Capitolo 56 - Brutte notizie

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Era quasi mezzogiorno quando Katalina arrivò. Lisa stava sfogliando le pagine di una rivista di moda per non pensare all'ora del suo volo sempre più vicina, quando la sentì parlare con Juliana al piano di sotto. Si alzò in piedi per andarle incontro e se la trovò davanti, sulla porta dell'appartamento. La faccia tesa di Katalina non prometteva niente di buono.

Lisa sentì un misto sgradevole di sensazioni artigliarle lo stomaco. «Che succede? Hai risolto?»

Katalina la oltrepassò, sbatté la borsa sul tavolo di cucina e lasciò andare una fila di parolacce in rumeno.

«Che cazzo è successo?» domandò Lisa, innervosita e spaventata. Katalina continuò a sproloquiare nella sua incomprensibile lingua madre.

Nonostante l'apprensione crescente Lisa cercò di non perdere le staffe. Aveva una gran voglia di mettersi a urlare anche lei, ma si contenne. Attese che Katalina avesse bevuto un bicchiere d'acqua dal frigo e poi provò di nuovo. «Katalina che cosa è successo?»

«Testa di cazzo!» sbraitò lei, sbattendo il pugno sul tavolo, facendola saltare. «Maledetto pezzo di merda!» Il resto si perse in un fiume di rumeno. Katalina era furiosa.

«Lorenzo?» provò cauta, Lisa.

«Anche lui!»

E come ti sbagliavi.

«Cos'è successo?» domandò di nuovo Lisa bisognosa di capire nonostante una parte di lei gridasse di non chiedere. Se Katalina non era riuscita a sistemare le cose allora Lorenzo...

«Cezar» disse Katalina come se quel nome spiegasse tutto, ma poi si dovette render conto che a Lisa non diceva proprio niente. «Lui ha intenzione di farla pagare a Lorenzo.»

«È lui che lo vuole...»

«Morto? No, non è nel suo stile. Lo farà pestare e magari gli farà spezzare le gambe o forse gli farà recapitare una coltellata nelle docce.»

Lisa inorridì scuotendo la testa, sentendo le lacrime bagnarle le guance. Adesso la cosa era così brutalmente reale che non riusciva a sopportarla. Katalina tirò il fiato due volte per continuare il discorso, anche lei lottava per non piangere. Si vedeva che era ancora presa da quel bastardo nonostante la sua aria spavalda.

«Lorenzo gli ha sfilato quattromila euro di roba dall'ultima consegna che ha fatto per lui» disse Katalina ritrovando il controllo. «Non è molta roba e non è una gran cifra, ma quello che più conta per Cezar è l'affronto. In questo campo se perdi il rispetto dei tuoi uomini sei finito. Ne deve fare un esempio.»

«Ma non può farlo!»

«Certo che può, e soprattutto vuole farlo.»

Katalina con le dita tremanti si accese una sigaretta mentre Lisa andava su e giù per la cucina nel tentativo di non farsi prendere dal panico.

«Non sei riuscita a trovare il modo per fermarlo? Lorenzo ha detto che tu potevi.»

«Quel demente pensa e scopa con la stessa parte del corpo!» ringhiò Katalina. Ci fu una pausa di silenzio in cui le due ragazze si scambiarono un'occhiata: condividevano per lui la stessa stima.

«Ho parlato con uno dei ragazzi di Cezar ieri pomeriggio, per vedere di sistemare la cosa. Ho offerto il doppio del denaro per dimenticare la cosa e buttarsi tutto alle spalle. Lui mi ha promesso che stamani mi avrebbe fatto avere la risposta.»

«Ma non te l'ha fatta avere.»

«Invece me l'ha fatta avere.»

«Non ha accettato?»

«Accetta, ma a delle condizioni ben precise.»

«Quali condizioni?» L'espressione di Katalina non le piaceva.

La guardò esalare una boccata di fumo. Le volute si sollevarono lente nella stanza.

«Ieri ti hanno vista in macchina con Juliana e non ho potuto mentire sulla tua identità. Gli sei piaciuta. Vuole i soldi, ma anche noi due alla sua festa di capodanno.»

«Che cazzo vuol dire?!» esplose Lisa furiosa e al tempo stesso atterrita. «Cosa cazzo vuole da noi?»

«Cezar ha un locale molto esclusivo in centro e per capodanno viene organizzato un party. Vuole che lavoriamo per lui.»

La faccia di Katalina diceva che non solo era brutto, era anche peggio di quello che sembrava.

«Cosa dovremmo fare?»

«Per il party il servizio ai tavoli sarà fatto da ragazze in lingerie. Noi dovremo essere due di quelle ragazze.»

«Cazzo!» annaspò Lisa.

«Cezar ci vuole umiliare. Vuole dimostrare a Lorenzo e a tutti i suoi uomini che il suo potere si estende anche alle loro donne.»

«Io non sono la cazzo di donna di nessuno!»

«Vuoi andare a dirlo a Cezar?» replicò Katalina secca. «Vuoi davvero andare a dirgli che te lo scopi e basta dopo che hai attraversato quattro stati per salvargli il culo!?»

«Fanculo! Non scopo più con lui, ok? Non voglio che lo facciano fuori e basta!»

«Come vuoi» disse Katalina, ma era evidente che non le credeva.

Si squadrarono dai lati opposti della cucina, misurandosi e valutando ciascuna il da farsi.

«Intendi accettare?» domandò Lisa.

«Non mi sembra che ci sia molta scelta se, come hai detto tu, non vogliamo che lo facciano a pezzi.»

Lisa deglutì, cercando di inumidirsi la gola improvvisamente secca. Una terribile domanda la tormentava. «Credi...» provò, ma la nausea e un giramento di testa la fermarono. Si fece forza. «Credi che vorrà anche fare sesso?»

«No, quello no» scosse la testa Katalina. «Lo conosco da anni, è un figlio di troia, ma non fa cose del genere. Vuole solo gratificare il suo ego.»

«Deve avere proprio un cazzo minuscolo» considerò stizzita Lisa, strappando un sorriso a Katalina.

«Lo facciamo allora» disse Lisa, rassegnata.

«Sì, lo facciamo. Anch'io non voglio che quel cazzone muoia.»

Lisa guardò Katalina spegnere la sigaretta nel posacenere al centro del tavolo. Era tosta, incazzosa e non doveva essere facile tenerle testa, ma per Lorenzo avrebbe sculettato in mutande.

«Ora parliamo dei soldi» disse Katalina. «Ci servono ottomila euro. Andiamo, ti accompagno a prelevare.»

«Come?»

«Lore mi ha detto che la tua famiglia è piena come un uovo. Non vorrai mica dirmi che non puoi prelevare ottomila euro?»

Lisa guardò Katalina e per un assurdo momento pensò che scherzasse, che si sarebbe messa a ridere, poi la realtà le rovinò addosso come un muro di mattoni.

«Che cazzo!» imprecò Katalina guardandola incredula. «Mi prendi per il culo?!»

«C'è qualche problema?» domandò Juliana entrando in cucina.

 Lisa la guardò sconfortata. «Ci servono ottomila euro».

Miss BelliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora