Capitolo 04 - scontro

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Per due giorni Lisa aveva tenuto duro. Si era alzata alle sei e trenta e lavorato tutto il giorno fino alle sette. Cucinava, puliva la casa, faceva il bucato e provvedeva a tutto il resto. Lui era sempre tra i piedi, sempre nervoso e la riprendeva smisuratamente per ogni minuzia. Nella gestione della quotidianità domestica era severo, intransigente, preciso ai limiti della pedanteria e anche un maniaco del rispetto degli orari.

Ma quella sera dopo l'ennesima lavata di testa, a suo parere immeritata, Lisa non ce la fece più a trattenersi. Lasciò andare il piatto sulla tavola, facendolo atterrare rumorosamente. Gli spaghetti scivolarono verso l'orlo del piatto e l'immacolata tovaglia.

«Miss Bellini, stia attenta! Le sembra questo il modo di servire?!»

«Mi scusi» disse per niente convinta.

Michael Berger guardò torvo la ragazza tornare in cucina. Avrebbe voluto rimetterla in riga, eppure esitava. Passata la furia che l'aveva portato a vederla come un surrogato di Helena, la ragione e una minima conoscenza del codice penale, gli avevano opposto delle valide argomentazioni sull'opportunità del protrarsi del suo impeto disciplinare.

Un rumore di pentolame sbattuto malamente lo fece incupire. Quella sfrontata impertinente non sapeva minimamente cosa fosse la moderazione.

«Miss Bellini!» tuonò irrompendo in cucina. «Si può sapere cosa sta facendo? Ma che diamine le passa per la testa?!»

«Faccio quello che devo fare. Le preparo la cena» ribadì lei per niente contrita, cosa che lo fece indisporre oltremodo.

«Faccia le cose come devono essere fatte allora! Non è questo il modo di lavorare!»

«Certo Mr Berger» il tono marcatamente accondiscendente fu peggio di un insulto.

«Miss Bellini mi ascolti bene.»

«Che vuole?» lo sguardo impudente che gli rivolse, la sfrontatezza che c'era nella sua voce lo fecero arrabbiare.

«Lei è irritante e sfacciata! Le devo ricordare che pretendo un servizio ordinato e soprattutto rispetto!»

«Pretende molte altre cose se è per questo! Lavoro come una schiava e lei non fa altro che riprendermi per qualsiasi cazzata!»

«Miss Bellini smetta di provocarmi!»

«E lei smetta di rompere! Sarebbe magnifico!»

«Miss Bellini si scusi subito!»

Sebbene ogni buon senso le gridasse di fermarsi, Lisa non lo fece.

«No!» incrociò le braccia con aria di sfida. Non tollerava le imposizioni e nessuno era mai riuscito a metterle i piedi in testa.

Lo sguardo furioso di lui incrociò il suo, orgogliosamente insolente. Si misurarono, come due pugili agli angoli opposti del ring. Lui non sembrava decidersi a proferire parola quindi lei ne approfittò per infierire.

«Adesso, se ha finito, torno al mio lavoro» lo provocò e a bella posta gli volse le spalle per tornare alle stoviglie nel lavello.

Inaspettata la mano di Mr Berger si serrò attorno al suo braccio e prima che fosse capace di reagire si trovò contro la parete. Provò a divincolarsi, ma uno sculaccione la fece tornare al suo posto e quello successivo le fece posare entrambe le mani contro il muro.

«Che cazzo fa?!»

«La rimetto in riga!»

«L'ha già fatto! Mi lasci andare!»

«A quanto pare ne ha ancora bisogno.»

Uno sculaccione piazzato particolarmente bene le fece scappare uno strillo.

«Fanculo!»

«Miss Bellini!»

Lisa sussultò per un altro sculaccione, provò a tirarsi indietro, ma Mr Berger la spinse di nuovo contro il muro continuando a sculacciarla. Faceva male. Stringendo i denti, Lisa si aggrappò con le unghie all'intonaco color zafferano.

«Basta!» protestò Lisa tra il rabbioso e il sofferente «La smetta, cazzo! Mi lasci andare.»

«Deciderò io quando basta» replicò severo Mr Berger e rimettendola al suo posto continuò a sculacciarla.

Lisa strillò. Si contorse. Ogni sculaccione lasciava un'impronta rovente sulla pelle.

«Lei deve imparare l'educazione.»

«Il rispetto, Miss Bellini»

«Le buone maniere.»

«Il comportamento.»

Ogni parola fu sottolineata da uno sculaccione. Lisa continuò a contorcersi, ma aveva smesso di opporsi.

«Lei farà il suo lavoro al meglio. Non come fosse un dispetto nei miei confronti. Non lo tollererò, Miss Bellini.»

Mr Berger continuava a sculacciarla mentre la ammoniva, ma non la tratteneva più. Lisa avrebbe potuto sfuggirgli o meglio voltarsi e prenderlo a calci nelle palle eppure non riusciva a reagire. Non capiva che le stava succedendo. Ogni sculaccione le prendeva tutto il culo facendole un gran male e lei se ne stava lì immobile come una cretina a prenderseli.

«Mi ha capito?»

Lisa annuì. Voleva farlo smettere. Lui. Quella sensazione.

Mr Berger non si fermò. Continuò a sculacciarla e ripeté la domanda «Ha capito?»

Lisa annuì con più forza «Sì!» e poi gemette «Basta!»

Era sia una richiesta che un'esortazione a se stessa a reagire. «Basta!» il lamento della ragazza, la voce pericolosamente vicina a rompersi per il pianto portarono Mr Berger a fermarsi.

Dopo l'ultimo sculaccione calò un silenzio irreale nella cucina. Lisa si scostò dal muro guardando torva Mr Berger. Lo detestava per quello che le aveva fatto e se non fosse stata troppo impegnata a trattenere le lacrime gliene avrebbe dette quattro.

Tornò verso il lavello con il sedere che le doleva e fingendo che lui non fosse lì riprese a riordinare le stoviglie. Questa volta però senza alcuno sbatacchiare di pentole.

Miss BelliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora