11° L'uomo del lago

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E' bellissimo, uno specchio d'acqua illuminato dalla fioca luce del sole mattutino.

Aisha osserva le piccole increspature che una brezza leggera forma a fasi alterne.

Vedo in lei quello che io non sono e questo mi fa male.

Si volta e sorride.

Il mio cuore sembra fermarsi per un istante, mentre lei si avvicina quasi correndo.

E' a due passi dal mio viso e sembra che voglia dirmi qualcosa.

Invece si limita a stringermi le mani e osservare il mio volto inebetito.

<Cosa>.

<Sssssss, i pesci s'innervosiscono>.

Non ha alcun senso ma acconsento a tacere e la guardo mentre mi trascina via da una parte all'altra del lago.

Osservo tutto da tutte le angolazioni possibili e scopro che il paesaggio cambia quasi radicalmente, come se il mio cervello elaborasse immagini diverse, fotografate nello stesso luogo.

E' assurdo, lei sapeva, come se il suo sguardo improvvisamente fosse il mio.

I battiti accelerano.

Fra poco il mio cuore scoppierà.

Improvvisamente si ferma e inizia a scrutare l'orizzonte.

<E' lui> esclama con tono entusiasta.

<Chi è lui?>

<La ragione per la quale siamo qui>.

Inizia nuovamente a correre, trascinandomi via quasi di peso.

Arriviamo in un paio di minuti e ad attenderci c'è un uomo minuto, sulla quarantina, dai vestiti logori.

Sembra un vagabondo.

Stranamente ha lo sguardo tranquillo e dolce di chi sa cosa sia l'amore.

<Lui è Joseph>.

Aisha si è spostata di lato, lasciando che la mano aperta di lui mi raggiunga.

Titubante la stringo.

Lui se ne accorge e ritira la mano quasi risentito.

Indietreggia, mentre il suo sguardo lentamente ma inesorabilmente s'incupisce.

Lei mi osserva; sembra delusa.

<Non capisci? Joseph voleva essere solo tuo amico; gli avevo detto che tu sei speciale, che per certi versi mi assomigli>.

<Ma è così>.

<No, evidentemente mi sono sbagliata>.

Non riesco a ribattere e mi limito a guardarla mentre si allontana insieme a quell'uomo.




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