18° La primavera nel cuore

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<Davvero ti sta bene così?>

<Penso di sì; almeno per ora>

<E se dovesse andar male cosa farai?>

<Pensa che io sia in grado di avere delle risposte in questo momento?>

<No, è per questo che t'invito a riflettere; stai facendo molti progressi in quest'ultimo periodo e probabilmente è anche merito della sua vicinanza ma smettere ora sarebbe azzardato>.

<Sta pensando a me o alla sua parcella?>

Era decisamente sulle spine.

Lo notavo dal continuo ticchettare delle dita sulla scrivania.

<Decidi tu qual'è la risposta migliore ma ti prego di riflettere attentamente>.

Feci una pausa, facendo finta di assecondarlo.

Poi se ne venne fuori con una frase che letteralmente mi spiazzò.

<Pensa anche a lei, al fatto che prima o poi vorrà conoscere il tuo io del passato e non solo quello del presente>.

Non c'era niente da fare, il dottor Rigoni sapeva sempre quale corde toccare, anche nei momenti più delicati.

Con ogni probabilità l'avrei ascoltato ma il fatto di vederlo così confuso d'inanzi alle mie parole era qualcosa d'impagabile; lo psicologo che viene psicanalizzato.

Roba da film.

Uscii dallo studio, ma non prima che fosse riuscito a strapparmi una mezza promessa.

Avrei preso il tutto con i piedi di piombo, analizzato i pro e i contro.

<Quando sarai pronto prendi il mio biglietto da visita, osservalo attentamente e poi decidi se continuare le sedute o cancellarmi definitivamente dalla tua vita>.

Per la prima volta dopo tanto, troppo tempo camminai sul marciapiede senza nessuna fretta.

Stavo sorridendo.

 Ero euforico.

I ricordi, le persone, tutto sarebbe svanito nel nulla, ma non lei e questa era l'unica cosa che davvero importava.



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