una domanda per una domanda?»

Cillian si fermò, guardandola negli occhi. L'intensità con cui lo fece la prese un po' alla sprovvista, il suo cuore traditore che fece un balzo. Non lo mostrò. Sorrise, schiacciandosi contro il suo petto, e sentì Cillian trattenere il fiato.

«Cosa vuoi sapere?» si arrese alla fine, riprendendo a camminare.

Non si lasciò scappare la sua occasione. «Ricordi quando abbiamo parlato di Ulfr? Mi hai detto che gli dei non si interessano alle nostre vite» iniziò «Allora perché Neynik sembra tanto interessato a noi?»

«Il Doppio è libero dalle regole degli dei» le spiegò «Sui Monti Athos lo temiamo per questo, perché vederlo significa cambiamento, non per forza positivo. Si dice che tragga piacere illudendo e ingannando, che il mondo divino sia così noioso che abbia rinunciato a viverci. Si diverte giocando con le vite di mortali e immortali che ritiene interessanti»

Lei doveva ritenerla super interessante allora, visto che osava assumere addirittura il suo aspetto. Sghignazzò, ignorando il sopracciglio alzato di Cillian. Come dargli torto? Era assolutamente perfetta.

«Tocca a me» il drago si schiarì la voce. Sembrava in difficoltà quando chiese: «Come sei sopravvissuta a Thornfell?»

Il sorriso di Rea si spense. «Non vuoi saperlo davvero»

«Voglio» rispose «Ma posso cambiare domanda, se preferisci»

Rea addolcì lo sguardo, deglutendo rumorosamente. «Mi sono arresa. Sono diventata un mostro. Ero la puttana di Althran. Fine.»

«Non sapeva cosa fossi» capì Cillian, leggendo tra le righe. Rea si era accorta subito di come i suoi occhi erano caduti sulla cicatrice che le tagliava il petto, del modo in cui le sue mani si erano fatte più rigide.

«No» confermò «Non lo ha saputo finché non sono fuggita con il medaglione»

Seguì un lungo momento di silenzio. «Tocca a me» si schiarì la voce. «Quindi sei il principe figo dei draghi o qualcosa del genere?» domandò, prendendolo in giro.

Cillian roteò gli occhi, reprimendo un sorriso. «Già»

«Spiegami come un principe-drago è finito tanto lontano dai Monti Athos, ti prego. Muoio dalla voglia di saperlo»

The Songs Of The Twin FlameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora