Capitolo 36 - risveglio e... piedi gelati

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Da qualche parte suonava una sveglia. Lisa si rigirò cacciando la testa sotto il cuscino, avvertendo contemporaneamente un certa sensibilità al fondoschiena. La suoneria non era la sua, ma trillava vicina e insopportabile. Allungò una mano per trovare quella dannata sveglia e metterla a tacere, il letto però non sembrava finire mai, non riusciva a trovarne il bordo.

Perplessa fu costretta ad aprire un occhio e con un tuffo al cuore si trovò in camera di Mr Berger, praticamente nuda sotto le coperte.

Che cazzo avevano fatto!?

Poi la memoria tornò, non ricordava tutto nei dettagli, ma quel brav'uomo non l'aveva sfiorata nemmeno con un dito. Almeno non nel senso convenzionale della cosa.

Restava il fatto che aveva fatto un casino. E tutto per quell'imbecille di Luis. Si diede della cretina e uscì dalle lenzuola, borbottando per il sedere indolenzito.

Afferrò i pantaloni del pigiama e le mutandine e infilandosele si domandò imbarazzata quale fosse stata la sequenza degli eventi che le aveva fatte arrivare fin sopra la sedia.

Si affacciò alla porta. Il suono di stoviglie dal basso le disse che Mr Berger si stava preparando la colazione da solo. Doveva essere furioso.

Attraversò il corridoio e si infilò in camera sua. Si spogliò rapida e si rivestì con la divisa. La vista del telefono sul letto le fece tornare in mente il messaggio che aveva in segreteria. La poveretta nonché moglie del bastardo probabilmente la considerava una puttana. Una puttana che si era scopata suo marito.

Non le piaceva sentirsi in colpa per una cosa di cui non era stata a conoscenza e per questo era incazzata nera con Luis. Forse avrebbe rispettato la richiesta di Rocìo di non chiamarlo più o forse lo avrebbe chiamato un'ultima volta, giusto per urlargli in faccia tutto quello che pensava di lui, ma prima di tutto intendeva scendere a scusarsi con Mr Berger.

Lo trovò seduto in sala da pranzo. La colazione già pronta era disposta ordinatamente sul tavolo. Lui stava leggendo un libro.

«Buongiorno Mr Berger» disse Lisa con tono mortificato.

«Buongiorno Miss Bellini, prego si sieda.»

Solo allora Lisa si accorse che quella mattina c'era un secondo posto apparecchiato con tovaglietta, tazza e piattino. Quasi si commosse per quel riguardo nei suoi confronti, ma scosse la testa.

«Le ho già recato troppo disturbo.»

«Nessun disturbo, piuttosto prenda una tazza di caffè. Dà sollievo dopo una sbornia.»

Lisa si sedette e lui le versò il caffè, allungandole poi la zuccheriera e un cucchiaino. «Grazie» sorrise grata Lisa poi, con improvviso imbarazzo, le tornò alla mente uno sprazzo di ricordo della sera precedente.

«Se ho fatto o detto cose inappropriate mi scuso. Dico un sacco di sciocchezze quando sono ubriaca. Non ne tenga conto.»

«In vino veritas» asserì Mr Berger. «Si dice così, vero? In latino?»

«Sì, credo di sì» Lisa avrebbe voluto sparire sotto il tavolo. Era quasi certa di averlo chiamato Sherlock e di essere stata tra le sue braccia, ma poi cosa cavolo aveva combinato?

«Niente di veramente compromettente Miss Bellini» disse Michael Berger, come se potesse leggerle nella mente.

«Meno male» sospirò Lisa.

«A parte il suo scarso apprezzamento per il mio tappeto.»

Lisa lo fissò imbarazzata poi lo vide sorridere. Era raro vederlo sorridere e sorrise a sua volta. «Mi scusi, non volevo.»

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