Capitolo 53 - Minacce e tulipani

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Ore 21 spaccate, le 12 a Los Angeles. Il cellulare squillò. Lisa lasciò la sua deprimente occupazione e si buttò sul letto per recuperare il telefono in carica all'unica presa della stanza.

« Sei in ritardo di almeno quaranta secondi» lo prese in giro.

«Dici?» domandò serio Michael e Lisa sorrise, immaginandolo intento a controllare sull'orologio.

«Come va dall'altra parte del mondo?»

«Mio padre insiste per portarmi nella Napa Valley per farmi vedere alcuni vigneti che ha acquistato e mia madre non ha ancora voluto capire che non intendo fermarmi oltre il 15, ma a parte questo tutto bene.»

«Non sembra così male.»

«Già, e tu con la tua amica Giulia, come va?»

«Mi ha messo in punizione. È cattiva!» disse Lisa con voce infantile. «Mi obbliga a rimettere in ordine la camera! E prima ci ha fatto lavare tutti i piatti e anche le teglie!»

Silenzio all'altro capo del telefono. Un paio di secondi necessari a Michael per adattarsi al tono della conversazione così poco seria, terreno insidioso per l'austero Mr Berger. A quel pensiero a Lisa venne da ridere, ma cercò di trattenersi.

«Sicuramente te lo sei meritato» disse Michael un po' traballante nel tono, come un pessimo attore.

«Non è vero! Sono brava io.»

«Sei una vera peste! E di certo le faccende domestiche sono ben poca cosa per una punizione.» Ora la voce era più partecipe e a Lisa provocò un certo turbamento.

«Mi sarei meritata altro Mr Berger?» domandò Lisa con il cuore che ora batteva più veloce. Michael lo aveva capito?

«Sono quasi certo che Giulia sia stata troppo blanda.»

«Lei che avrebbe fatto al posto suo?»

Attimo di silenzio. Lisa si girò a pancia in su nel letto mentre giocherellava col filo del caricabatteria.

«Cosa è successo di preciso?»

«Forse, e dico forse, mi sono comportata un po' male.»

«Solo un po'?»

«Sì, un po' soltanto.»

«Meriteresti una sculacciata solo per la bugia.»

Lisa si morse le labbra sentendosi prendere dal desiderio.

«Davvero mi vorresti sculacciare? Ma non ho fatto niente!»

«Certo che ti sculaccerei.»

«E come lo faresti?» Lungo attimo di silenzio, Lisa trattenne il respiro aggrappata al filo del caricabatteria.

«Ti metterei sulle mie ginocchia.»

Lisa si morse un dito per non fiatare, per non far sentire il respiro fattosi veloce, anche se Michael doveva averlo capito per forza.

«Lisa?»

Non lo aveva capito?

«Lisa ci sei ancora?»

«Sì sì, ci sono.»

No, non l'aveva capito.

«Sai, mi manchi.»

«Anche tu mi manchi» disse Lisa stringendo il telefono

«Tre settimane sono lunghe, ma quando ci rivedremo, ho una sorpresa per te.»

«Cosa? Dimmelo!»

«Segreto assoluto.»

«Non è giusto! Lo voglio sapere! Dai! Dimmelo! Dimmelo! Dimmelo!»

Miss BelliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora