Andrea Rigoni entrò dalla porta laterale o da quel che ne rimaneva.
La piccola stanza quadrangolare era il vago ricordo di una cucina, composta da poche mensole annerite, un fornello a legna e un lavello in marmo antico rimasto stranamente integro in ogni sua forma.
Rimase per un istante ad osservare quello spettacolo così grottesco ed al contempo meraviglioso, pensò alla fatalità del caso, alle ragioni della fisica, che aveva privilegiato un mobilio rispetto ad un altro; era tutto assolutamente strano ed infinitamente estemporaneo, come la vita è per l'essere umano.
Andrea si spostò lungo il corridoio, sapeva esattamente in quale stanza cercare, perché era lì che Joseph l'avrebbe condotta; erano i suoi ordini e quell'uomo desolatamente solo non l'avrebbe deluso...non per l'ennesima volta almeno.
Passò dalla penombra al buio con la disinvoltura tipica degli animali notturni.
Infine arrivò dove una fioca luce lo attendeva, scivolata furtivamente sotto la soglia di un'anonima porta.
Adagiò il palmo della mano sul freddo legno, poi spinse quel tanto da permettere alla luce di espandersi pienamente verso l'esterno.
Attese, in silenzio.
Quindi inclinò leggermente il capo alla sua sinistra, assicurandosi che lo sguardo potesse osservare la stanza pienamente, in ogni sua forma e colore.
Era fatto così, sin da bambino vedeva dove gli altri non osavano, calcolava l'errore cercando di portarlo il più possibile verso lo zero.
Andrea Rigoni aveva cancellato dal suo vocabolario parole come sbaglio, imprudenza ed altre ancora, figlie dell'essere comune, categoria alla quale certamente non apparteneva.
"Buonasera" esordì, accettandosi di aver attirato l'attenzione dell'ospite presente all'interno della stanza.
Aisha alzò lo sguardo, confusa, impaurita ma stranamente incuriosita dall'entrata in scena di quell'individuo.
"Ti starai certamente chiedendo chi sono, ma soprattutto cosa ci faccio qui".
"Dov'è mio fratello?" rispose Aisha d'acchito.
"Cosa ti fa pensare che il sottoscritto ne sappia qualcosa?"
"Il borbottio".
"Cosa?"
"All' inizio pensavo fosse solo una voce nella mia testa, continuava a parlare di un dottore e del suo imminente arrivo; poi ho compreso".
"Sei particolarmente perspicace e questo è un bene".
"Per cosa sarebbe un bene?"
Andrea Rigoni sospirò, dopotutto aveva di fronte una ragazzina e nulla più, matura quanto basta per la sua età, ed al contempo totalmente acerba di fronte ai mali del mondo.
"Per i miei studi".
Aisha osservò quell'uomo, gli occhi colmi di una luce tetra, il ghigno appena abbozzato e poi quelle dita, candide e affusolate che danzavano placide a mezz'aria.
Tutto le provocava una sorta d'incomprensibile inquietudine.
Lasciò che il pensiero prendesse corpo e quindi divenisse certezza.
Poi urlò, più forte di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Joseph scattò verso la ragazza, costringendola con la forza a strozzare ogni sorta di grido in gola.
"È arrivata l'ora di far visita all'altro ospite" affermò Andrea, con la calma dei forti...o forse dei folli.
"Mi raccomando la ragazza" proferì l'uomo prima di lasciare la stanza ed inoltrarsi nuovamente fra le pieghe del buio.
Joseph accennò ad un flebile sì, seppur conscio che quell'affermazione non avrebbe trovato alcun riscontro.
"Avresti fatto meglio a startene buona e calma" affermò poi, lasciando lentamente la presa dalle labbra della ragazza.
Aisha inspirò profondamente, trovando l'aria che fino a pochi istanti prima sembrava essere soltanto un'utopia.
"Non ha senso; pensavo fossi mio amico".
"E lo sono; anzi lo sarò ancora, dopo che tutto ciò avrà avuto fine".
"Lui non è tuo amico".
"Lo sò, sono solo un mezzo per il suo esperimento, ma in fin dei conti glielo devo".
"Perché...voglio che tu mi dica per quale motivo quell'uomo è così importante".
"Mi ha semplicemente dato uno scopo e avrebbe fatto lo stesso con tuo fratello, se solo non fosse stato così stupido".
"Mio fratello non è stupido" inveì la ragazza con tutte le forze rimaste.
"Se tu avessi ragione in questo momento Thomas non si troverebbe un paio di metri sotto terra"
Aisha inorridì, non poteva credere a quelle parole, le sfuggiva il senso, inibiva ogni pensiero razionale; di una cosa però era certa, quei due non erano uomini, ma semplicemente la reincarnazione vivente del male assoluto, un concetto che per molti rimane astratto durante tutta la vita.
Sentì le forze venire meno; avrebbe chiuso gli occhi, forse tutto quel dolore, la follia, sarebbero scomparsi, come fumo nel vento.
Joseph la vide lasciarsi andare fra le braccia di Morfeo e per un breve istante sentì il cuore riempirsi di tristezza.
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GIONATA
RomanceGionata è un ragazzo come tanti altri,va a scuola,si diverte con gli amici e fa sport. Tutto normale tranne che per una cosa. Ad ogni risveglio il ragazzo dimentica ogni persona questo fino a che.....