Capitolo 67 - Felice da far paura

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I giorni successivi sciarono, fecero l'amore e non lesinarono nemmeno sul sesso. Spesso la notte, a volte ritardando la partenza la mattina oppure la sera, lasciando prima le piste.

Lo fecero in camera soprattutto, ma anche sul divano, in bagno, nella sauna, nella doccia e una sera sul tavolo di cucina.

Tra tenerezza e desiderio, giocarono e sperimentarono. Il serio e compassato Michael Berger nell'intimità non era affatto controllato come nel resto delle sue attività. Lisa apprese una gran quantità di piccoli particolari che lo facevano impazzire a letto e non solo. Michael faceva lo stesso con lei, esplorandola palmo a palmo, come un segreto tutto da scoprire.

Capitò che durante i loro convulsi incontri, spesso tra il gioco e la passione, Lisa si trovasse a chiamarlo Daddy e lui non ne fu mai troppo contrariato. Qualche volta anzi, Michael si lasciò coinvolgere dalla cosa. Successe anche che l'eccesso di esuberanza di lei provocasse l'accigliarsi di Michael e qualche volta la cosa finì con una sculacciata. La cosa provocò, quasi sempre, una segreta delizia di Lisa e assicurò a un ignaro Michael del sesso ancora più concitato e un'amante molto compiacente.

Giunse così l'ultima sera della loro settimana bianca e per festeggiare uscirono a cena, in un piccolo locale a conduzione familiare.

Lisa indossava un bel vestito a collo alto, color vinaccia con ricami neri, che scendeva fino a metà coscia, pesanti calze nere e stivaletti col tacco dello stesso colore. In vita un'alta cintura segnava e faceva risaltare le linee dei fianchi. Michael aveva rinunciato alla giacca in favore di un morbido golf di lana grigio fumo e pantaloni grigio scuro.

Ordinarono da mangiare e il cameriere, un bel ragazzo in abiti tradizionali, stappò per loro il vino.

Michael levò il bicchiere in alto. «Vorrei brindare a questa nostra prima vacanza.»

«A questa magnifica vacanza» sorrise Lisa. Ci fu un tintinnio di vetro e poi bevvero.

La cena fu abbondante e fin troppo buona. La prima bottiglia di vino finì assieme alle portate, la seconda fu vuotata per una buona metà accompagnando un fitto scambio di parole e sguardi.

Uscirono nella notte gelida, di buon umore, con la risata in punta di labbra. Lisa era piuttosto alticcia e anche Michael sorrideva più del solito. La prese a braccetto e tendendola stretta contro il fianco la guidò fino all'auto.

Una curva dopo l'altra il grande SUV li riportò alla baita. Michael venne ad aprirle lo sportello e Lisa scese. Rimase fuori mentre lui parcheggiava nel garage. Nel silenzio notturno, la candida linea dei monti circostanti racchiudeva la valle e sopra tutto dominava la volta delle stelle.

Sentì Michael affiancarsi a lei e si strinse contro di lui.

«Sono così felice che mi fa quasi paura» mormorò e sorpresa dalle sue stesse parole sentì le guance avvampare per l'imbarazzo.

«Sono molto felice anche io, Lisa.»

Si voltarono a guardarsi e lui la strinse tra le braccia. Si baciarono.

«Non voglio andarmene» mise il broncio lei, strappandogli un sorriso.

«A tal proposito, sarà il caso di andare a dormire. Domani dobbiamo alzarci presto.»

«Non voglio!»

«Lisa.»

«No!»

«Vuoi farmi arrabbiare proprio l'ultima sera?»

«Sì» sorrise lei e facendogli la linguaccia arretrò verso il giardino.

«Lisa non vuoi farti rincorrere, vero?»

Lei si chinò a raccogliere della neve e prese a comprimerla tra le mani.

«Non oserai farlo» la avvertì Michael, cercando di restare serio. La palla di neve lo colpì in piena faccia.

Ci fu un attimo in cui Lisa quasi credette che si fosse arrabbiato poi, con un ringhio giocoso, lui si lanciò verso di lei. Lisa cacciò uno strillo, si diede alla fuga e fu colpita di striscio da una palla di neve. Si voltò per rispondere al fuoco, accoccolandosi per procurarsi nuove munizioni. Dopo aver incassato altre due pallate e aver mancato tre colpi lo prese una seconda volta in piena faccia.

Ripresero a inseguirsi e ridendo finirono lunghi distesi sulla bianca coltre.

Col respiro corto, Lisa lo baciò sulla bocca. «Mi hai presa, mi arrendo.»

«Nessuna pietà per i prigionieri» stabilì Michael rovesciandola sulla neve e prendendola tra le braccia.

«Sei crudele!» si lamentò Lisa, ma senza cercare di sottrarsi.

«Non è ancora niente! Quello che ti attende è ben peggiore.»

«Intendi dire che adesso mi farai tua con la forza, qui al gelo?»

«No, intendo cose terribili tipo lavare i denti e mettersi a letto.»

«Se lo faccio senza tante storie dopo mi prenderai con la forza, al caldo nel letto?»

«Potrei anche farlo, in effetti.»

«Sei proprio crudele» sorrise Lisa. Si baciarono ancora e tenendosi per mano entrarono in casa.

Miss BelliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora