Capitolo 44

19 3 39
                                    

Approfittando del trambusto generale, Failla riuscì a infilarsi nel corridoio senza essere vista. Lanciò un'ultima occhiata alle sue spalle, controllando che nessuna delle guardie l'avesse seguita, quindi spinse la porta, entrando nelle stanze private di Alastair. Se ne sarebbe pentita? Forse, ma in quel momento tutto ciò che contava era trovare delle risposte. Il cuore le batteva all'impazzata, in ansia. Si guardò intorno, incerta sul da farsi.

Le stanze di Alastair erano l'esatto riflesso della sua personalità: fredde, ordinate, asettiche. Non un oggetto fuori posto, ogni libro perfettamente allineato sugli scaffali, tutto ordinato per colore e dimensione. Un'atmosfera di sterilità che la metteva quasi a disagio. Deglutì, cercando di ignorare i rumori provenienti da fuori e di concentrarsi invece su ciò che aveva davanti: un letto matrimoniale, uno scrittoio, una libreria. Una camera semplice per essere il braccio destro di Esme Oakmane. Failla strizzò gli occhi, avvicinandosi allo scrittoio, dove una serie di pergamene si trovavano scrupolosamente impilate l'una sull'altra. Sentì un brivido di eccitazione percorrere la sua schiena, mentre con le mani tremanti afferrava la pergamena più in alto.

La aprì con cautela, attenta a non sbavare l'inchiostro che sembrava ancora fresco, poi iniziò a leggerla. Corrugò la fronte, confusa. Antiche profezie, linee di sangue, un potere che attendeva di essere risvegliato. "Ancora una volta" c'era scritto, senza però alcun riferimento alla prima volta in cui, questa fantomatica magia, era stata utilizzata. Failla cambiò pergamena, leggendo con avidità e divorando ogni parola, ogni riga. Più leggeva, più le sembrava di capire meno. Non si parlava da nessuna parte di un marchio, ma più volte Alastair aveva sottolineato la parola "purosangue". Che cosa intendeva? Fu un'altra parola, cerchiata con fare quasi maniacale, a farle storcere il naso: amplificatore.

Continuò a leggere, sussultando di tanto in tanto per via delle urla che, dalla città, raggiungevano il palazzo. La regina aveva ascoltato il suo consiglio? Aveva avvertito il suo popolo? Scosse la testa. Quello non era proprio il momento di pensarci; se non voleva essere beccata, doveva muoversi. Nel suo cuore, però, sperava che Erwen si fosse nascosta, che avesse represso la magia. Allo stesso modo, sperava che anche Jadien si trovasse al sicuro.

Un senso di frustrazione iniziò a montarle dentro. Richiuse la pergamena, sospirando pesantemente. Come si collegavano tutte quelle informazioni? Sistemò gli appunti di Alastair, accertandosi di allinearli così come li aveva trovati. Poi si morse una guancia, cercando di pensare. Purosangue, amplificatore, un'antica magia da risvegliare. C'entravano qualcosa, quei tre elementi, con il marchio di cui aveva parlato Jadien?

Stava per andarsene, quando un antico tomo, rilegato in pelle nera e decorato con simboli dorati, catturò la sua attenzione. Sporgeva leggermente rispetto agli altri libri riposti, invitandola a leggerlo. Bene. Failla si mosse con cautela, i passi attutiti dai tappeti persiani che ricoprivano il pavimento di diamante. Lo afferrò con il cuore che le batteva forte nel petto, sfogliando velocemente le pagine ingiallite. Non aveva il tempo per leggerlo tutto e di certo, se lo avesse rubato, Alastair se ne sarebbe accorto. Non poteva correre rischi.

Ancora, rune antiche e oggetti sacri, tradizioni che Failla non conosceva e che non le sembravano rilevanti. Andò avanti con i capitoli, sperando di trovare qualcosa, qualunque cosa, che potesse avere un senso. Stirpi, congreghe di streghe, guerre e brevi periodi di pace. Nessun indizio riguardo un marchio o una macchia. Continuò a leggere. Coppe dorate, templi, rovine, maledizioni. Nulla. Perché però sentiva che c'era quasi? Perché aveva come la sensazione che le risposte si trovassero proprio in quel libro? Qualcosa la spingeva nelle stanze di Alastair da quando era arrivata a palazzo, una forza simile a quella che l'aveva salvata dall'annegamento. Failla sapeva che non poteva arrendersi. Non ora. Non dopo aver messo piede là dentro. Conoscendosi, non avrebbe trovato il coraggio di ritornarci.

The Songs Of The Twin FlameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora