Fra le pieghe del buio lo osservava, i lamenti, le imprecazioni, e su tutte, le inutili richieste d'aiuto.
Era in mezzo al nulla e l'unica risposta che avrebbe ottenuto stava nell'eco di un gelido silenzio.
Forse fu per quello che parlò, cercando l'umanità che sembrava essersi persa fra i meandri del passato.
"Non devi preoccuparti per lei, è al sicuro...almeno per il momento".
Non ricevette alcuna risposta.
Forse il ragazzo si era arreso, conscio della situazione incontrovertibile; oppure...
Joseph si lanciò nel buio, trasportato dal puro istinto.
In breve raggiunse il ragazzo, ancora bloccato sulla sedia in mezzo alla stanza.
Chiamò il suo nome un paio di volte, quindi lo scosse ripetutamente, nel vano tentativo di ricevere anche solo un impercettibile sibilo.
Nulla.
L'uomo iniziò a tremare, la pelle si fece ghiaccio e il cuore sembrò fermarsi più e più volte.
"Lui mi ucciderà" esclamò in fil di voce.
Cosa fare?
Joseph pensò ad una soluzione ragionevole e l'unica cosa che gli venne in mente fu quella di liberare il ragazzo da ogni costrizione, per poi portarlo in un luogo in cui avrebbe potuto valutare meglio la situazione.
Sciolse quindi i lacci, aspettando inutilmente per qualche secondo che qualcosa di nuovo accadesse.
Visibilmente frustrato si posizionò di fronte al ragazzo, lo prese per i fianchi e si chinò in avanti, pronto in un secondo momento a sollevare il corpo inanimato.
Fu in quel preciso istante che lo sentì, forte e inconfondibile, un misto di calore pulsante.
Barcollò all'indietro, non capendo esattamente cosa fosse successo.
Sentiva dolore.
Si toccò la tempia con la punta del pollice e l'indice.
Sangue, copioso, frutto di un taglio ben aperto.
"Quello str..."
Si trattenne a fatica cercando quel briciolo di lucidità che gli avrebbe permesso di riprendere la dovuta calma.
Osservò il buio, quindi tese le orecchie in ascolto.
Ora lo percepiva, lento, ma piuttosto affannato, sinonimo d'inquietudine e atavica paura.
"Ragazzo lo sai che ti sento, eppure t'illudi di poter fuggire, magari assieme a lei.
Lascia che ti racconti una breve storia, mentre cerchi in vano una via d'uscita, così almeno potrai renderti conto di quanto sia sciocco questo tuo proposito".
Era arrivato l'inverno e in una piccola casa ai confini del mondo si festeggiava la prima neve con pupazzi e corse a perdifiato.
Babo era il padre di tre figli, rimasto solo dopo la morte dell'adorata moglie.
Aveva sempre provveduto a loro, dal cibo, al vestiario e non di meno all'istruzione scolastica.
Era felice, nonostante tutto e quel bianco candore misto alle fragili risate dei figli riuscivano a lenire i dolori del passato.
E poi c'era quel castagno, che dalla morte dell'amata aveva iniziato a produrre frutti ininterrottamente ed attirare un numero sempre maggiore di curiosi.
Lentamente Babo era tornato a sorridere, ad osservare i figli crescere e creare a loro volta una famiglia.
Aveva infine conosciuto una donna, dolce e leggiadra che in breve tempo era diventata sua moglie.
Poi, in un freddo giorno d'inverno il buio ritornò a bussare alla sua porta, nelle vesti di un agente che, con voce calma e glaciale lo informava della morte improvvisa del figlio maggiore.
Babo reagì come dopo il primo lutto, perdendo prima il sorriso e ritornando a nuova vita mano a mano che il castagno dava copiosamente i suoi frutti.
E tutto questo continuò anche per le successive tragedie, in una sorta di ruota della fortuna che continuava a fermarsi sempre sul numero sbagliato.
Infine Babo si ritrovò solo con il suo castagno e con gli occhi dell'intera comunità che lo guardava come si osserva un criminale.
"Sai come va a finire la storia mio caro ragazzo?
Beh, il pover'uomo, in una notte fatta di alcol e pianti a dirotto diede fuoco alla casa e al castagno, alla base del quale erano seppelliti i corpi di tutti i suoi cari.
Poi scomparve nel nulla...per sempre".
"Babo era il suo nome?" esclamò una voce dal buio.
"No, era la contrazione della parola babbo, lo usava sempre la mia piccola;
C'è stata lei, poi mia moglie e via via gli altri, tutti sotto il medesimo castagno".
Mentre proferiva quelle parole Joseph percepì nitidamente il bagliore di calde lacrime; ne fu commosso, ma nonostante tutto afferrò il ragazzo per un braccio, trascinandolo nuovamente verso la sedia.
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GIONATA
RomanceGionata è un ragazzo come tanti altri,va a scuola,si diverte con gli amici e fa sport. Tutto normale tranne che per una cosa. Ad ogni risveglio il ragazzo dimentica ogni persona questo fino a che.....