Capitolo 41 - telefonate

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All'ora dell'aperitivo Helga uscì con delle colleghe dopo aver salutato Michael, ancora in ufficio, e pur vedendolo sbattuto come un cencio, ancora si ripromise di non impicciarsi nei suoi affari, e continuò a ripeterselo fino all'ora di cena.

In cucina il goulash sobbolliva lento, e non avendo proprio nient'altro da fare, Helga prese il telefono e compose il numero che si era presa dal fascicolo in ufficio.

Forse non era il caso, ma il cellulare era acceso e dava libero. Si disse che doveva farsi gli affari suoi, che era meglio riattaccare, e continuò a dirselo fino a quando udì rispondere una voce esitante.

«Pronto?»

«Miss Lisa Bellini?»

«Sì... chi parla?»

Helga fece un profondo respiro dandosi dell'inguaribile impicciona poi rispose in inglese, confidando che la ragazza lo parlasse.

«Mi chiamo Helga Wallner, lavoro per la Eckturm Zertifizierungen alle dipendenze di Mr Michael Berger...»

«Helga! Lei è Helga che telefona sempre la sera alle sei spaccate!» L'inglese di Miss Bellini era molto buono.

«Sì» sorrise Helga, «sono proprio io.»

«Mr Berger le ha detto di chiamarmi?»

Helga a quella domanda in particolare non avrebbe voluto rispondere, ma per sua fortuna Lisa Bellini ne aveva altre e non attese risposta prima di porle.

«Me lo può passare?»

«Mi spiace ma in questo momento non...»

«Allora potrebbe darmi il suo numero di cellulare?»

Helga valutò la cosa, ma senza capire prima cosa fosse successo era una mossa rischiosa. All'altro capo del telefono Lisa prese il silenzio di Helga per un rifiuto.

«Sa cos'è successo, vero? È per questo che non mi risponde? Questo almeno me lo può dire? Senta, io non so per quale motivo lui le abbia detto di chiamarmi, ma ho assoluto bisogno di dirgli che in tutta questa storia io non c'entro niente. Gli può far avere un mio messaggio?»

«Miss Bellini...»

«Non mi dica che non può lasciargli neanche un messaggio perché io...» la voce di Lisa Bellini si incrinò per il pianto ed Helga le corse in aiuto.

«Mi racconti cosa è successo e io metterò al corrente Mr Berger.»

«Mi scusi, ma non sa quant'è che cerco di parlargli...» disse Lisa in lacrime, ma animata dalla speranza portatale da Helga.

«Capisco» annuì Helga.

Ci fu una pausa di silenzio per dare modo a Lisa di riprendersi.

«Lui come sta?»

«Onestamente non mi ha detto niente, ma lo conosco bene e l'ho chiamata proprio perché è evidentemente turbato.»

«Allora lo sa. Altrimenti non mi spiego perché non mi abbia nemmeno fatto spiegare.»

«Mi scusi, ma sa cosa?»

«Non sono tornata perché mi hanno arrestata.»

«Ha detto arrestata?» domandò Helga, certa di aver capito male. «Intende proprio arrestata, polizia, carcere?»

«Sì, arrestata, polizia, ma niente carcere. Spero. Dovevo togliermi da un guaio e invece sono finita in un guaio più grosso, gli avevo detto che sarei tornata e invece non l'ho fatto» subito dopo registrò qualcosa che Helga aveva detto poco prima. «Mi scusi, ma ha detto di avermi chiamata perché lui è turbato? Ma è stato lui a farmi chiamare o no?»

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