51° Anima tenebris

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Luca arrivò a destinazione seguendo la posizione inviatagli dall'unica persona per cui provava ancora un sentimento puro, scevro da ogni tipo di malvagità.
Vide la casa, intuì quindi il pericolo che la circondava e per un istante tentennò.
Pensò a lui, eri lì, dentro a quell'antro oscuro; ne era certo.
Pensò al da farsi e se fosse davvero giusto intervenire in aiuto di chi aveva rifiutato i suoi sentimenti.
"Sei un fottuto egoista, non puoi cambiare la tua natura" sentenziò una voce dentro la sua testa.
"Lasciami in pace" rispose Luca visibilmente irritato.
Credeva di aver accantonato quella parte oscura, celata dentro la sua anima...almeno per un po'.
"Dovresti tornare indietro, è la cosa migliore da fare e ne sei perfettamente conscio".
"Tu invece dovresti smetterla di dare suggerimenti assurdi".
"Pensi sia sciocco voler vivere un giorno in più, magari cercando quell'equilibrio che tanto aneli?"
"Credo, anzi sono certo che abbandonare chi chiede aiuto sia un atto imperdonabile".
"Sai che non cambierà nulla".
"E con ciò?"
La voce smise per un istante di parlare, come se stesse cercando le parole più adatte per continuare il discorso.
"Sei la sua marionetta; potrai anche salvarlo ma nulla di quel che farai ti renderà felice, o quantomeno migliore".
"Mi adatterò; lo fanno tutti".
"Morirai invece, fra rimpianti ed occasioni perse; l'oblio eterno sarà l'unico compagno pronto ad ascoltarti".
"Va bene così...adesso fai silenzio".
Luca avanzò di soppiatto, tenendo sempre ben tesi gli orecchi.
Arrivò in breve alla porta, appoggiò entrambe le mani aperte sul battende e spinse.
Lo accolse prima il buio, poi una luce e l'immagine di un ragazzo che chiedeva pietosamente aiuto.
"Quello sullo schermo potresti essere tu fra pochi istanti" esclamò la voce.
Luca la ignorò, il suo sguardo si era posato su una sagoma che sembrava galleggiare nella penombra.
"È lui" affermò in silenzio.
"Dovresti lasciarlo dov'è e andartene; per una volta fai la cosa giusta".
"Hai ragione devo prendere la giusta decisione, ma per tua sfortuna non me la darò a gambe levate".
Il ragazzo scivolò nella tenebra, silenzioso, attirato dalla figura amica.
Arrivato ad un passo si mise in ascolto.
Secondi.
Minuti.
Poi il lento respiro, come se stesse docilmente dormendo.
Luca provò tenerezza per quell'immagine, pur sapendola artefatta, frutto di una costrizione che ora, osservando il laccio legato ai polsi, gli appariva assolutamente evidente.
Tese gli orecchi cercando qualcosa oltre la voce registrata alle sue spalle.
Lasciò che l'attimo si tramutasse in infinito e poi, quasi insperatamente lo percepí, un flebile respiro in lontananza,    molto simile ad uno strozzato lamento.
"Vattene;ora" tuonó la voce nella sua testa.
"Lui è lì, dietro quel buio penetrante".
"Guardalo, il ragazzo per cui stai facendo tutto questo è legato ad una sedia, privo di sensi e tu non puoi fare assolutamente nulla".
Due puntini ed una mezzaluna vividamente brillanti apparvero sul volto di Luca.
"Hai ragione, il mio io razionale non potrebbe fare nulla, ma se lasciassi fare tutto a te".
Silenzio.
Un breve respiro e poi...
"Ok, lo farò, ma poi ce ne andremo come avevo suggerito.
Luca si azzittì, lasciando che il suo corpo seguisse l'immagine che si nascondeva dietro al nulla.

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