25° La malinconia di una madre

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Alprazolam, per molti un semplice medicinale, ansiolitico, antidepressivo, per altri vera e propria panacea, unico rimedio contro i mali del vivere.

Si chiamava Katia, ma per tutti in casa era sempre e solo stata mamma.

Il matrimonio l'aveva relegata in centoventicinque metri quadrati di vita riservata, una specie di ampolla dalla quale non sarebbe mai potuta uscire.

Ma nonostante tutto, in quel preciso istante era lì, passeggiava nei giardinetti pubblici, osservava incuriosita madri distratte da futili argomenti e bimbi che muovevano i primi passi nel mondo.

Trovò riposo su una panchina, piuttosto lontana da sguardi indiscreti; da lì avrebbe potuto godere di momenti estranei o già passati nel tempo.

Socchiudendo gli occhi poté sentire l'allegro vociare di esseri che condividevano semplici ma essenziali momenti di vita; ne fu invidiosa, perché avrebbe voluto essere come loro.

E invece si sentiva diversa, un pezzo difettoso, scartato a priori, senza alcuna possibilità di redenzione.

Annusò l'aria, sapeva di fiori e pollini.

Provò con le mani aperte ad afferrare l 'impalpabile, cercando forme che esistevano solo nella sua mente.

Era tutto così perfetto e totalmente instabile.

Aprì gli occhi e vide che al suo fianco, in silenzio si era accomodato un signore.

Era piuttosto anziano, ben vestito e dall'aria distinta.

La osservò e dopo un attimo di esitazione esclamò sorridendo: <buongiorno signora come sta?>

<Ci conosciamo?> rispose Katia piuttosto stranita.

<Sì, in tempi lontani ma che fortunatamente ancora ricordo>.

Improvvisamente ripensò al figlio, ai perenni vuoti di memoria, a tutto il dolore che da tempo provava.

<La notavo spesso nel mio negozio ad osservare gli acquarelli, mentre il suo bambino pregava di comprargli l'ennesimo pacchetto di figurine>.

Katia sobbalzò.

<Lei è il signore della cartolibreria?>

<In persona>.

<E' da molto tempo.....> le parole si fermarono in gola, lasciando che fossero i loro sguardi a fare il resto.

<Già, forse troppo, ma fa tutto parte del progetto>.

<Quale progetto?>

<Quello che ognuno di noi ha in mente>.

<Io avrei un progetto?>

Il vecchio sorrise, mentre con lo sguardo cercava di condividere un pensiero troppo segreto da esprimere a parole.

<Non si preoccupi, suo figlio, quello vero ritornerà> esclamò, alzandosi lentamente dalla panchina.

<Come fa ad esserne così sicuro?>

<Non saprei, penso sia il semplice presentimento di un vecchio delirante>.

Katia lo vide allontanarsi con passo lento e cadenzato; miriadi di pensieri le attraversarono la mente.

Aprì la borsetta dalla quale estrasse un blister trasparente e una bottiglietta d'acqua; fra le mani aveva la soluzione ad ogni problema.

Strappò l'involucro in alluminio, prese fra le dita affusolate un'anonima pastiglia ingoiandola avidamente.

Bevve un sorso d'acqua.

Un attimo dopo l'ansia e il dolore erano scomparsi come semplici nuvole di fumo.





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