Capitolo 101 - Confessare...

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Con l'inaugurazione del negozio sempre più imminente, Teo non era quasi mai a casa e Giulia, che quella mattina era libera, intendeva approfittarne per fare un po' di pulizie di primavera. C'era un bel po' di cose da pulire e mettere a posto, il cambio degli armadi da fare, il bucato da lavare e stendere, ed essere sola le avrebbe consentito di muoversi in piena libertà.

Aveva appena iniziato a tirare fuori l'occorrente per pulire quando sentì la porta aprirsi.

Non era Teo, ma Lisa. Aveva un'espressione che non prometteva niente di buono e trascinava dietro di sé il suo borsone. Giulia sentì il cuore stringersi. Sembrava proprio che la pace tra lei e Michael non fosse durata molto.

Giulia lasciò perdere quello che stava facendo e andò incontro all'amica, tendendole le braccia per offrirle conforto.

«Cosa ho che non va?» domandò Lisa sconfortata.

«Oh, Lili mi spiace tanto!» la strinse a sé Giulia.

«No, la colpa e mia. Non mi dovevo fare troppe illusioni.»

Lisa lasciò cadere il borsone e ricambiò l'abbraccio. Giulia la strinse, carezzandole la schiena. «Vedrai, si sistemerà tutto. Non arrenderti.»

«Arrendermi?» domandò Lisa, guardando Giulia sorpresa. «Non intendo farlo. Ho solo una gran voglia di prenderlo a calci nelle palle, quello stronzo!»

Fu il turno di Giulia di restare sorpresa. «Aspetta, che è successo? Perché vuoi prendere Michael a calci?»

«Michael?»

«Hai appena detto...»

Lisa la guardò perplessa. «Che c'entra Michael?» domandò, poi realizzò e scoppiò a ridere. «Tu credevi che Michael e io...»

«Sì! La tua faccia, il borsone! Pensavo aveste litigato.»

«Voglio prendere a calci Vincenzo! Lo stronzo mi ha mandato un altra lettera dal suo studio.» Lisa agitò nell'aria un plico di fogli spiegazzati. «L'ho appena trovata nella cassetta. Parla di soldi che gli devo! Che bastardo!»

Giulia prese le carte che Lisa le porgeva e si andò a sedere al tavolo per leggerle. «Credo sia solo la notifica dell'accordo con cui ti rateizza il debito» disse dopo una rapida lettura.

Lisa si strinse nelle spalle. «Resta comunque uno stronzo.»

Giulia annuì e riprese a leggere con più attenzione mentre Lisa la informava che aveva il borsone solo perché era venuta a prendere qualche altro vestito e delle cose che si era dimenticata. «Michael non mi ha sbattuto fuori da casa sua.»

«Meglio così» concesse Giulia, assorta nel cercare di cogliere le sfumature del linguaggio legale.

«Non ci è mancato molto ieri sera, ma non l'ha fatto.»

«Bene» annuì Giulia, prima che il senso della frase le facesse sollevare la testa. «Aspetta, che intendi? Che vuol dire "non ci è mancato molto"?»

Lisa guardò Giulia, esitante. «Devo prima raccontarti qualcos'altro. Prometti che non ti arrabbi?»

«Dipende.»

«Ti devo dire una cosa che non ti piacerà. Qualcosa legato al tipo che Ema e il Secco hanno messo in fuga sotto casa.»

Lo sguardo di Giulia si fece inquisitorio. «Lo sapevo che non me l'avevi raccontata giusta! Che cazzo hai combinato Lisa?!»

«Un casino. Ma ora è tutto risolto!» si affrettò a rassicurarla Lisa.

«Siedi qui e racconta.»

«No, meglio di no» fece una smorfia Lisa.

Miss BelliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora