Dovrebbe essere una cosa piuttosto normale a Novembre ma nonostante tutto non mi ci sono ancora abituato.
Il paesaggio brullo dei campi, il cielo perennemente cupo e poi gli alberi spogli o quasi, dai quali cadono tristemente le ultime foglie ingiallite.
E' così da quando sono nato e continuerà anche quando me ne sarò andato per sempre.
Domenica mattina, il giorno perfetto per non far nulla, anche se qualcuno evidentemente non la pensa allo stesso modo.
Non riesco a capire cosa ci faccia in camera mia, né perché continui a chiedermi di accompagnarla al lago.
Continua a dirmi che è uno spettacolo meraviglioso ma stento a crederle.
<Insomma, potresti anche sforzarti per una volta>.
<Per una volta?>
<Beh, dici sempre che non serve a nulla fare qualcosa che poi non ricorderai>.
<Ti sei risposta da sola>.
<Potresti farlo per me>.
Guardo i suoi occhi mentre proferisce quest'ultime parole; sono pieni di speranza.
Cavolo, non ce la faccio.
Vorrei dirle che non ne ho voglia, distogliere lo sguardo e gettarmi a peso morto sul letto, lasciando che il sonno venga a prendermi.
Ma con lei è diverso, dopo due mesi continua ancora a seguire ogni mio passo, senza darsi per vinta.
Prima mi accoglieva all'entrata in classe.
Poi ha iniziato ad aspettarmi davanti alla scuola.
Per ultimo si è presentata un lunedì mattina a casa mia, senza badare al fatto che i miei genitori avrebbero potuto guardarla storto.
Perché in fin dei conti lei è così, non si cura delle apparenze e lo fa con una naturalezza tale da lasciare di sasso chiunque abbia la fortuna d'incontrarla.
Vorrei evitare di provare qualcosa per lei ma come faccio?
E' l'unica che sembra capirmi, o almeno la sola persona sulla faccia della terra che cerca di farlo.
Alla fine ho acconsentito mio malgrado alla gita al lago.
Mentre l'autobus ci porta a destinazione vago col pensiero, dando di tanto in tanto un'occhiata a cosa succede intorno.
Il mezzo è semivuoto e non c'è poi tanto da stupirsi visto il tempo e la stagione.
Eppure oltre a noi due ci sono altri sette temerari che, per un motivo o per l'altro hanno deciso di raggiungere la nostra stessa meta.
Vedo un uomo anziano, dalla calvizie incipiente, gli occhi piccoli e lo sguardo spento; è vestito di tutto punto, come se stesso andando ad un appuntamento.
Osservo l'anulare della mano destra; porta la fede.
Probabilmente il lago gli ricorda il primo incontro con la moglie o semplicemente il luogo in cui le ha chiesto di sposarlo.
Se è così capisco la sua tristezza.
Oppure faccio solamente finta di capirla.
Tre posti più avanti riesco a scorgere di striscio una donna e al suo fianco un bambino.
Sembrano madre e figlio ma l'atteggiamento freddo della donna non si direbbe proprio di un genitore.
Guardo il ragazzino che ad occhio e croce non dovrebbe avere più di undici o dodici anni; cerca attenzioni con lo sguardo e con gesti accennati.
Lei non fa una piega, osserva la strada come un gelido automa.
Cosa può aver fatto un bambino per ricevere tale trattamento?
Non ho risposte e nemmeno vado a cercarle.
Al di là del corridoio, una fila più indietro rispetto alla nostra c'è una coppia di ragazzi.
Li dovrei conoscere, o almeno penso.
Improvvisamente Aisha si avvicina al mio orecchio e inizia a bisbigliare.
<Scommetto che ti stai chiedendo chi siano quei due ragazzi, o almeno se sono nella nostra stessa scuola>.
La osservo basito.
<Sei un'indovina?>
<No, no, è che mi sono posta la stessa domanda>.
<E quindi?>
<Quindi cosa>.
<A che conclusione sei arrivata?>
<Che non ho la benché minima idea di chi diavolo siano>.
Scoppiamo a ridere, attirando l'attenzione degli altri passeggeri, che ora si staranno facendo delle domande nei nostri confronti ma a dire la verità non m'interessa nulla, perché oggi sono veramente felice.
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GIONATA
RomanceGionata è un ragazzo come tanti altri,va a scuola,si diverte con gli amici e fa sport. Tutto normale tranne che per una cosa. Ad ogni risveglio il ragazzo dimentica ogni persona questo fino a che.....