2° La ruota dei ricordi

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Amnesia globale.

Strano, è una delle poche cose che riesco a ricordare nitidamente.

Entro in cucina.

Quello che dovrebbe essere mio padre è intento a leggere il giornale del mattino.

Avrà si' è no cinquant'anni.

Lo sguardo è serio, quasi imbronciato, in totale accordo con il vestire datato e completamente fuori moda.

Mia madre è decisamente più giovane, anche se le profonde occhiaie farebbero pensare al contrario.

Mi osserva, mentre senza proferire parola inzuppo un paio di biscotti nel caffelatte.

Accenna ad un sorriso che si spegne quasi immediatamente.

Cosa posso dire? Forse farei meglio a tacere, anche se mio padre non sembra dello stesso avviso.

<Hai dormito bene?>

<Non lo so, almeno non ricordo>.

<Adesso anche in sogno?>

< Perché prima no?>

<No>.

È come un deja-vu, ho la sensazione di aver già fatto un discorso simile ma non ricordo assolutamente nulla.

<Dovresti andare a scuola; sempre se lo ricordi>.

<Caro>.

<Ok,ok, continuo a leggere>.

È rancoroso e non lo biasimo, chi vorrebbe un mezzo figlio in famiglia?

Mi alzo, la cartella è appoggiata sopra a un mobiletto vicino alla porta d'entrata.

Saluto con un gesto della mano.

Mio padre non fa una piega.

Mia madre vorrebbe dire qualcosa ma rinuncia sul nascere.

È troppo deprimente.

Esco.

L'aria fresca e pungente mi accoglie a braccetto con uno splendido sole.

Finalmente riesco a sorridere.


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