Capitolo 88 - Sculacciami prima, parliamo dopo

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Il viaggio in taxi verso la casa di Michael fu compiuto in assoluto silenzio. Lisa inviò un messaggio a Helga per avvisarla che era andata con lui, ma immaginava ci fosse il suo zampino nel loro "casuale" incontro nei giardini.

Entrarono nell'appartamento illuminato solo dalla luce dei lampioni della strada. La porta si richiuse alle loro spalle e Lisa si voltò a guardare Michael. «Voglio solo che tu sappia che mi dispiace.»

«Non dirmi che ti dispiace» replicò secco Michael. «L'hai fatto in piena coscienza, hai mentito, mentito ancora e se non fosse stato per quel video continueresti a mentirmi.»

Lisa restò colpita da tutta la rabbia che trapelava da quelle parole, ma era solo la brutale verità e lo sapeva.

«Hai ragione, ma non posso dire altro che mi dispiace. Mi ha fatto male mentirti, ma ho pensato che dovevo chiudere questo capitolo della mia vita da sola. Non volevo che gli errori del mio passato gravassero anche su di te.»

Michael la fissò a lungo in silenzio. Gli errori del passato a cui si riferiva Lisa avevano un nome e un cognome: Lorenzo Cimatori. Quel bastardo continuava egoisticamente a sfruttarla e lei glielo permetteva ogni volta. La più plausibile risposta alla domanda come mai fosse sempre disponibile a mettersi nei guai per lui lo rendeva furioso.

«Per aiutare i tuoi passati errori hai messo in forse noi due!»

Lisa capì subito il sottotesto e che parte della rabbia di Michael era di fatto gelosia. Questo le fece provare l'impeto di lanciarsi tra le sue braccia, ma fu solo un attimo poi tornò a sentire tutto il peso della loro attuale distanza. Il Michael che solo mezz'ora prima l'aveva abbracciata sembrava nuovamente scomparso. Aveva una gran voglia di piangere e un altrettanto forte impulso di urlare. Era vero che lei aveva sbagliato, ma lui non poteva cambiare idea in quel modo! Comunque riuscì a controllarsi e gli parlò ancora. «Michael, so che è poca cosa dopo quello che ti ho fatto passare, ma sono pronta ad accettare qualunque cosa tu decida io debba fare per farmi perdonare.»

Lui non rispose, non disse niente. Appariva così tanto arrabbiato che Lisa iniziò a temere che avesse davvero cambiato idea e che l'avrebbe allontanata di nuovo, questa volta definitivamente. Cercò di dominare il sorriso amaro che minacciava di incresparle le labbra. Cosa si era aspettata? Era chiaro che stava per abbandonarla. Forse era stata lei ad aver frainteso le belle parole nei giardini sul contare su di lui. Probabilmente voleva solo chiudere in modo ufficiale.

Cercando di fermare quel turbine di pensieri e la rabbia che sentiva prendere forza dentro di lei, pronunciò il suo nome. Fu come una supplica. In risposta, lo vide esalare la rabbia, la rigidità crollare, il suo volto addolcirsi di tristezza. Gli occhi le si riempirono di lacrime e si lanciò ad abbracciarlo. Con infinito sollievo avvertì le forti braccia di lui ricambiare e stringerla. I loro occhi si trovarono e Lisa si protese sulla punta dei piedi per baciarlo.

«No» stabilì lui allontanandola.

Michael si sforzò di restare risoluto dinnanzi allo sguardo ferito di Lisa.

«Dobbiamo parlare.»

«Di' qualcosa allora» disse lei brusca, ritraendosi. Michael la guardò trarre un lungo respiro, stringere le braccia contro il corpo e poi riprendere con più controllo, la voce prossima a rompersi per il pianto. «Cosa vuoi sapere? Fammi una domanda, qualsiasi domanda, oppure dimmi di cosa vuoi parlare.»

Michael non disse niente. Vedeva Lisa davanti a lui soffrire e desiderava solo tornare ad abbracciarla, ma al tempo stesso vedeva anche la Lisa del video. La vedeva ballare e divertirsi, praticamente nuda, davanti alla folla attorno al tavolo. Non riusciva a togliersi quell'immagine dalla testa. La mascella tornò a serrarsi, la rabbia prese campo. Solo poco prima aveva detto di voler sapere, si era convinto di dover sentire la storia dalla voce di Lisa, ma non ne era più così certo.

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