14° Il giorno dei ricordi

80 5 0
                                    

Era al di là dei sogni, di ogni mio presunto sguardo.
Mi stava aspettando, in quel luogo in cui tutto ritorna e nulla è perduto.
Eppure io l'avevo ignorata, per giorni e giorni, senza darle una spiegazione.
Anche se.......
Per un istante pensai a qualcosa di infimo e spiacevole.
Era stato un breve attimo ma sufficiente per farmi vacillare.
Ci stavamo deliberatamente ignorando?
Forse, anche perché i nostri sguardi, o almeno i suoi, erano rivolti ovunque tranne che nella giusta direzione.
Vacillai ancora.
Dovevo parlarle, magari chiarire ma come fare?
Non avevo un buon rapporto con le parole, se non con quelle che giravano nella mia testa.
Fu allora che mi accorsi di essere finalmente arrivato.
No, non ero di fronte a scuola ma bensì in un luogo familiare, a me caro, quanto e più della casa in cui vivevo.
Potevo scorgere la sua sagoma dalla vetrata, chino ad osservare qualcosa che evidentemente ne aveva mosso la curiosità.
Alzai lo sguardo.
La vecchia insegna campeggiava placida sopra il piccolo edificio, come se il tempo non fosse mai realmente passato.
Pensai che fosse sorretta da una forza invisibile, dovuta a tutti i pensieri positivi lasciati dalle persone negli anni.
Ero felice e allo stesso tempo un po' nervoso, per quello che avrei voluto e quello che in realtà sarebbe stato.
Esitai.
M'infilai in testa centinaia di domande inutili che prontamente scomparvero quando lui mi lanciò uno sguardo.
Non era dolce, come la mia mente smemorata lo ricordava ma piuttosto severo.
Sembrava volesse dirmi: <pensi di entrare o preferisci startene lì impalato ad osservare l'insegna?>
A quel punto avevo un'unica soluzione e non stava fra le pieghe di una vecchia scritta arrugginita.
Aprii la porta, che mi accolse con un cigolio metallico e il suono allegro di un campanello.
Lui continuò imperterrito ad osservare la "cosa", mentre io mi addentrai nel negozio in cerca di vecchi e cari ricordi.
Sembrava avessimo un tacito accordo, in cui il vecchio si faceva i fatti suoi ed io andavo in giro per il locale in cerca di qualcosa che potesse svegliarmi dal lungo torpore in cui ero caduto.
<Ragazzo, non troverai nulla di diverso dalla scorsa settimana>.
Abbozzai una smorfia; poi risposi.
<Quindi vengo qui ogni settimana>.
<Uhm, direi di sì e sempre alla stessa ora, a parte quando la tua memoria va così male da farti scordare anche questo posto>.
<Succede spesso?>
<Ultimamente un po' di più>.
<Sa che ho dei problemi>.
<Io ho dei problemi; sono vecchio, con un piede e mezzo nella fossa e senza uno straccio di erede>.
<Io non ricordo le cose>.
<Io non ricordo il tuo nome>.
<Da quando vengo in questo negozio non me l'ha mai chiesto>.
<E questo lo ricordi o lo deduci?>
<Entrambe le cose>.
Risposi d'acchito, alzando notevolmente i decibel della mia voce.
Lui sorrise divertito, come se avesse calcolato al millesimo ogni mia parola e reazione.
Mi vergognai.
Evidentemente ero caduto nella sua piccola trappola dialettica.
<Sai ragazzo, le tue reazioni sono più o meno sempre le stesse>.
<E questo la diverte?>
<Direi di no, quello che mi diverte è che dopo tutto questo tempo ti ostini ancora a darmi del lei>.
<E la disturba?>
<No, ma mi fa pensare a quanto tempo è passato da quando avevo la tua stessa età>.
Touchè.
Era riuscito ad assestarmi un altro colpo ferale.
Forse avrei fatto bene ad andarmene prima che mi distruggesse completamente.
Poi però disse quello che non mi sarei mai aspettato.
<Sai ragazzo, è per persone come te che ogni giorno trovo la forza per aprire il negozio; se lo avessi fatto per i soldi quella serranda sarebbe già abbassata da tempo>.
Indicò il punto in cui tutto iniziava e dove prima o poi avrebbe avuto fine.
<Grazie> risposi timidamente.
Il vecchio non raccolse le mie parole.
Era già ritornato ad osservare altrove.
Mi avvicinai e sottovoce esclamai: <cosa sta guardando?>
<L'infinito> rispose sogghignando.
<È molto spiritoso ma penso che si stia chiedendo come quella penna possa cambiare colore a contatto con la mano>.
<Perspicace e tu lo sai?>.
<Il cambio di colore è dovuto ad una reazione chimica, innescata dal calore della mano>.
<Quindi potrei usare anche un accendino>.
<Direi di sì ma presumo che il materiale di cui è fatta la penna si squaglierebbe>.
<Beh, direi che la spiegazione calza a pennello; dimentichi praticamente tutto ma il particolare di una semplice penna, uscita in questo paese da non più di due mesi lo ricordi perfettamente>.
Sobbalzai.
Aveva ragione; come facevo a ricordare un simile particolare se non avevo memoria neanche dei miei stessi genitori?
Forse......
Poi capii.
Con un sorriso amaro dipinto sul viso risposi alla curiosità del vecchio.
<Lo so perché la penna è già in commercio da un paio d'anni nei paesi asiatici>.
<Un po' prima che iniziassi ad avere questo problema immagino>.
<Esatto>.
Restammo in silenzio per un paio di minuti, giusto il tempo per riordinare le idee e tornare a parlare d'altro.
<I tuoi genitori come stanno?>
<Perennemente straniti da quello che sono diventato, ma penso di averglielo già detto; o sbaglio>.
<Magari non hai utilizzato il termine straniti ma il concetto era il medesimo>.
<Vengo qui quasi ogni giorno, presumibilmente per cercare risposte o un barlume di quello che ero e alla fine cosa faccio?
Ripeto sempre le stesse azioni, neanche fossi un automa>.
Il vecchio aggrotto' le sopracciglia, come se le mie parole provenissero direttamente da un altro pianeta.
<Sei serio? Ma quanti anni pensi di avere?
Guardati intorno ragazzo, questa è la mia vita, una vecchia cartolibreria che prima o poi verrà soppiantata dal progresso o cancellata dalla morte.
Ti ricordi come tutti mi chiamano?>
Rimasi perplesso; non potevo ricordare perché io.......
<Il signor correttore> esclamai con la voce che ancora vibrava.
<Esatto>.
Stava sorridendo, mentre con una mano faceva ruotare un piccolo tubo di plastica, all'interno del quale c'era quella che noi ragazzi chiamavamo cancellina.
<È ora> disse, lanciando uno sguardo all'orologio posto sul muro dietro le mie spalle.
Annui.
Quindi uscii e andai a scuola.

GIONATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora