Andrea Rigoni se ne stava seduto, appoggiato allo schienale della sua comoda sedia da ufficio corol panna.
Con gli occhi chiusi contemplava il momento e allo stesso tempo pensava a cosa ne sarebbe stata della sua vita da lì a breve.
Riverso al suolo, a pochi metri dalla scrivania c'era Omar, paziente prima e possibile carnefice poi in quella che era iniziata come una convulsa mattinata.
Respirava a malapena, mentre dal petto continuava a fuoriuscire del liquido viscoso.
Andrea pensò che quell'immagine s'intonasse alla perfezione con il porpora della stanza.
Grottesco e affascinante, così doveva essere il momento prima della morte.
Sorrise, entro breve il polmone perforato sarebbe collassato e il sangue avrebbe investito le vie respiratorie.
Infine sarebbe sopraggiunto l'inevitabile trapasso.
<Fa male?> esclamò lo psicologo evidentemente incuriosito.
<Immagino non sia in grado di rispondermi, ma che allo stesso tempo si renda conto di cosa succederà da qui a breve>.
Omar, in preda ad un improvviso bagliore di lucidità volse lo sguardo verso la scrivania; sembrava volesse chiedergli del perché di tanta perfidia, anche in un simile momento.
Come se gli avesse letto nel pensiero Andrea Rigoni esclamò visibilmente compiaciuto: <probabilmente si starà chiedendo del perché sia andata a finire in questo modo, ma vede il motivo è più che evidente>.
L'uomo nel frattempo si era alzato in piedi e stava facendo oscillare una pistola tenendola dal grilletto con l'indice.
<La riconosce? È l'arma con la quale mi ha minacciato non più di un ora fa>.
Omar cercò di scrutare l'oggetto, la vista si stava appannando; fra poco sarebbe svenuto.
Pensò a lei, al figlio, a quanto avessero sofferto a causa sua.
Sperò nel perdono e per un infimo istante scorse il volto dei suoi cari.
Poi il nulla s'impossessò del suo essere, il rumore si fece silenzio ed ogni altro senso svanì nel nulla.
Omar spirò, senza nemmeno comprenderne il perché.Un'ora prima.
Andrea Rigoni conosceva la risposta ad ogni domanda, o almeno ne era stato convinto fino a quel momento.
La pistola che Omar Signori stringeva fra le mani era una variabile impazzita, un'improvvisa increspatura in mezzo al placido scorrere degli eventi.
Sospirò, lasciando che gli eventi facessero il resto.
<Perché mi sta fissando?> esclamò Omar visibilmente irritato.
<È strano>.
<Cosa sarebbe strano>.
<Entrambi abbiamo un arma carica, pronta all'uso e nonostante tutto sembra siamo rimasti sommersi dalla medesima paura>.
<Non è quel che vedono i miei occhi> affermò Omar, mentre impercettibilmente il grilletto della pistola iniziava a vibrare.
<Dovrebbe stare attento, altrimenti la pistola che impugna potrebbe creare dei problemi>.
<Sarebbe solo un'altro masso posto sopra la mia tomba>.
<Lei dice? E perché mai?>
<Non mi prenda per il culo con i suoi giochetti da quattro soldi>.
<E allora spari, prema il grilletto e metta fine ad ogni cosa>.
Andrea aprì le braccia, chiuse gli occhi e attese.
Nulla, il silenzio.
Poi il tonfo.
Aprì gli occhi e vide la pistola silente al suolo.
Alzò lo sguardo e osservò lo sguardo vitreo di Omar Signori, fermo in una sorta di impasse che rendeva il suo corpo simile ad una statua inerme.
Andrea fece un passo in avanti, poi un altro ancora, fino a giungere in prossimità dell'arma.
La raccolse, puntandola verso quello che fino a pochi istanti prima era stato il suo assalitore.
Omar non mosse un dito, percepì solo lo scoppiò di uno sparo, una fitta lacinante al petto e in seguito la pressione di una forza sconosciuta che lo spingeva inesorabilmente al suolo.
Non comprese immediatamente cosa fosse accaduto, era semplicemente certo che non sarebbe uscito vivo da quella stanza.
![](https://img.wattpad.com/cover/50087024-288-k56628.jpg)
STAI LEGGENDO
GIONATA
RomanceGionata è un ragazzo come tanti altri,va a scuola,si diverte con gli amici e fa sport. Tutto normale tranne che per una cosa. Ad ogni risveglio il ragazzo dimentica ogni persona questo fino a che.....