Capitolo 09 - Martini e dito medio

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Ogni estate Oreste Mengozzi e sua moglie Milvia lasciavano la calura soffocante della città per ritirarsi nella colonica di famiglia: un piccolo edificio su due piani audacemente tinteggiato di rosa dal discutibile senso estetico della signora.

Il caso aveva voluto che la loro casa fosse a sole due curve da quella dei Berger. Quando la coppia austriaca era venuta a trascorrere la loro prima estate in Italia, i coniugi Mengozzi si erano subito proclamati loro amici, incuranti del fatto che la cosa potesse essere o meno ricambiata. Ne era seguita una serie di doverosi inviti per occasioni informali che la pedante invadenza aveva trasformato in una sorta di tradizione che si ripeteva ogni estate.

Era stato quindi inevitabile che scoprissero la sua presenza. Michael avrebbe fatto volentieri a meno di vederli, soprattutto per non dover parlare di Helena, ma la temuta telefonata era giunta e l'aveva posto nell'impossibilità di risparmiarsi una loro visita.

Li vide arrivare attraverso i vetri del soggiorno ed esalando un lento sospiro uscì fuori a fare gli onori di casa. Dopo i saluti e qualche commento sulla nuova auto dei Mengozzi entrarono in casa e si accomodarono nel soggiorno.

Miss Bellini si affacciò per chiedere cosa potesse servire da bere. Indossava la semplice divisa nera con grembiule bianco e i capelli raccolti esaltavano le linee del bel viso. Era innegabilmente graziosa. Quando Oreste la vide non riuscì a fare ameno di seguirla con lo sguardo, tanto e con così plateale interesse da non poter certo passare inosservato, né a Michael né tantomeno a sua moglie, seduta di fianco a lui.

«Cara puoi portarmi un tovagliolino?» sorrise affettata Milvia. «Ci hai portato queste meravigliose tartine, ma sbadatamente niente con cui pulirci le mani.»

«Certo signora» sorrise Lisa di rimando.

«E puoi farmi anche un altro Martini? Questo ha un sapore strano, devi aver usato delle olive aperte da troppo.»

«Certo, immediatamente.»

«Un'ultima cosa cara. Non dimenticare un po' d'acqua, non dovrebbe mai mancare, lo dovresti sapere.»

«Ha ragione signora, mi deve scusare, provvedo subito.»

Il sorriso di Lisa si era allargato sempre più mano a mano che Milvia parlava, ma entrambi gli uomini si accorsero del gelo caduto improvvisamente nella stanza. Milvia la guardò allontanarsi e poi si rivolse a Michael. «Queste ragazze dell'est sono tanto belle, ma si vede che manca loro un po' di buone maniere.» Il tono di voce era confidenziale, ma abbastanza forte da poter essere udito anche da Lisa.

«In realtà Miss Bellini è italiana e la reputo un'ottima dipendente, diligente e capace nel suo lavoro.» La difesa di Mr Berger fu educata, ma ferma. Lisa gliene fu grata, ma la stronza non aveva certo finito di sfogare la sua frustrazione per il marito dall'occhio lungo.

«Italiana? Ma davvero? Non credevo che i nostri giovani facessero più lavori tanto umili. Voglio dire, una così graziosa anche senza un titolo avrebbe potuto aspirare a, che ne so, un posto da commessa. Quanto dovrai essere formata per piegare vestiti, dico io.»

Lisa si dovette trattenere e mordere la lingua per non tornare nel soggiorno e dire a quella strega rinsecchita cosa poteva farci con quella sua boccaccia truccata. Raggiunse il piano della cucina, sbatté sdegnosamente una manciata di tovagliolini sul carrello da servito e prese un bicchiere per il cocktail della stronza.

Versò il Martini, infilzò l'oliva con ferocia e poi avvicinò il bicchiere alla bocca.

«Miss Bellini che fa?»

La voce di Mr Berger la fece bloccare a metà. La risposta giusta sarebbe stata «Sto per sputare nel drink della signora» ma optò per una bugia. «Sento se l'oliva ha un odore strano.»

«Qualcuno potrebbe pensare che ci volesse sputare dentro» considerò faceto Mr Berger sorprendendola, ma quando si voltò a guardarlo la sua espressione non aveva proprio niente di faceto, era piuttosto di rimprovero.

«Vado a portare drink e tovaglioli» tentò di cambiare discorso Lisa.

«No, prenda il cappello della signora. I Mengozzi se ne vanno.»

Lisa rimase sorpresa. Non le pareva il vero, ma erano appena arrivati: non aveva molto senso che se ne andassero di già.

«Ho cortesemente chiesto ai signori di andarsene» le spiegò Mr Berger. «Non apprezzo le malignità e le maldicenze in casa mia, soprattutto a danno di qualcuno che per il suo ruolo non può replicare.»

Lisa lo guardò incredula poi tentò di nascondere un sorriso andando a prendere il cappello della megera.

Mr Michael Berger si era levato in sua difesa. Non che lei non fosse in grado di combattere le sue battaglie, ma era piacevole che lo avesse fatto lui.

Consegnare il cappello con un sorriso solare al muso arcigno e offeso della tardona fu una vera soddisfazione. Agitare la mano in saluto e mostrarle, non vista da Mr Berger, un dito medio con lo stesso sorriso, la ciliegina sulla torta.

«Grazie» disse a Mr Berger quando furono nuovamente soli.

«Dovere» minimizzò lui.

Lo guardò liberarsi della giacca e incamminarsi verso lo studio. Era chiaramente sollevato di essersi disfatto della compagnia dei Mengozzi, ma non sarebbe mai arrivato a cacciarli se non fosse stato per lei. Doveva essere proprio un brav'uomo quando non era impegnato a rompere le palle. Quell'omone sempre serio e sempre pronto a sgridarla si era appena schierato in suo favore e dimostrato pronto a proteggerla.

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