Capitolo 01 - violazione di domicilio

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Era un afoso pomeriggio estivo e tra la boscaglia il frinire continuo delle cicale era assordante. All'interno dell'abitacolo l'aria era rovente e a poco servivano i finestrini completamente abbassati.

Lisa svoltò, lasciò la strada asfaltata e, seguendo il muro di pietra comparso alla sua destra, spinse la vecchia Panda giù per la stradicciola sterrata. Era invasa dalla vegetazione e completamente sconnessa, più simile a un fosso che a una strada, ma sapeva dove l'avrebbe condotta.

Nuovamente la coscienza le ripeté – con la voce di Giagia – che quello che stava per fare era assolutamente sbagliato, ma ancora diede la colpa a quel caldo asfissiante. Inoltre Giagia l'aveva lasciata sola a casa per andarsene al nord col suo vecchio amico ritrovato nonché nuovo ragazzo e lei doveva pur trovare un modo per superare la giornata.

Il muro di vecchie pietre punteggiato di cespugli di cappero seguiva la linea dolce della collina tra macchie di rovi e campi di olivi. Continuò a seguirlo guardandolo crescere di altezza fino a raggiungere lo spiazzo che cercava. Parcheggiò la macchina a ridosso del muro, prese lo zainetto e uscì.

Soddisfatta constatò che la memoria non l'aveva ingannata. Il luogo era completamente circondato dagli alberi. Nessuno avrebbe visto né lei né la macchina.

Salì sul cofano della Panda, quindi sul tettuccio, si diede lo slancio e si issò sopra il muro. Oltre, il terreno era più alto di almeno due metri: un verde prato pianeggiante ornato di macchie di cespugli e alberi da frutto si stendeva davanti a lei, salendo lievemente verso una grande colonica di pietra.

Scese dal muro e camminando lungo il perimetro aggirò la casa fino a scorgere quello che era venuta a cercare. Oltre una siepe curata, alcuni gradini salivano a una ampia e fresca piscina.

Con un motto di pura gioia si disfece dello zainetto e poi dei vestiti, lasciandoseli alle spalle, sparsi alla rinfusa sul prato. Con un gridolino entusiasta si tuffò in acqua e fece tutta la vasca in apnea. Riemerse con uno sbuffo e si guardò attorno beata, godendosi l'azzurro del cielo e il fresco abbraccio dell'acqua.

A differenza delle caotiche piscine comunali quel rettangolo turchese incastonato nel verde era tutto per lei e poter fare il bagno nuda rendeva tutto molto più liberatorio. Era anche vero che non avrebbe dovuto essere lì, che quella era proprietà privata, ma i proprietari della casa erano dei tipi abitudinari e sarebbero giunti solo nella seconda metà di luglio. Lo sapeva bene perché per tre anni aveva prestato servizio come cameriera nella grande colonica fino a quando, l'estate prima, a causa di un disgraziato incidente con alcuni pezzi di un servizio antico, la Frau Stronza le aveva dato il ben servito.


Più o meno un'ora più tardi, sul lato opposto della tenuta, il cancello si aprì e un'Audi nera percorse il vialetto di ghiaia che portava alla casa.

Michael Berger entrò in casa, lasciò la giacca sul divano e raggiunse il mobiletto dei liquori. Si fece due dita di whisky, liscio senza ghiaccio, e allentandosi la cravatta si affacciò alla grande portafinestra del soggiorno.

Appena atterrato aveva ricevuto una chiamata da Klaus Wimmer, il suo avvocato, che l'aveva informato che aveva avuto un proficuo incontro coi legali di sua moglie. Ex moglie, si corresse con una punta di irritazione.

A quanto pareva Helena cedeva sul patrimonio finanziario in cambio di una rendita mensile e della loro casa a Vienna, lasciando a lui la colonica in Italia. C'era ancora spazio di manovra per ridurre drasticamente la rendita richiesta da Helena, ma la casa di Vienna era andata se non voleva rimettere tutto in discussione.

Non erano proprio brutte notizie, cercò di razionalizzare, ma tra quelle vecchie mura, su quegli scricchiolanti pavimenti di legno erano scivolati anni e anni della sua vita. Lasciarsi prendere la casa in cui aveva vissuto era come lasciarle rubare una parte di sé.

Aggiunse altre due dita di whisky e, assorto, guardò il giallo oro delle colline circostanti, punteggiato dalle macchie verdi degli olivi; l'ordine nel parco della colonica e lo specchio azzurro della piscina.

Solo allora si accorse della ragazza stesa sul bordo. Per un lunghissimo attimo restò incredulo a osservarla. Il sole baciava la pelle leggermente abbronzata, aveva un bel corpo, lunghi capelli neri e non indossava niente.

Prese il cellulare componendo il numero della polizia, ma non avviò la chiamata. La ragazza nuda nel suo giardino meritava un approfondimento.

Aprì la portafinestra, scese i gradini verso la piscina e quando fu a meno di dieci passi si schiarì la voce.

Con un sussulto l'intrusa scattò su, coprendosi con l'asciugamano come meglio poteva. Era giovane, molto graziosa e con una certa sorpresa scoprì che la conosceva.

«Mr Berger! Lei non dovrebbe...»

«Io non dovrei?! Io non dovrei essere qui secondo lei?»

«No...no certo! Intendevo... pensavo non ci fosse nessuno... insomma so che non dovrei...»

«Esatto,non avrebbe dovuto. Lei ha violato la mia proprietà!»

«No! Voglio dire sì, ma non ho fatto niente di male.»

«Sono sicuro che la polizia chiami il suo "niente di male" violazione di domicilio.»

«La prego non chiami la polizia!» supplicò Lisa notando il cellulare che aveva in mano. «Me ne vado subito, ma la prego non mi faccia passare un guaio, non sono una criminale!»

«Magari lei ritiene che venire qui e usare casa mia a suo piacimento sia cosa corretta?»

«Le giuro che è la prima volta Mr Berger!»

«Prima o seconda non importa. Si è introdotta in casa mia.»

«Mi dica cosa devo fare per farmi perdonare! Farò quello che vuole, ma la prego non chiami la polizia.»

Nell'enfasi di quella proposta Michael si domandò se ci fosse la paura dell'innocente o il timore del recidivo.

«Intanto si vesta» brontolò, distogliendo lo sguardo per permetterle di coprirsi.


Michael Berger era arrabbiato e voleva soddisfazione. Prima Helena gli prendeva la casa di Vienna e ora quella ragazza si approfittava della sua piscina. Il genere femminile sembrava essersi convinto di poter approfittare a oltranza della sua pazienza, ma stavolta non avrebbe lasciato correre, non sarebbe sceso a compromessi. La Signorina Bellini avrebbe dovuto render conto delle sue azioni.

Miss BelliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora